ESC 323 | RIFUGIO CAMPEL BASS
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA /da adminRifugio Campel Bas 1720mt
11 Novembre 2018 – ( 323 )
Parcheggio Alp Montogn Q1309 – Ponte su La Montogna Q1250 – Guado Q1303 – Rifugio Campel Bas Q1720 (pranzo) – ritorno dalla stessa via
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Alp de Montogn CH | 1309 mt |
KM ANDATA | 2,1 Km | 01:30 lorde / 10min soste |
KM RITORNO | 2,1 Km | 01:00m lorde / di orologio, 0m soste |
KM TOTALI | 4,2 Km | 07:00 lorde / di orologio 03:30 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 473 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 550 mt | Max altitudine: 1720 mt |
DIFFICOLTA' | T2 | Sentiero sempre ben visibile, difficile attraversamento del guado con ruscello in piena |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona, nessuna in capanna, debole se ci si sposta verso il ruscello, lungo il sentiero di arrivo |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | |
PARTECIPANTI | 8 | Giorgio, Gimmy, Barba, Angelo, Francesco, Roberto, Amedeo, Paolo |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, a Bellinzona Nord, prendere per S.Bernardino.
Proseguire in direzione del S.Bernardino e uscire a Lostallo.
All’ uscita prendere a destra e subito a sinistra, strada stretta che fiancheggia l’autostrada. Alla prima strada verso destra, svoltare in direzione di una centrale elettrica, segnale di divieto di passaggio.
La strada Rura – Montogn è Agricolo Forestale e chiusa al traffico, bisogna munirsi di permesso da richiedere alla Cancelleria di Lostallo (sono gentilissimi), gratuitamente e … via email !
Unica nota importante: la strada è lunga 17Km di cui gli ultimi 2km sterrati, stretta e con pochi slarghi.
Si può percorrerla anche con vetture normali, con attenzione.
Acqua sul percorso
- Acqua chiusa in rifugio, ma ruscello a poche decine di metri, lungo il sentiero in salita
- Vari ruscelli sul percorso
Link interessanti
Album foto a tutto schermo
https://www.girovagando.net/wp-admin/post.php?post=3592&action=edit#save
L’ amicizia e’ un dono. No, non e’ facile e banale retorica.
Per vari motivi ci e’ capitato di rivedere anche assieme molte delle escursioni del nostro passato, ed oltre alle lacrimucce (da coccodrillo) del come eravamo giovani, la piu’ spontanea delle espressioni era quante ne abbiamo combinate assieme!
E quante ne abbiamo ancora da combinare …
Momenti di gioia, di sudore, di fatica, di paura, di pranzi e di bevute, di fornelli accesi, di freddo e di caldo, di cime e di rifugi, di creste e sentierini che spariscono, di cenge, di tremilametri, ma tutti momenti vissuti assieme, e che senza la forza e lo spirito del gruppo si sarebbero cosi’ realizzate.
Chiusa l’introduzione, torniamo sul sentiero.
Festa di compleanno, e per noi e’ un rito. Nei periodi freddi si cucina in un bel rifugio, in primavere si abbina una cima ad un rifugio, in estate si stappa prosecco a tremila.
Il meteo delle ultime settimane invita a stare chiusi in casa, e le previsioni per la domenica non sono proprio incoraggianti, ma nulla ci ferma e partono le indagini sul rifugio che deve ospitarci.
Stavolta torniamo in Mesolcina e precisamente, direi di nuovo, in Val Montogn, e’ la terza visita quest’anno.
Obiettivo il rifugio Campel Bas a 1720mt, ci siamo passati nel 2011, ed allora era una baitella in sasso decisamente anonima e scarsamente equipaggiata, la classica baita da cacciatori.
Ma sappiamo che e’ stato ristrutturato completamente ed aperto nel 2016, oggi si presenta come una piccola e deliziosa baita di montagna completamente in legno.
Chiesto il permesso in auto, percorriamo la lunga strada che porta all’ Alpe Montogn, ormai tutta asfaltata con alcuni tratti cementati. E’ perfetta fino al ponte vicino all’ Alp de Val Arbola, poi e’ sterrata ma ben percorribile anche da vetture normali.
