Tra le valli della Mesolcina ci mancava l’esplorazione della Val Leggia, almeno nella sua “parte bassa” diciamo sotto i 1300mt di dislivello.
Sappiamo già che si tratta di una valle un po’ dimenticata, molto chiusa verso il basso e che si apre solo nella parte molto alta, oltre i 1800mt, nell’anfiteatro dell’Alp de Mea e de Lugazzon, ai piedi della stupenda mole del Pizzo Paglia.
Quindi non sarà di certo una escursione ricca di panorami, sempre chiusa nei boschi fino al primo alpeggio, Alp de Comun a 1535mt.
Sarà certamente una escursione di fatica, il rifugio Alp de Comun si raggiunge in meno di 4km e oltre 1200mt di dislivello, ma la curiosità è tanta soprattutto dopo le due esplorazioni in Val di Grono, altra valle selvaggia e poco frequentata.
Parcheggiamo a Leggia (Grono) in Via Fontana, proprio dove inizia il sentiero per la Val Leggia di fronte ad una grande fattoria dove le pecore pascolano tra l’erba gelata sotto l’occhio vigile del cane pastore.
All’imbocco del sentiero troviamo un foglio plastificato che indica il divieto di percorrere i sentieri della Val Leggia, non sappiamo ancora della chiusura dei rifugi anche cercando oggi sui vari siti non viene indicato, si procede sotto la propria responsabilità.
Passiamo due cancelli, quindi il letto di pietre di un ruscello che stanno sistemando per i tanti materiali portati a valle con la piena.
I primi 200mt di dislivello sono su sentiero largo con muretti a secco immerso tra piante di castagno, salita blanda con molti tornanti.
A Q540 si inizia a salire molto più decisi, sentiero più aperto ma non pulito l’erba arriva all’altezza del viso.
A Q1000 si entra in Val Leggia, e ci si muove in faggeta, e qui iniziano i problemi, dovuti alle tante foglie sul sentiero, problema comune alle precedenti relazioni. Si procede con cautela strisciando gli scarponi, le foglie sono come il sapone e nascondono cosa c’è sotto che siano pietre o rami dove si inciampa.
A Q1204 troviamo la prima palina con la deviazione per Alpe Dara, qui facciamo una pausa dopo 970mt di dislvello.
Evitiamo la deviazione e proseguiamo diritti con un traverso in salita fino a Q1328 dove troviamo la seconda palina per Alpe Dara, ancora un breve traverso sempre infido per le tante foglie di faggio, attraversiamo un canale di roccia liscia e chiara, e si iniziano ad vedere alcuni abeti, siamo quasi arrivati.
Un ultimo sforzo bello ripido ci porta davanti alla baita dell’Alp de Comun a 1535mt, meno di 4km per 1250mt di dislivello.
Scopriamo subito che la porta del rifugio è chiusa, cerchiamo inutilmente le chiavi. Il locale di servizio (con materiali vari ed anche una branda) è aperto e dentro questo locale troviamo un foglio plastificato che spiega che tutti i rifugi della Val Leggia sono chiusi e che le chiavi sono da reperire in municipio.
Accidenti, il rifugio è estremamente spartano (visto nelle foto, ma anche di persona dalla porta) ma poteva essere utile poterci scaldare con il camino.
Ci accampiamo fuori, purtroppo all’ombra, il sole è coperto dal Torrion, cima che separa la Val Leggia dalla Valle di Grono.
La vista si apre verso la Mesolcina in basso, ma tutta l’attenzione va verso la testata della valle dove si apre un anfiteatro largo e roccioso, chiuso tra l’imponente mole del Pizzo Paglia e e Piz de Agnon. Si intuisce bene che la salita dalla Val Leggia, come dalla Valle di Grono, siano gli accessi privilegiati per salire ai quasi 2600mt del Pizzo Paglia.
Pranziamo all’ombra ed anche molto presto (11:30), dopo poco più di mezz’ora il sole illumina la radura del rifugio e finalmente possiamo godere dei suoi raggi caldi.
Tiriamo fino alle 12:50, un po preoccupati per il ritorno, la discesa sul sentiero con tante foglie e molto aperto verso valle ci preoccupa un po.
Scendiamo con molta, moltissima attenzione, qualche scivolone c’è stato ma in zone tranquille, a Q1000 inizia la discesa fuori dai faggi, molto ripida ma più tranquilla le foglie di castagno sono certamente meno scivolose.
Rientro al parcheggio senza problemi, direi un po stufi del percorso, trascinare i piedi alla fine è decisamente faticoso.
NOTA: il T3+ di difficoltà è dovuto al sentiero non sempre così visibile e abbondantemente ricoperto da fogliame estremamente scivoloso (comunque un T3 anche in buone condizioni)