ESC 337 | Rifugio Sambuco
/in ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI GRIGIONI /da adminRifugio Sambuco 1890mt e Capanna Osola 1418mt
26 Maggio 2019 – ( 337 )
Parcheggio Daghei di La’ Q980 – Arnased Q1027 – Ponte Q1075 – Capanna Osola Q1418 – Corte del Fornee Q1697 – Bivio Q1780 – Rifugio Sambuco Q1890 (pranzo) – Sentiero vecchio per la Osola – Capanna Osola Q1418 – Parcheggio
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Daghei - Val Osura (CH) | 980 mt |
KM ANDATA | 7,2 Km | 4:40m lorde / di orologio, 30m soste |
KM RITORNO | 6,8 Km | 2:45m lorde / di orologio, 15m soste |
KM TOTALI | 14,0 Km | 08h : 00m lorde / di orologio 06h : 40m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 920 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1050 mt | Max altitudine: 2192mt |
DIFFICOLTA' | T3+ | Sentieri segnalati bene |
COPERTURA CELLULARE | Assente su quasi tutto il percorso | |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | |
PARTECIPANTI | 5 | Giorgio, Paolo, Gimmy, Barba, Angelo |
Come arrivare:
Autostrada A2 uscita Bellinzona Sud / Locarno, quindi tenere la sinistra. Allo stop a sinistra e seguire le indicazioni per Locarno. Ad una rotonda, poco dopo l’aeroporto turistico andare diritto (a sinistra si va a Locarno / Valle Maggia). Si passa sotto un ponte, indicazioni per Val Verzasca.
Alla rotonda prendere a sinistra, poi a Gordola seguire le indicazioni per Val Verzasca.
Seguire la strada fino a Brione Verzasca
Acqua sul percorso
- Fontana ad Arnased e alla Capanna Osola
- parecchi ruscelli sul percorso
Link interessanti
Meteo molto incerto, cambia ogni volta che lo guardi, se c’e’ il sole si fa una vetta, se nuvolo o peggio puntiamo ad un rifugio per pranzare al caldo.
Vada per il rifugio, ormai e’ difficile per noi trovarne di nuovi, ma questo ci manca.
Partenza in Val Osura alle 08:00, il sentiero costeggia il torrente omonimo che come tributario del Verzasca ne rispecchia i colori trasparenti e verdognoli, le pozze ele correnti spumenggianti.
E’ una bellissima valle, ma chi c’e’ stato, sicuramente ha associato un secondo ricordo: e’ lunghissima.
Partiamo di buon passo e alle 9:50 siamo in Capanna Osola, una delle capanne piu’a’ belle che abbiamo mai visitato.
Ci fermiamo per una pausa e alle 10:05 torniamo indietro su sentiero per la Capanna Spluga.
Seguiremo per l’andata il sentiero “alto” ovvero il sentiero ufficiale per il Sambuco, mentre per il ritorno seguiremo il “vecchio” sentiero che parte dopo la Osola.
Sappiamo che incontreremo salvine e/o lingue di neve, ma abbiamo i ramponcini.
Il sentiero principale, palina prima di arrivare alla Osola, sale affiancando le cascate che precedono la Osola, con lunghi e bei zig-zag prendono quota, passando a fianco a cadute du acqua molto belle.
Attorno Q1500, si rientra nel bosco ed il percorso diventa verticale, sbuchiamo alla baita della Corte del Fornee, e sempre molto in verticale si raggiunge Q1690 dove si trova il bivio che a sinistra porta alla Bocchetta di Canova Q2226 e scende alla Alpe Spluga, mentre a destra prosegue per la testa della Val Osura, quindi al rifugio Sambuco.
Le pendeze importanti sono finite, ma non le sorprese.
Il sentiero e’ sicuramente molto panoramico, corre a bordo del bosco e sopra costoni molto ripidi, incontriamo la prima slavina, la neve tiene abbastanza , pestando i talloni si passa.
Proseguiamo ed arriviamo ad una seconda lingua di neve, molto ampia, una trentina di metri, anche questa con un po’ di attenzione (se si scivoila si arriva a fondo valle in un attimo), la passiamo.