Partenza alle 08:40, ce la siamo presa comoda, tanto con il meteo che si presenta non si puo’ ambire a molto di piu’. Tra l’altro gli zaini sono piu’ che pesanti, carichi di cibo, bevande e paiolo della polenta! Ad aiutarci nella trasumanza, oltre al gruppo completo, ci sono gli amici Francesco ed Amedeo, che rivediamo dopo lungo tempo.
Ci incamminiamo in Val Montogn, scendendo verso il torrente perdendo oltre 50mt, dopo un breve tratto in piano deviamo a sinistra su un ponte metallico con assi e parapetti in legno.
Il torrente e’ in piena e scorre impetuoso mentre attraversiamo a gambe larghe il ponticello, il legno bagnato e’ viscido come se fosse cosparso di sapone.
Uno alla volta passiamo, ma non e’ finita qui.
Dopo pochi minuti ci troviamo ad un affluente minore, da attraversare sopra due tronchi affiancati, qui altro che sapone sembrano rivestiti di grasso!
In condizioni normali e’ un ruscelletto, ma con le settimane di pioggia e’ un bel torrente carico di acqua. Ognuno cerca il modo migliore per attraversare, con vari e diversi tentativi, sempre cercando di bagnarsi il meno possibile.
Ricompattati sulla sponda opposta inizia una breve ma intensa salita, su bel sentiero con pochi e sbiaditi bolli, ma ben utilizzato. Ci sono anche gradini di sasso e passaggi sopra e sotto rocce.
Si segue il costone che affianca il riale che abbiamo attraversato, con salita ripida ma mai complessa o pericolosa.
Dopo meno di 1:30 con le pause, scorgiamo il rifugio, e con piacevole sorpresa e’ davvero una bella baitella, ed e’ tutta nostra (10:10)
Stanza unica, tutta rivestita in legno, con 4 posti letto, angolo cucina a gas e lavello, stufa a legna.
Buona scorta di legna all’esterno del rifugio. Inutile dire che posti del genere esistono soprattutto per il contributo dei cacciatori.
Appesa al muro la pelle completa di un bel viperozzo …
Iniziano le attivita’, chi accende la stufa, chi prende l’acqua per la polenta e per lavare. L’acqua e’ chiusa (abbiamo telefonato al referente), ma sul sentiero a poche decine di metri c’e’ un ruscello dove prelevarne in quantita’, e dove mettiamo al fresco i bianchi.
Dopo tante chiacchere iniziali, Gimmy calza il suoi famosi guanti blu per preparare uno stuzzichino a base di tartine con gorgonzola, innaffiate da un spumante ed un rosso.
A tempo debito, il Barba inizia a preparare la polenta, e sempre a tempo debito si scalda la lonza con i porcini preparata da Rosi, la moglie di Gimmy.
Spettacolare il gusto come sempre!
Tutti a tavola per gustare un piattino (vedi foto) di polenta, lonza e porcini da leccare il piatto, chi lo desidera (quasi tutti) prosegue con una fetta di zola che accompagna ancora un po’ di polenta.
Pausa di … riflessione con canti e tentativo di ballo, qualcuno tenta una breve pennica.
La stufa rende bene, passiamo dai +0 gradiC ai +16 gradiCC
Viene il momento dei dolci, torta e strudel, innaffiati da un ottimo Franciacorta Magnum (per bilanciare lo zaino?).
Caffe’, grappa e Genepi (home-made da Francesco), tutto buono.
Ancora pausa prima della chiusura con il classico vin brule’ del Barba, perfetto per rimettersi in cammino.
Non vi ho detto che poco dopo il nostro arrivo ha iniziato a piovere e a tratti anche piuttosto bene, e noi per nulla preoccupati. Anche stavolta le previsioni non ci hanno azzeccato, davano nuvoloso ma senza pioggia.
Ma si sa che al tempo non si comanda, e non sarebbe cambiato nulla per noi … siamo impermeabili (all’acqua).
