Rifugio Cantina Vecchia 1812mt
Arriva ogni anno a Luglio, la sospirata 2 giorni della Girovagando.
Significa partire sabato mattina, pernottare un rifugio, puntare ad una bella vetta la mattina, ritorno domenica sera.
E’ un evento, quella che il Barba chiama “la notte Bianca della Girovagando”, che programmiamo con mesi di anticipo, e che sognamo da un anno con l’ altro.
Dallo scorso anno abbiamo anche preso il vizietto di autogestirci, quindi non solo di programmare le camminate, ma anche del menù da consumare in grande allegria in capanna, e di questo si deve ringraziare il nostro impagabile Barba-Chef.
La scelta del rifugio … una delle cose più importanti, deve essere in bel posto, avere vicino delle belle cime, avere la struttura giusta per noi … ma possibilmente poco frequentato … facile vero?
Nel 2014 siamo stati alla Masnee, bellissimo posto, gran bella capanna, ma sabato era in over-booking …
Per il 2015 decidiamo per un rifugetto MOOOLTO WILD, la Cantina Vecchia, in Val d’ Usedì, ci avevamo provato a dicembre 2014, arrivandoci molto vicino, ma respinti dal ghiaccio abbiamo rinunciato (e visto oggi il percorso, non lo chiamo sentiero, è stato veramente saggio).
Pur essendo elencato nel libro “Capanne e rifugi del Ticino e Mesolcina”, è così conosciuto che non ci sono passaggi e foto su Hikr (solo l’immancabile Zaza che non si è fermato).
Sabato mattina parcheggiamo a Grumo, lungo la strada che prosegue per Orsino, sono le 08:15.
Inizia la lunga salita su larga mulattiera che supera i primi 500mt di dislivello, una serie infinita di tornanti.
Si sbuca a Q1300 circa ad un trivio: destra Segno, sinistra Loita, dritto per Garnei, questa è la via da seguire.
Incontriamo sul percorso varie persone intente a far pulizia nei sentieri, taglio erba e sistemazioni, sapremo poi che a Garnei la settimana prossima c’e’ la festa del borgo, intitolata a S.Bartolomeo.
Raggiungiamo Garnei, e qui facciamo una bella e lunga sosta (40min), lì c’e’ il lavatoio con la fontana, chiacchere con i locali che proseguono le pulizia alla chiesetta e tutto attorno.
Ovviamente ci chiedono dove stiamo andando, un gran peccato non aver ben chiesto per la bassa della Cognora, ma questa storia fa parte della prossima puntata …
Proseguiamo ancora sempre su sentiero ripido fino a Mum, le baite più in alto di questo pendio prativo, Q1510.
Qui finisce il ripido ed anche il tratto aperto, ora inizia un lungo traverso in gran parte nel bosco che si addentra nella valle d’ Usedi.
Io,Barba,Paolo e Gimmy lo ricordiamo bene, qui lo scorso dicembre abbiamo incontrato la prima neve …
Alle 11:40 arriviamo al Piano di Sobrio, altro pratone con baita diroccata e croce in legno, Q1745.
Due parole sui sentieri e bollature varie. Fino a Mum le indicazioni sono evidenti come il sentiero, da Mum a Piano di Sobrio niente bolli, sentiero non pulito, ma si capisce bene dove passare, dopo Piano di Sobrio … sentiero mal tenuto, spesso non evidente, a tratti anche un po’ esposto.
Diciamo che da Piano di Sobrio il GPS ed un po’ di occchio sono necessari.
Proseguiamo ora in leggera discesa sempre nel bosco, raggiungiamo un tratto aperto con cespugli, da qui la nostra destinazione è evidente, la Cantina Vecchia ci si presenta ancora lontana (circa 1km), ma in uno splendido balcone alla testata della valle.
Riconosciamo il posto, qui a dicembre il ghiaccio sotto i piedi (nonostante i ramponcini) e qualche scivolata di troppo ci ha fatto desistere, e quanto è stata saggia questa decisione vedendo il proseguire del sentiero ….