Arriviamo ad una terza slavina, e qui sono dolori.
E’ la piu’ ripida ed anche corta in lunghezza, ma sotto passa l’acqua e sui fianchi ci sono buche alte piu’ di una persona.
La studiamo a fondo, come prendiamo in considerazione di tornare indietro. Poi decidiamo di risalire il fianco del canale, ripidissimo e su paglione bagnato, per superare il canale dove c’e’ un tratto scoperto della neve dove forma una cascatella.
Passiamo uno ad uno con una certa adrenalina, tutto bello dove essere arrivati dall’altra parte.
Il passaggio ha richiesto 25min, ma siamo oltre e speriamo di non trovare altri canaloni di neve e slavinati.
Fortunatamente era l’ultimo, poco dopo a Q1800 troviamo il bivio con il sentiero vecchio, e da qui diventa tutto piu’ semplice, tra l’altro il rifugio lo si vede,ancge se la freccia indica ancora 45min.
Il sentiero segue i costoni rocciosi aggirandoli da sopra, quindi si prende un po’ di dislivello toccando Q1910, per poi scendere gradatamente fino al centro della testata della valle, dove si trova il rifugio Sambuco.
Dalla Osola, guardando la testa della valle ci sono numerose cascate piuttosto alte, tenendo come riferimento quella al centro (la piu’ ricca di acqua), il rifugio e’ a sinistra di dove inizia la cascata e poco piu’ in basso.
Non e’ facile vederlo dal basso, se non sai dove e’.
Arriviamo alle 12:30, i primi ed io pochi minuti dopo, siamo parecchio stanchi tutti, e’ stata una bella faticaccia, ben oltre ogni aspettativa.
Il Barba ci dice che “non dobbiamo far fare piu’ questo genere di cose ad un povero vecchio ….”
Ad ogni escursione c’e’ un progresso di difficolta’, fatica e adrenalina (secondo lui).
Il rifugio e’ abbastanza spartano ma accogliente, tra l’altro lo stanno sistemando, e’ in realizzazione un bagno con tutti i confort.
L’interno del locale principale aperto e’ unico, cucina e dormitorio, c’e’ una stufa che rende ottimamente, c’e’ il gas e molte suppellettili.
Questo rifugio e’ un punto di appoggio per la salita al Monte Zucchero Q2735, la discesa in Val Cocco sotto Brontallo, oppure il lago Tomeo, o la Val Redorta a Sonogno.
Pranziamo abbastanza al caldo, anche se il meteo e’ piuttosto freddo, non c’e’ vento ma girano nuvole basse e umide.
La stufa ci consente di scaldare i panini, oltre che noi stessi, concludiamo il pranzo con un ottimo moscato, cioccolata, caffe’ e additivi.
Alle 14:15 puliamo, compiliamo il libro ed i versamenti, foto all’esterno ed iniziamo la discesa.
Torniamo fino al bivio con il sentiero vecchio, che seguiamo fino alla Osola. Come sapevamo e’ molto ripido e diretto, ma non attraversa slavine se non una praticamente in basso dove proprio non ci sono pericoli. Alle 15:40 siamo alla Osola, altra pausa per bere e per riposarci, la fatica si sente, ed il ritorno ancora lungo.
Ora dal basso sappiamo riconoscere il rifugio.
Dopo 20min di riposo e ristoro, iniziamo la discesa molto tranquilla nei boschi, una pioggerella fastidiosa ci costrige a coprirci, ma soprattutto a procedere con attenzione, i sassi sono scivolosi, e peggio ancora le radici delle piante.
Arrivati al ponte smette di piovere, via mantelle e keyway, e scendiamo, ad Arnased c’e’ una bella fontana dove bere, poi veloci giu’ fino all’auto.
Uscita top, faticosa e con il pizzico di pepe che la rende ancora piu’ indimenticabile.
Alla prossima.
