Per questa escursione decidiamo di ripetere un giro già fatto nella primavera 2015, è già allora era stato piuttosto wild, stavolta lo proviamo in quasi-invernale, anzi per le condizioni del terreno direi proprio invernale.
Partenza dal parcheggio del Ponte Albionasca, salita sul bel sentiero Strada Maria Luisa, antica strada o mulattiera che collega Roveredo al Passo San Jorio e proseguendo verso Dongo.
Citazione: Il nome ci riporta all’ arciduchessa Maria Teresa d’Austria (1717-1780), sotto il cui regno fu costruita e potenziata questa via di collegamento fra l’Austria, la Repubblica delle tre leghe e la Lombardia.
La strada Maria Terea è nota anche come “Via del Viandante”
Il sentiero è stato ritracciato e pulito di recente, troviamo delle paline numerate, in 30m arriviamo al Rifugio La Pila, che si trova poco sotto il percorso, proseguiamo ed in 1h arriviamo all’Alpe d’Albionasca, che stavolta ci fermiamo a visitare.
Una nota importante, già dai 1300mt negli spazi aperti troviamo neve, direi 5-10cm, non crea fastidi visto che il sentiero è comunque visibile, anzi crea una bella atmosfera, anche se non ci aspettavamo assolutamente così tanta neve.
Fino all’Alpe Albionasca tutto tranquillo, poi qualche problema ad individuare il sentiero verso S.Jorio, ma un pò sopra l’alpe riappaiono le bollature e le paline numerate, si sale bene anche se lo strato di neve si fa sempre più importante.
Teniamo d’occhio l’altimetro perchè a Q1810 c’è il bivio che porta verso Cugn. Al bivio inizia la vera avventura.
Già nel 2015 senza neve abbiamo dovuto ravanare per arrivare alla bocchetta, stavolta è stata una vera avventura.
Sentiero leggermente visibile per i primi centinaio di metri, poi inizia il ravanage tra gli ontani e la neve anche ghiacciata, con qualche difficoltà raggiungiamo i ruderi dell’Alpe Cugn, che raggiungiamo scendendo nella gola della Val di Scench.
Da qui la storia si fa seria, le pendenze sono notevoli e ci sono pareti di roccia e blocchi di pietra molto grandi, il tutto ricoperto di neve.
Calziamo i ramponcini e proviamo seguire la traccia GPS, cercando sul posto la via migliore per passare tra neve, ontani e grossi blocchi.
Molto faticosamente guadagniamo quota, ci tocca sempre litigare con gli ontani che hanno invaso il percorso, o presunto tale.
Arriviamo infine alla Sella di Scench a 1920mt, la massima altitudine di oggi.
La bocchetta mette in comunicazione la Val d’Albionasca con la valle che ospita l’alpe Rescignaga e quella di Scench, e si trova sulla cresta del Fil de Redenett, sotto la mole del Marmontana.

Siamo al sole e ci riposiamo dalla faticosa salita, avevamo pensato di percorrere un pò della cresta, ma siamo molto tardi rispetto alle tempistiche previste, la neve e la ricerca dei passaggi ci ha rallentati non poco, pazienza ci torneremo in condizioni megliori.
Ora scendiamo verso le baite di Scench, anche qui sentiero difficile da individuare ma ancora una volta la traccia gps e accurata analisi sul posto ci permette di scendere in sicurezza.
Ragginte le baite dell’alpe, quasi ruderi, scendiamo sotto la baita più grande e cercando di individuare il sentiero sotto scendiamo con traversi e zig-zag verso la bella piana acquitrinosa di Rescignaga. Proprio per gli acquitrini conviene stare alti sul fianco sinistro (scendendo) della piana per raggiungere le baite di Rescignaga.
Le baite e la piana sono al sole, ne godiamo e mettiamo ad asciugare i nostri indumenti matidi di sudore.
Entriamo nel rifugio aperto ed accendiamo il camino, dove ci sistemiamo tutti attorno al fuoco caldo.
Consumiamo il nostro pasto, panino ovviamente, ma non mancano i dolci bisciola e marron-glacé, accompagnati da un rosso di qualità (bravo Gimmy).
Caffè, grappa e sviluppino per chiudere.
Fuori il sole si è eclissato, i nostri indumenti sono diventati rigidi dal freddo, raccogliamo il tutto e ci prepariamo a scendere dopo ben due ore trascorse davanti al focolare del Rescignaga.

Discesa abbastanza tranquilla, neve solo fino a Q1400 circa poi bosco, faggi e foglie.
Il sentiero NON è bollato bisogna fare molta attenzione ad individuare il passaggio e dove prosegue, una paio di passaggi da fare con attenzione, uno in una zona franata ed un a fil di roccia con passaggio stretto (ricordo che c’era una catena?).
Sono 3.4km di ritorno per poi scendere poco oltre al Ponte d’Albionasca, di sole ne abbiamo visto veramente poco, era sempre da un altra parte ….
Fine di una giornata molto wild, decisamente molto più faticosa del previsto, ma abbiamo calpesto la prima neve di questo pre-inverno.