Voglia di 3K, e un tremila di quelli veri non un due-nove-e-qualcosa.
Nonostante la neve residua, ormai molte relazioni portano oltre i tremila, Engadina, Trentino, e mi scappa la voglia di inaugurare la stagione.
La mia scelta e’ limitata dal fiato e dalle capacita’ alpinistiche, ma la nostra lista dei TO-DO comprende ancora tanti 3K.
Eccoci di nuovo a Juf, in Val d’Avers, una valle meravigliosa, unica pecca e’ che per raggiungerla ci vogliono poco piu’ di 2 ore di auto, ma scartata l’Engadina di domenica … qui si trova pane per i miei denti.
Stavolta puntiamo al Piz Piot, vicino di casa del Piz Turba visitato nel 2014.
Rispetto a questo tremila, il Piz Piot e’ molto meno frequentato e privo di sentieri.
Da Juf seguiamo la strada che si inoltra in valle, tenendo sempre il torrente alla nostra destra, ignoriamo il bivio per la Forcellina a sinistra (e’ la via per scendere a Maloja e per salire al Piz Turba), e proseguiamo, il sentiero si biforca, uno segue il torrente uno si alza, ovviamente prendiamo questa direzione.
Come indicato in alcune relazioni bisogna raggiungere Q2397 quotata in mappa, qui c’e’ da superare una bastione roccioso, lo si aggira larghi verso destra per poi deviare decisi a sinistra quando si arriva nel pianoro della morena.
A dire il vero c’e’ un’altra via indicata con ometti che seguiremo al ritorno, molto piu’ diretta che passa molto sopra la bastionata tra le placche di roccia (vedi foto).
Fino a quando non si sbuca in questa vasta morena, la cima non si vede, o meglio si vede la cresta che parte dal Piotjoch, la cima N del Piz Piot 3037mt ma non la cima principale.
Nella morena la vista e’ completa e stupenda, nonostante qualche nuvolone scuro che incombe.
Ora bisogna puntare all’ evidente avvallamento a sinistra della cima (parecchio a sinistra), e’ lo Juferjoch, la bocchetta che collega con la Val Lunga e Val Mader.
Arrivati sotto la bocchetta studiamo il percorso, non e’ proprio evidente, e soprattuto su sassi instabili, sabbietta e ghiaietto che non invita molto.
Sono poco meno di 100mt da salire, ma saranno i piu’ duri.
Verso la meta’ del percorso iniziamo a trovare degli ometti che rinforzeremo al ritorno.
Gli amici mi staccano, io ho bisogno dei miei tempi.
Arrivati al passo grandi panorami, sotto di noi il laghetto incastonato tra il Piz Turba ed il Piz Mader, ma l’attenzione e’ per la lunga e larga dorsale del Piz Piot.
Se dal lato della nostra salita le pendici del Piot precipitano nella morena e nel piccolo ghiacciaio, sul lato della Bregaglia la dorsale e’ davvero ampia e fatta da terriccio e pietra fine.
La punta che si vede non e’ la cima, ma un anticima a 2950mt, una traccia o meglio piu’ tracce di sentiero aiutano a salire.
Arrivati a questa elevazione la cresta si assottiglia e per proseguire bisogna scendere circa 5mt sul lato sinistro, ripido e con sfasciumi ma e’ la via migliore.
Arrivo alle 11:55 in cima piuttosto stanco e sfiatato, Paolo alle 11:22.
I nuvoloni scuri passano veloci sopra le nostre teste, le previsioni danno pioggerella dopo le 15:00 e pioggia seria dalle 17:00, ma bisogna riposare.
In vetta ci tocca coprirci per bene per il frescolino, una sensazione stupenda con la calura di questo periodo che si soffre a casa.
Pranziamo tranquilli, mangio poco, succede quando sei troppo stanco. Alle 13:15 dopo le foto di rito scendiamo con attenzione, soprattutto nel tratto verso l’anticima, poi la dorsale diventa un’autostrada.
Al passo iniziamo a seguire gli ometti, e rinforzarli, unica raccomandazione e’ stare distanziati e fermarsi quando quelli in basso passano sotto la nostra verticale, le pietre sono decisamente molto instabili.
Nel tratto finale bisogna inventare come scendere la via degli ometti e’ su sabbietta che non tiene, meglio le pietre instabili.
Nella morena scendiamo piu’ diretti dell’ andata, dove siamo saliti con un ampia curva, seguendo gli ometti ci infiliamo tra gli spazi della bastionata rocciosa, non e’ sempre facile trovare il percorso, ma ometto dopo l’altro arriviamo a valle.
In basso seguiamo il torrente, senza sentiero, fino al ponticello che porta ad un alpe a 2350mt che la mappa riporta ma senza indicarne il nome.
Da qui il sentiero e’ visibile e segue il torrente fino a poco prima del bivio con la Forcellina e quindi a Juf.
Un po’ noioso questo tratto, 3Km circa in piano.
Una bella conquista, piuttosto impegnativa: 6.4km, di cui nei primi 4Km circa si guadagnano neanche 200mt, il resto e’ tutta salita con percorso da inventare, bello e selvaggio come ci piace.
Obiettivo 3K raggiunto.