ESC 340 | Piz de l’Ardion
/in ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI GRIGIONI /da adminPiz de l’ Ardion 2507mt
07 Luglio 2019 – ( 340 )
Parcheggio Alp de Bec Q1500 – Alp de Bec Q1514 – Alp de Bec de Sura Q1740 – Pass de Buffalora Q2261 – Piz de l’Ardion Q2507 – Laghetto superiore di Calvaresc Q2380 (pranzo) – Pass de Buffalora Q2261 – Alp de Bec de Sura Q1740 – Parcheggio
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Alp de Bec - Soazza CH | 1500 mt |
KM ANDATA | 5,9 Km alla vetta 6,4 Km al pranzo | 04:00m lorde / di orologio, 20m soste 04:30m lorde, 40m di soste |
KM RITORNO | 6,0 Km | 02:40m lorde / di orologio, 10m soste |
KM TOTALI | 12,4 Km | 09h : 00m lorde / di orologio 06h : 30m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 1000 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1244 mt | Max altitudine: 2507 mt |
DIFFICOLTA' | T3+ / EEA | Sentieri segnalati, non per la vetta. Due brevi tratti attrezzati con catene |
COPERTURA CELLULARE | Buona, MA non alla conca del laghetto | Tenersi sul lato Calanca per telefonare |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Gimmy, Barba |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Bellinzona Nord / Coira / San Bernardino.
Proseguire verso il S.Bernardino, uscire a Lostallo e seguire le indicazioni per Soazza.
Dopo qualche chilometro sulla cantonale si devia a sinistra per salire al paesino di Soazza. Vicino alla chiesa si gira a sinistra e si sale verso le case più alte, poi ancora sopra c’e’ un bivio, a sinistra la strada agricola-pastorale per Alpe de Bec.
La strada è a pagamento (10CHF), prendere contatti con la cancelleria di Soazza.
Acqua sul percorso
- Fontane sulla strada salendo all’ Alp de Bec, poco sopra Alp de Bec bassa
- parecchi ruscelli sul percorso
Link interessanti
Oggi siamo in ranghi decisamente ridotti, siamo solo in tre.
Roberto e’ a realizzare un desiderio di lunga data, Paolo ad un concerto (ma con la mente probabilmente camminava con noi) e Angelo all’ultimo dichiara forfet per problemi di salute durante la notte, doveva essere il quarto moschettiere.
Partenza presto, quindi poco dopo le 07:35 siamo gia’ in cammino, con partenza dal parcheggio poco prima l’Alp de Bec, sopra Soazza.
Importante sottolineare che la strada agro-forestale da Soazza all’ Alp de Bec, e’ a pagamento, informarsi presso la Cancelleria di Soazza.
La giornata si presenta soleggiata, e le previsioni meteo hanno eliminato le probabilita’ di pioggia previste durante la settimana, bene speriamo che non fara’ troppo caldo, anche se questo meteo pazzerello ci riservera’ delle sorprese.
Il sentiero lo conosciamo bene, un bel tiro fino all’ Alp de Bec de Sura Q1740, posto idilliaco, quindi si prosegue in direzione del Pass de Buffalora, gia’ visibile dal parcheggio.
Il caldo si fa sentire e ad ogni ruscello ci fermiamo per rinfrescarci, fortunatamente di ruscelli e rigagnoli ne incontriamo molti.
Alle 9:45 siamo al Pass de Buffalora Q2261mt.
In bocchetta tira una bella arietta, quindi pausa di 10min prima di ripartire.
Il passo collega la Mesolcina con la Calanca, dopo qualche decina di metri in piano un bivio: il nostro percorso continula sul lato calanchino, sotto di noi la bella Capanna Boffalora/Buffalora, mentre un sentiero alto ed in direzione NE porta la bel laghetto di Calvaresc Q2214, noto come il lago a forma di cuore.
Il sentiero scende e traversa (-60mt) costeggiando il Fil de Calvaresc, con le cime dei Corn de Golin.
Si incontrano due tratti attrezzati con catene, nulla di pericoloso, ma vanno percorsi con attenzione perche’ particolarmente esposti.
