Altra escursione limitata nel tempo ma questa volta per timore di prendere pioggia, è quasi una fortuna trovare uno spiraglio in questa settimana che si preannuncia ricca di perturbazioni.
Rimandate tante belle idee in Valtellina, propongo agli amici un giro su percorsi in parte ben noti, ma con la “
chicca di una cima decisamente poco nota la Cima del Palone che sfiora i 2100mt, sul costone NO del Grignone, dove probabilmente si dirigono la maggior parte degli escursionisti tralasciando queste cime “minori”, ma non per questo meno interessanti.
La salita fino alla Bogani è già descritta in molteplici relazioni, subito dopo il rifugio si trova il primo bivio che indica a destra il Rifugio Brioschi e la cima del Grignone (
via della Ganda) mentre a sinistra il Palone ed il Passo Zapel (
e da qui al Rifugio Riva quindi a Primaluna o a Pasturo in Valsassina).
Imbocchiamo quindi questo sentiero nro.26 con un saliscendi si raggiunge una conca con due piccole pozze d’acqua, dove finalmente possiamo ammirare la nostra destinazione, non visibile dal rifugio Bogani.
Prima delle due pozze d’acqua si incontra una palina, il sentiero 36 prosegue all’evidente bocchetta del passo Zapel che si trova tra il Palone ed il Pizzo delle Pieve, mentre verso sinistra il sentiero 38 indica Palone.
Se è vero che la cima è visibile scendendo verso la conca con il bivio la nostra attenzione è catturata da tanti camosci che pascolano sul versante sud del Palone, veramente tanti e direi poco spaventati.
Imbocchiamo il sentiero 38 le poche bollature sono vecchie e poco visibili, ma il sentiero è ben marcato a terra.
Si traversa verso sinistra ad una bocchetta situata tra il Palone ed il Palone Basso (così lo ha definito il rifugista della Bogani) o Pizzo d’Eghen.
Ci sono un paio di brevi passaggi dove porre attenzione perchè attraversano dei canali ripidi e con terriccio, ma nulla di complesso.
Raggiunta la bocchetta a Q1960, verso destra si vede la bella cresta che sale al Palone, si segue il sentiero marcato (non bollato) che su erba e facili roccette sale ripido e raggiunge l’omino di vetta.
La vista è veramente ottima, sulla Valsassina, sulle cime dell’alto lago Legnone, Croce di Muggio, Cimone di Margno, i Pizzi di Parlasco, poi il Monte Croce e Pilastro, tutta la lunga cresta della Piancaformia con la croce di vetta del Grignone, mentre il Pizzo della Pieve resta nascosto da nuvoloni scuri e poco promettenti.
Dopo la sosta e le foto scendiamo direzione Palone Basso o Pizzo d’Eghen, raggiunta con attenzione la bocchetta proseguiamo su semplice cresta tra i mughi per la cima erbosa a 1995mt molto panoramica verso il lago di Como.
Anche qui grande avvistamento dei camosci che pascolavano pacifici in vetta e ci hanno lasciato temporaneamente la cime per una breve sosta e le foto di rito.
Ritorniamo alla bocchetta del Palone e scendiamo sul sentiero 38 fino al bivio con il 36 e da qui dopo un breve errore di sentiero raggiungiamo la Bogani per il pranzo.
Il rifugio sappiamo essere chiuso, il rifugista sta facendo manutenzione, ma ci lascia gentilmente l’uso dei tavoli esterni per pranzare, anzi molto gentilmente ci propone di entrare al caldo della stufa.
Ringraziamo ma si sta abbastanza bene all’aperto (per ora), quindi pranzo e chiacchere come sempre in grande allegria.
Dopo un’oretta, di solito ci fermiamo di più, le nuvole ci avvolgono e l’umidità ed il dopo-pasto ci obbligano a vestirci bene.
Decidiamo di partire, almeno camminando ci scaldiamo.
Con Imerio abbiamo pensato di salire diretti alla Bocchetta di Piancaformia e quindi di scendere a vedere da vicino la Porta di Prada, per quasi tutti la prima volta da vicino.

Salendo dal rifugio Bogani alla Bocchetta di Piancaformia possiamo ammirare le due cime di oggi
Quindi salita poi un traverso in lieve discesa ci porta alla Bocchetta di Piancaformia, da qui un ripido sentiero con un tratto con catene ci porta velocemente alla Cappella e Rifugio Brigata Garibaldi.