Dopo la veloce foto ricordo all’esterno e indossate mantelle e kway, prendiamo la via del ritorno alle 14:30, scendendo con molta attenzione il terreno e’ ripido, le pietre e le radici viscide.
Tutto tranquillo, fino al guado, che affrontiamo ben piu’ decisi dell’ andata (sara’ l’effetto dell’ alcool?), quindi il ponte principale sempre piu’ saponato.
Ultimi 50mt di salita per il parcheggio dove l’alcool ingerito evapora, per lasciar posto alla necessaria attenzione alla guida sulla strada di ritorno verso Lostallo.
Grazie a tutti, grande giornata, anche se pioveva (fuori …)
ESC 328 | ALP DE PINDEIRA
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA /da adminAlp de Pindeira 1540MT
20 Gennaio 2019 – ( 328 )
Parcheggio sopra Soazza Q720 – Portueira Q730 – Ponticello Riale de Portuira Q710 – Rifugio Alpe de Pindeira Q1540 (pranzo) – ritorno dalla stessa via
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Soazza Acquedotto | 720 mt |
KM ANDATA | 2,9 Km | 02:15 lorde / 20min soste |
KM RITORNO | 3,1 Km | 02:00m lorde / di orologio, 10m soste |
KM TOTALI | 6,0 Km | 07:40 lorde / di orologio 04:30 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 820 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 880 mt | Max altitudine: 1540 mt |
DIFFICOLTA' | T3 | Sentieri bene segnalati, poco visibili con la neve |
COPERTURA CELLULARE | Buona | |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 7 | Giorgio, Gimmy, Barba, Angelo, Paolo, Roberto, Francesco |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Bellinzona Nord / San Bernardino. Seguire per il S.Bernardino ed uscire a Lostallo. All’uscita prendere subito a destra ed allo stop a sinistra, indicazioni per Soazza.
Proseguire fino al bivio dove si sale a Soazza. In paese prendere la strada in acciottolato che sale sopra al paese.
Salire fino ad un bivio dove la strada si biforca, verso sinistra per Alp de Bec (spesso usalta per salire alla Boffalora).
La strada è CHIUSA al traffico ma normalmente tollerano il passaggio di chi sale alla Boffalora e parcheggia molto prima dell’ Alp de Bec. Consiglio di chiedere in comune a Soazza (anche via mail sono molto gentili).
Percorriamo un breve tratto della strada per Alp de Bec e deviamo a destra verso l’acquedotto. Ad un tornante parcheggiamo, ma si poteva proseguire ancora 300/400mt con l’auto, breve tratto sterrato
Acqua sul percorso
- Ruscello sotto il ponticello
- Acqua chiusa all’ alpeggio
Link interessanti
Considerato il marcato pericolo valanghe, e la volonta’ di pranzare al coperto e possibilmente al caldo, ci inventiamo di esplorare una zona a noi sconosciuta sopra Soazza, in Mesolcina.
L’ idea e’ di salire al rifugio Alp de Pindeira, chiuso con chiavi da ritirare presso il comune di Soazza (da contatattare). Le ciaspole restano a casa, ma portiamo i ramponcini, siamo in inverno e la sorpresa “ghiaccio” e’ piu’ che possibile.
Parcheggiamo poco sopra Soazza, utilizzando per un breve tratto la strada chiusa al traffico che porta all’ Alp de Bec. La strada per l’Alp de Bec e’ da non da molto tempo chiusa al traffico, ma i “locals” confermano che normalmente e’ tollerato l’accesso fino a poco prima l’Alp de Bec, e per chi sale alla capanna Boffalora, passando dalla bocchetta di Buffalora. Consiglio di contattare preventivamente il Comune di Soazza anche via mail, sono gentili e veloci nel rispondere.
Partiamo a camminare poco dopo le otto ed un quarto, scoprendo che potevamo percorrere ancora 350mt con l’auto fino ad una piazzetta di giro, ma poco importa tutto e’ deserto.