A Q2300 quando il sentiero riprende a sacendere per collegarsi al sentiero basso che proviene dalla capanna e conduce all’Alpe Calvaresc de Sora, si abbandona il tracciato ed inizia la salita in libera.
A dire il vero a Q2300 circa, con a destra una piccola pietraia (vedi foto), ci sono vaghe tracce di passaggio, seguendole si sale in diagonale fino a raggiungere la bocchetta Q2360 che si trova tra la cima Q2369 del gruppo del Fil de Calvaresc ed il Piz de l’Ardion.
Da qui si sale sul filo di cresta senza difficolta’, poi si devia sotto il filo sul alto calanchino per spostarsi infine verso E sulla cima vera e propria, contrassegnata da un ometto di pietre, arriviamo alle 11:25.
Il clima e’ buono, splende il sole, ed il panorama attorno e’ magnifico, anche se da ovest ci sono densi accumuli di nuvoloni scuri.
Siamo in posizione panoramica, verso la Mesolcina si stacca un costone roccioso che scende verso Soazza con il bel Piz del Palo 2200mt, un bel spuntone roccioso, sempre sul lato mesolcinese, l’Alpe de Lughezzon e l’Alp de Bec (si vede anche la zona dei parcheggi), poi verso S l’imponente mole del Nomnom mentre a N il costone di erba e roccia del Fil de Dragiva, che dal’ Alta via della Calanca sale alla cima Q2730.
In basso verso la Calanca il lago di Calvaresc, la capanna Buffalora, e risalendo sul lato opposto si vede pa splendida catena tra il Pizzo di Claro il Pizzo Strega e dei Ramulazz, con gli intermedi Torrent, Giumela, Piz da Termin, Orz, Campedell, Mottone.
E’ presto per pranzare, anche se il Barba vorrebbe gia’ addentare un panino, propongo di scendere al laghetto alto di Calvaresc a 2378mt, non lo si vede dalla cima perche’ nascosto in una conca, chiuso tra il Piz de Calvaresc 2537mt ed il Piz de Mez 2515mt (che dalla cresta del Calvares si raggiungerebbe in 5 minuti).
Scendiamo quindi in direzione del lago basso, fino a raggiungere il costone del Piz de Mez, ed ecco sotto di noi in una conca ancora parzialmente innevata il laghetto-da-pranzo Q2340.
Gimmy arrivato per primo (anzi lui oggi ha fatto da capo-gita), ha visto due camosci abbeverarsi al laghetto, peccato non essere riusciti a fotografarli perche’ al primo rumore sono fuggiti come delle saette.
Discesa ripida fino a questo luogo idilliaco dove pranzare.
Arrivati alle sponde di questo specchio trasparente, ci appoggiamo su enormi pietre piatte e via gli scarponi per provare a pucciare i piedi nell’acqua fresca, anche perche’ c’e’ ancora un po’ di neve attorno.
Pranzo nella pace totale, paesaggi stupendi, sopra le nostre teste i due costoni che salgono uno al Piz de Calvaresc, l’altro al Piz de Mezz.
Spostandosi verso valle, dove esce l’emissario del laghetto, molto sotto di noi il lago di Calvaresc e sui terrazzi superiori tanti laghetti piccoli.
Panorama davverso spettacolare.
Si sta bene anche a petto nudo, poi dal nulla arriva pioggerella ventata, poi nuvole e pioggia, passa veloce ma fa piu’ fresco, ritorna il sole.
Alle 13:30 ripartiamo, ho detto al Barba che non c’era molto da risalire, ma non e’ del tutto vero, si risale subito ripidamente una trentina di metri fino al costone, poi risaliamo verso la cima dell’Ardion fino a circa 2400mt, per traversare sotto puntando alla bocchetta dove in mattinata abbiamo raggiunto la cresta.
Il percorso e’ su ripido, pietraia, erba e terriccio smosso, ma quel che e’ peggio e’ che e’ arrivata una tormenta di pioggia, vento e grandine.
Ben coperti proseguiamo ma con attenzione, e’ molto ripido anche se non esposto, e soprattutto si scivola.
