Monte Crocione 1641mt da località Croce e Monti di Nava
Finalmente si esce a camminare, siamo in zona arancio e come detto troppe volte non si capisce con chiarezza cosa si può/potrebbe fare.
Decidiamo con il gruppo di restare in provincia ed essendo in 4 di utilizzare due auto, rispettando tutte le regole di distanziazione.
Propongo un giro interessante che ho in mente da un pò, di salire al Crocione di Menaggio da una via non troppo nota, partendo dal santuario della Madonna delle Grazie di Paullo sopra Menaggio.
Arriviamo a Q533 proprio al Santuario, e parcheggiamo, posti limitatissimi per parcheggiare, nel caso bisogna tornare poco indietro.
Dal parcheggio vediamo la brillante croce metallica che ci sovrasta, è lì che dobbiamo andare.
Seguiamo da subito le indicazioni per Monti di Nava, seguendo una lunga strada in gran parte cementata che sale molto ripida fino alla bocchetta di Nava Q834.
Le indicazioni e bolli indicano il sentiero nro. 2
Alla bocchetta una palina segna ancora h2.25 per il Crocione.
Fino ad ora il percorso era tutto nel bosco, qui siamo in un pianoro, anzi una conca erbosa con varie baite.
Dalla bochetta si inizia a scendere, prendiamo una deviazione a destra che ci porta su un sentiero molto in disuso, è segnato sulla carta regionale e sulla carta Svizzera, ma sul posto è appena accenato, fortunatemente il GPS ci aiuta a ritrovarlo. Come detto si capisce che non viene usato, rami e piante di traverso.
Arriviamo a Brente Q1000, con alcune baite in posizione spettacolare, qui facciamo una prima pausa.
Riprendiamo il cammino, ora il sentiero coincide con il tracciato della Linea Cadorna, quindi una larga mulattiera che sale con una lunghissima serie di tornanti.
A Q1100 una sorpresa, il sentiero si dirige contro una parete rocciosa, c’e’ una galleria lunga circa 150mt scavata sempre per scopi militari, bello attraversarla!
Sul lato opposto il sentiero si restringe e sempre con una lunga serie di tornanti risale il costone del Crocione.
Ora siamo completamente all’aperto, ed in basso lo scenario del Lago di Como è meraviglioso, la giornata soleggiata aiuta per una buona visibilità.
Il percorso è lungo anche perchè si guadagna quota lentamente, i traversi sono piuttosto lunghi, immagino pensati per il trasporto di materiale militare pesante.
Arrivati a Q1410, la Linea Cadorna si dirige a sinistra in direzione del Monte di Tremezzo, sopra di noi con una bella verticale la vetta del Crocione, insomma una direttissima.
Sono “solo” 200mt da salire ma i primi 120/130 metri hanno 45° di pendenza poi un brevissimo tratto più dolce per una impennata finale di un 50/60mt.
Arrivo ultimo ed affaticato, questo ultimo tratto ti ammazza il fiato.
In cima posso riposare e godere di una vista spaziale, verso il lago sia verso N che verso il centro, il ramo di Lecco e quello di Como fino alla punta di Balbianello,
il Grona ed il Bregagno, e le cime verso il Pizzo di Gino che sono tutte nascoste da nuvolaglia scura e minacciosa.
Visto che tira vento scendiamo a pranzare ai ruderi dell’Alpe di Tremezzo, dove gustiamo i meritati panini con un bicchiere di Cannonau, che ha portato il Barba, ma non abbiamo il cavatappi, quindi Gimmy si inventa di tagliare e spingere il tappo all’interno, riusciamo a ricavare il nettare dalla bottiglia.
Ci fermiamo poco più di un’ora, le nuvole scure ci preoccupano un pò, mentre verso il lago c’e’ ancora sole.
Per scendere dall’ alpe ci buttiamo in diretta verso il basso, infatti 150mt sotto si vede il sentiero, quello della linea Cadorna che abbiamo abbandonato per salire in direttissima.
Scelta ottima, in breve siamo sul sentiero ed iniziamo la zig-zagata per scendere alla galleria e attraversala di nuovo.
Uscendo dalla galleria abbiamo il piacere di vedere una poiana che si stacca dalla parete per lanciarsi in volo, credo proprio che possa avere il nido tra le strapiombanti pareti rocciose della roccia della galleria.
Arriviamo a Brente, stavolta seguiamo la strada militare cementata, che scende con lunghi zig-zag, spesso si ha la sensazione che la direzione sia quella opposta a quella giusta, ma il controllo sulla cartina (tablet) ci rassicura, si scende fino a Q840.
Attorno Q840 ad un tornate dove si vedono sotto le baite dei Monti di Nava, vediamo un sentierino che taglia verso la nostra direzione, così evitiamo di scendere e risalire troppo, comunque seguendo la strada si ritorna alla bocchetta di Nava.
La deviazione ci porta proprio alle baite dove in mattinata abbiamo abbandonato la strada per il sentiero poco usato nel bosco, da qui su strada inizia la ripida discesa al Santuario, lunga che non finisce mai.
Aggiungo solo che non si trova acqua sul percorso, quindi rifornirsi di conseguenza.
Stanchi ma molto soddisfatti, il giro merita davvero, ed il lungo tratto con vista-lago è impagabile!