Arriviamo erroneamente fino alla baita di Portueira, cancelletto chiuso, troviamo strano che il sentiero passi da una proprieta’ privata chiusa, ma non abbiamo visto alcun segnale prima, quindi apriamo e chiudiamo il cancelletto sui due lati della proprieta’, per scoprire al secondo cancelletto che il sentiero era una trentina di metri piu’ in basso.
Ripresa la via principale si scende per attraversare un ponticello situato sul riale che scende sa Stabi Vedro, 710mt la quota minima di oggi.
Si risale sul lato opposto una cengia molto esposta ma assicurata con catene, tutto tranquillo se non c’e’ ghiaccio.
Ora la salita si fa molto seria, in 2.3km si risalgono 850mt.
Non ci sono pericoli, il percorso e’ quasi tutto nel bosco, e con rampe e tornanti si procede senza poter prendere fiato.
Attorno Q1200 i primi segni di una recentissima nevicata, e man mano che si sale lo spessore aumenta.
Quando usciamo dal bosco, ci sono una trentina di cm di neve polverosa, non disturba, anzi.
Il sole che splende, il cielo blu, la radura aperta dell’Alpe Pindeira sembra di essere in un paradiso sperduto.
Arrivo alle 10:50, ben 20min dopo i primi, ma e’ tutto nella norma.
Per aprire il rifugio servono le chiavi, da richiedere al comune di Soazza.
La baita e’ piuttosto spartana, evidentemente in uso ai cacciatori locali, ma ha l’occorrente per noi, soprattuto un grande camino che ben alimentato fa il suo lavoro.
Quando arrivo trovo Francesco all’esterno con una sedia da giardino piantata in 30cm di neve fresca a godersi sole e panorami, e che panorami!
Di fronte a noi ci sono il Pizzo Quadro, il Corbet, il Pombi, poi tutta la bella Valle della Forcola (era l’opzione 2 delle possibili esplorazioni di oggi, e fortunatamente abbiamo scelto questo lato della Mesolcina, il lato opposto e’ stato all’ombra per tutta la giornata).
Pranziamo poco prima di mezzogiorno, tutti attorno al camino, comunque il freddo si sente.
Anche se non abbiamo cucinato, quindi panini, ci aspetta il dolce ovvero un ottimo panettone di pasticceria caldo e morbido al tepore del camino, innaffiato da un buon spumante, quindi il caffe’ e correzioni, infine il vin brule’ preparato sul gas dallo chef Barba.
Poco dopo le 13 il sole si nasconde dietro il costone e siamo in ombra quindi pulizie, foto varie e verso le 13:30 prendiamo la via del ritorno, calzando tutti i ramponcini, spesso la neve fresca celava tratti abbastanza ghiacciati, quindi sicurezza.
Scendiamo veloci e ci fermiamo su un terrazzo a 840mt sopra Soladro, con una vista sulla valle e la sottostante Soazza.
Dieci minuti di sole, di allegra musica dalla fisarmonica di Francesco, qualcuno e’ anche capace di dormicchiaere con gli occhi semi-aperti.
Riprendiamo la breve ma intensa discesa, passiamo di nuovo dal tratto attrezzato con le catene, e passiamo sul ponticello. Sotto la baita di Portueira seguiamo il sentiero basso che aggira la proprieta’ (che in mattinata abbiamo attraversato), quindi scende ancora qualche decina di metri fino ad un bivio, a sinistra indica “Paese”, Soazza e’ proprio sotto di noi.
Invece noi prendiamo a destra e dopo una quarantina di metri di salita ci ritroviamo nella piazzetta di giro sulla sterrata, dove in fin dei conti era possibile parcheggiare, e dove si vede la palina bianco-rosso-bianca del sentiero (pur avendola vista la mattina, pensavamo che portasse in paese, invece scende e risale per aggirare Portueira).
Alle 15:30 siamo al tornante sulla strada dove abbiamo parcheggiato, tutti soddisfatti, la fatica giusta, ed i bei panorami goduti al rifugio, ne e’ valsa la pena!
Non ultimo nuova esplorazione, studiata la zona, sicuramente da approfondire, da Pindeira si puo’ arrivare all’ Alpe Lughezzon, rimandiamo ad una tarda primavera o estate.
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