Ritornati in bocchetta ritorna il sole, via i keyway e prosegiamo seguendo le tracce di passaggi fino al sentiero alto e marcato della mattina.
Passiamo i due tratti attrezzati con catene con tanta attenzione, in discesa e’ piu’ difficile e soprattutto ora le rocce sono un po’ viscide.
Ultima salita fino alla bocchetta di Buffalora dove facciamo pausa per fiatare.
Ora inizia la lunga discesa verso l’Alp de Bec, superiore ed inferiore, dove si alternerannno pioggia e sole parecchie volte, e che ci costringeranno a togliere e mettere le coperture impermeabili per ripararsi dall’acqua e per non bollire sotto il sole.
Discesa veloce ed in meno di 3h (dal pranzo) siamo al parcheggio.
Proprio una bella gita, tanto panorama, diversi progetti per le cime attorno, il pizzico di adrenalina che non manca ed il wild che tanto ci piace.
ESC 350 | Farcletta Lai Grand e Vallettalucke
/in ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI GRIGIONI /da adminFarcletta Lai Grand 2659mt e Vallettalucke 2729mt
22 Settembre 2019 – ( 350 )
Tgma Parkplatz Q2340 – Curtignasch Q2272 – Nurdagn Q2261 – Lai Grand Q2386 – Farcletta digl Lai Grand Q2659 – Vallettalucke Q2729 – Curtignasch Q2272 – Tgma Parkplaz Q2340
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Tgma Parkplatz - Mathon CH | 2340 mt |
KM ANDATA | 6,8 Km | 03:00m lorde / di orologio, 30m soste |
KM RITORNO | 5,0 Km | 01:35m lorde / di orologio, 5m soste |
KM TOTALI | 11,8 Km | 05h : 35m lorde / di orologio, 1:30 soste |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 470 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 600 mt | Max altitudine: 2740 mt |
DIFFICOLTA' | T3 | Sentieri segnalati fino alla prima bocchetta poi tutto senza bolli, ma senza pericoli |
COPERTURA CELLULARE | Parziale | Solo al parcheggio prende il telefono |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 4 | Giorgio, Gimmy, Paolo, Angelo, Barba |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Bellinzona Nord e seguire l’ Autostrada per il S.Bernardino.
Percorrere il traforo del S.Bernardino, e scendere verso Coira, passare oltre Splugen, Sufers, uscire ad Andeer e seguire la cantonale in direzione di Zillis.
All’ inizio del paese di Zillis prendere a sinistra per Mathon. Se non trovate la deviazione, c’e’ anche una seconda deviazione a sinistra per Mathon anche all’ uscita del paese.
Seguire la strada che sale dai 950mt di Zillis ai 1600mt di Mathon. Proseguire in direzione di Vargistan.
Prima di arrivare a questa località (e questa è una deviazione chiave), prendere a destra in direzione Dumagns-Curtignatsch. La strada è diventata a pagamento 10CHF, c’e’ la macchinetta (solo monete) sulla sinistra appena si imbocca la deviazione. Seguire la strada, ora stretta ad 1 corsia, quasi sempre senza barriere, sterrata in qualche breve tratto ma sempre percorribile con ogni auto.
Si raggiunge un recinto in legno dove finisce la strada, siamo a Tugma Parkplatz a 2340m
Acqua sul percorso
- Fontana lungo la strada di salita al parcheggio
- Ruscelli sia nel percorso di andata che di ritorno
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Bisogna ammetterlo, la nostra cadenza quindicinale e’ iniziata con la settimana sbagliata …
Settimana piene di giornate di sole, e poi la domenica eccola li’, la perturbazione che arriva.
Ma nulla ci distoglie da voler mettere gli scarponi, ed anche stavolta si studia dove poter prendere meno acqua.
Torniamo in una zona frequentata molto tempo fa, sopra Mathon, per capirci nella zona del Piz Beverin.
Saliamo in auto fino al parcheggio Tgma Parkplaz, la strada e’ diventata a pagamento (10CHF).