Ora si punta al rifugio, il sentiero deve arrivare alla testata della valle, sopra una grande cascata formata da Ri del Cascinello.
Il sentiero sempre più stretto, sempre più invaso dall’ erba, spesso da ritrovare poco più avanti.
Ma il gran caldo, la grande determinazione ed un peso infernale negli zaini … ci fa proseguire.
Arrivati vicini alla cascata Q1710, si risale con vari tornanti, si superano due ruscelli, anche un nevaietto, per sbucare sul prato che alloggia il rifugio.
I primi sono già sul posto alle 12:20, io ed il fedele badante Gimmy alle 12:40.
La prima necessità è togliersi di dosso le decine di chili di peso dello zaino, poi grande bevuta alla fontana esterna, acqua freschissima.
Ripresi dalla fatica pranziamo sul tavolo in sasso esterno con i soliti panini.
Prendiamo possesso del rifugio, abbastanza spartano ma c’e’ quasi tutto il necessario.
Locale unico, al piano terra la cucina a gas con 2 bombole, il camino, tavolone con due panche, sul soppalco 6 materassi con cuscini e coperte (rialzati da terra e ricoperti da un telo … per i roditori).
La dotazione di pentole e padelle è buona, mancano piatti, posate e mestoli.
In un bidone troviamo piatti, posate e bicchieri di plastica, purtroppo mancano cucchiai e cucchiaini, ma ci arrangeremo.
Non c’e’ corrente elettrica (quindi attenzione), ci sono le luci ma non i pannelli, certamente c’e’ un generatore a motore, ma è chiuso a chiave in un armadio (pensiamo).
Se la capanna è abbastanza spartana, e bassa al piano sotto (occhio alle travi basse, abbiamo pestato “craniate” per due giorni), si trova su un balcone spettacolare, di fronte la cresta Matro-Molare, con dietro l’Adula e sul versante nord lo Scopi.
A fianco del rifugio due piccoli edifici, il più lontano è la latrina con … buco a perdere, il più vicino contiene un marchingegno che con qualche studio … ti permette di fare la doccia, c’e’ un bollitore con tubi e rubinetti degni di una barca a vela.
Acceso il fuoco sotto il bollitore e dopo lunghissime discussioni di come dovevano essere aperti o chiusi i rubinetti, riusciamo a lavarci.
Inizia una bella fase pomeridiana di cazzeggio, chi si guarda in giro, chi sogna la meta di domani, chi riposa nel ripiano notte.
Verso le 18:00 inizia la vera e propria “notte bianca”, aperitivo con salame, formaggio, sott’aceti (cipolline, carciofi,funghetti), innaffiati di birra, e vino bianco, e chiaramente ottima acqua fresca.
Verso le 19:00, il Barba inizia a preparare la cena, il menù luculliano prevede polenta e cervo (spezzatino superlativo preparato dalla mamma di Paolo).
Alle 20:00 si cena, i complimenti per i cuochi si sprecano, la cena è stata fantastica, si chiude con la torta, prosecco, caffè e grappa.
Alle 21:30 circa dopo chiacchere varie all’ esterno, e già facendo programmi per la due giorni del 2016 (sempre bello sognare), si decide di andare a nanna, sveglia prevista 05:30
Oltre a vestiario personale, sacco a pelo/lenzuolo, pranzo e bevande per il mezzogiorno (che già tutto questo pesa vari chilogrammi), le vettovaglie portate per 4,7Km e 1090mt di dislivello sono:
· Polenta 1Kg
· Risotto 1Kg
· Formaggi 0,6Kg
· 4 vasi cipolline, olive, funghi, carciofi
· Latte 0,5Kg
· Luganega 400gr
· Salami 1Kg
· Salamini 0,6kg
· Vino rosso 3lt
· Vino bianco 1,5lt
· Prosecco 1 bottiglia
· Pane 1Kg
· Burro 1Kg
· Torta e brioches
· Cervo spezzatino 1,2Kg
Alla prossima puntata, non sarà come volevo, ma è sempre un bella avventura …