In pochi minuti siamo alla Porta di Prada, stupenda e direi stupefacente vista da vicino, anche se è tutto nuvoloso e si vede poco oltre lascia vermente a bocca aperta.
Ritorniamo alla cappella e da qui il lieve discesa alla Bocchetta di Prada dove si incrociano vari sentieri: quello che dalla Valle di Prada poi Val di Era sale da Mandello, quello da noi percorso che porta al Rifugio Bietti ed alla Cresta di Piancaformia, quello che sale al Monte Pilastro e quello che scende verso il sentiero 24 che abbiamo percorso in mattinata dal Vò di Moncodeno alla Bogani.
Scendiamo su ripidi zig-zag ed in breve siamo sul sentiero del mattino e da qui al parcheggio.
Che dire, una bella escursione, una cima nuova a tutti e soprattutto sconosciuta a molti.
VISTA DA IMERIO
Esattamente un anno fa avevo fatto un’escursione solitaria (perché mio figlio era positivo al Covid) salendo da Primaluna verso il Canalone Zapel, per poi traversare verso il rifugio Bogani, ed ero passato proprio sotto la Cima del Palone, dove la vista di un gruppo di camosci mi aveva acceso la voglia di salire, ma siccome il giro che dovevo completare era ancora lungo avevo deciso di saltare la cima e quindi, quando ho sentito questa meta tra quelle che si aveva intenzione di fare oggi, ho subito caldeggiato questa scelta.
Ritrovatici con gli ormai consolidati amici Girovagando nel parcheggio al termine della strada che sale dal Cainallo (permesso giornaliero di 6 €), percorriamo il bel sentiero che porta al Rifugio Bogani (raggiunto in 1,5 ore di cammino) per poi proseguire seguendo il sentiero n° 38 recante l’indicazione della nostra meta.
Dopo circa un’altra mezz’oretta di cammino arriviamo alla palina di segnalazione ed iniziamo la salita al Monte Palone, dapprima traversando a sinistra per raggiungere la bocchetta e poi percorrendo la cresta; questo ultimo tratto va affrontato con la giusta prudenza perché è un po’ esposto sui due versanti e in caso di erba o rocce bagnate.
Panorama davvero eccezionale dalla cima (che forse viene un po’ snobbata, ma che invece merita), sia sul vicino Grignone che sulla Valsassina a picco sotto di noi e su molte cime del Lario.
Dopo essere scesi dalla cima, tornati alla bocchetta decidiamo di proseguire diritti in modo da arrivare anche all’altra cima, chiamata Palone Basso (dal rifugista), altrettanto panoramica e poi facciamo ritorno per lo stesso sentiero al rifugio che è chiuso (i gestori ci sono ma oggi si dedicano alla manutenzione) dove ci sediamo ad uno dei tavoli posti all’esterno per mangiare.
Dopo un’oretta scendono le nuvole e fa freschino, per cui ripartiamo scegliendo però di seguire il sentiero che porta alla Bocchetta di Prada, che prima ci fa risalire un bel bosco di larici, per poi scendere verso il versante opposto che dà sulla Val Meria dove, prima di ripercorrere il sentiero della mattinata verso il Cainallo, non manchiamo di andare a visitare la Porta di Prada, un bellissimo arco naturale di calcare situato di fianco al sentiero che porta al Rifugio Bietti.
Anche quello di oggi è stato un bel giro (11 km per 920 m di dislivello, percorsi in circa 5h), su una cima poco frequentata, fatto nel meraviglioso ambiente delle Grigne, dove il calcare che è stato lavorato nel tempo, ha dato origine a guglie, inghiottitoi, doline, archi naturali, ecc., il tutto immerso in sconfinati boschi di faggio o di larici; davvero incredibile il numero di camosci cha abbiamo avvistato (più di un centinaio) che vivono in diversi branchi nella zona protetta intorno al Grignone.
Ottima la compagnia come sempre e tempo favorevole (pochissima la gente in giro), grazie alla possibilità di scegliere la giornata odierna, che presentava una sorta di finestra di meteo buono in una settimana con tempo piovoso, cosa volere di più?