Al parcheggio ci vestiamo veloci, fa piuttosto freddino e le tante nuvole che si spostano rapide sono il chiaro segnale della perturbazione in arrivo.
Le cime sono ben coperte dalla coltre grigia, nessuna speranza. Ci incamminiamo alle 08:38.
Proseguiamo sulla sterrata per 1,6km, perdendo quota (-80mt) fino alla prima alpe (Curtignasch), e proseguiamo sempre sullo sterrato fino alla seconda alpe Nurdagn (2km).
Da qui seguiamo le indicazioni ed il sentiero per il Lai Grand.
La salita e’ semplice, il sentiero ben visibile e marcato.
Dopo poco piu’ di 1 ora dalla partenza siamo al bellissimo Lai Grand Q2386, una breve sosta per ammirare la natura ed anche decidere come proseguire.
Proprio al lago c’e’ un bivio, un sentiero scende al Lai Pintg Q2312 e risale alla bocchetta Farcletta digl Lai Pintg Q2585 e da li’ scende alla bella Capanna Cufercal, sarebbe la soluzione migliore in caso di pioggia, almeno si mangia al coperto (la capanna e’ aperta e gestita).
Ma non soddisfano il mio desiderio di un po’ di altitudine e di wild, cosi’ propongo di salire alla bocchetta Farcletta di Lai Grand, sempre su sentiero ben segnato.
Si sale anche con qualche tratto ripido, e alle 10:38 siamo alla bocchetta Q2660, c’e’ la palina, un ometto ed una panca a semicerchio. Sarebbe bello potersi fermare qui ad ammirare il panorama, la vista verso l’ Alperschalli, ma tira un vento gelato e tante nuvole, ci fermiamo ma sotto il filo della cresta per prendere meno aria.
Dopo una quindicina di minuti riprendiamo il cammino, puntando alla bocchetta Vallettaluckle 2730mt, tra lo Schwarzhorn ed il Muttolta.
Non c’e’ un sentiero che collega le due bocchette, e’ un bel traverso wild su pietrisco non sempre ben stabile.
Un po’ sparpagliati anche per non far rotolare pietre in testa agli altri traversiamo fino riprendere la cresta e da li procediamo sul filo fino alla palina della bocchetta.
Anche se c’e’ la palina non c’e’ un vero e proprio sentiero, da nessuna delle due parti.
Tocchiamo sulla cresta la massima elevazione di oggi 2760mt, ci guardiamo in giro alla ricerca di una cima fattibile e sgombra dalle nuvole, ma la situazione non cambia, le cime quando si vedono e’ per pochi minuti, poi ritornano nascoste nel grigiore nuvoloso.
Sarebbe bello proseguire verso lo Schwarzhorn (era l’idea iniziale), ma la conformazione del terreno (salti rocciosi molto alti) e terrazzi verticali pretendono la massima visibilita’ e non un meteo del genere.
Quindi scendiamo lungo la Valletta, puntando ad una grossa roccia biancastra dove poterci riparare dal vento per il pranzo.
Pranziamo in grande allegria, e’ sempre uno dei momenti piu’ belli delle nostre uscite, sia che si pranzi in capanna davanti a piatti gustosi che seduti su roccia o prato a gustare un semplice panino.
Ma il pranzo e’ veloce (poco piu’ di 1 ora), nonostante le varie coperture (giacche, pile, gillet, piumini) fa ben freddo, l’unica e’ muoversi.
Cosi’ dopo il caffe’ ed i sempre graditi alcolici, prendiamo la via di discesa, come detto senza sentiero.
Scendiamo fino ad una cresta che da un un baratro verticale, e la seguiamo in discesa fino a trovare il prato, quindi giu’ fino ad un ponticello situato tra i due alpeggi della mattinata.
Da qui si risale al parcheggio, un po’ noioso, ma necessario.
Nel frattempo e’ uscito un po’ di sole (maledetto ….) che ci permette di guardare le tante belle cime, non tutte fattibili per noi, ma molte sono da tempo nella lista.
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