Alpe Pradasca 1742mt
Prima di tutto il contesto: nevicate abbondanti venerdì e sabato, domenica bello con marcato pericolo valanghe, ultimo ma di grande rilevanza, se sabato nevica domenica saremo i primi a batter neve e neve appena caduta … quindi?
Ciaspole di sicuro, e qualcuno vuole la capanna per pranzare al caldo …
Si decide per qualcosa di sicuro, direi … una Bovarina che è sempre una certezza.
Sabato chiama Amedeo, “sono da solo, dove andate?”
Partiamo tutti dal parcheggio a Campo Blenio alle 8:40, molto ghiaccio e -5°
All’ altezza degli impianti di sci calziamo le ciaspole, e con grande fortuna troviamo la strada battuta, e per dirla tutta la troveremo battuta fino al bivio con il parcheggio Pradasca, mai capitato nelle nostre visite.
Non mi dilungo con il percorso, orami arcinoto, la neve dai 30cm a Blenio, sale fino a 60-80 a Ronco di Gualdo e oltre il metro all’ Alpe Pradasca.
Alle 10:00 circa siamo a Ronco di Gualdo, senza taglioni, seguendo la strada (quindi con tutti i tornanti), evitando di battere la neve fresca.
Qui notiamo che la motoslitta continua a salire (strano …), mentre verso le baite e verso il sentiero classico è tutto da battere.
Decidiamo di proseguire ed arriviamo al bivio per il parcheggio estivo a Pradasca, sotto all’ Alpe.
Qui decidiamo di tentare … una mezza pazzia, passare sul ponte e collegarsi al sentiero alto, iniziamo a battere la neve, una bella faticaccia.
Arriviamo alla centralina elettrica, ed al ponte, non sarebbe un problema passare con la neve fresca, ma appena aldilà … ci sono due traversi ripidi e senza protezioni, troppo pericoloso … retromarcia.
Un rumore dietro di noi, tre bellissimi caprioli giovani arrancano nella neve, e impauriti dalla nostra presenza cercano di scappare veloci, ma con tanta neve fanno veramente fatica. Per alcuni istanti si vedono solo le grandi orecchie ed i grandi occhi, spuntare dalla neve.
Ritorniamo indietro, con la folle intenzione di fare il giro lungo dall’ alto, passando dall’ Alpe Pradasca e poi Alpe Bovarina, scendendo in capanna.
Tornando incontriamo due escursionisti che vengono verso di noi, sono Giorgio (GIBI) e Claudio con il suo bel husky Warry.
Scambio di chiacchere e partiamo tutti assieme, due paia di gambe in più sono utilissime per batter neve.
In breve siamo all’ Alpe Pradasca in neve vergine, poi in alto notiamo 3 sci-alpinisti (vanno al Pizzo di Cadreigh), e ci accodiamo sfruttando la loro traccia.
Si sale fino a Q1910, sopra l’ Alpe Stabbio Nuovo, e scendiamo, io molto distaccato dal gruppo dei battitori.
Quando li raggiungo si discute che fare, è mezzogiorno, e davanti a noi ancora tanto da battere … troppo in tempo (+1.2Km e altri 70mt con vari saliscendi).
Si decide per una ennesima retromarcia e di fermarci a pranzo all’ Alpe Pradasca.
Alle 12:30 siamo tutti e 9 (con Warry) riparati all’ esterno dell’ alpe, sopra delle panchine in legno e con davanti a noi un muro di oltre un metro di neve.
Pranziamo non molto in silenzio, altri ciaspolatori passano e alcuni si fermano non distanti a mangiare.
Purtroppo manca il calore di una stufa, le tartine con lardo e miele del Barba non sono la stessa cosa sottozero, ma l’ allegria non manca, soprattutto chiudendo con un ottimo dolce portato da Amedeo, un bel prosecco, e sigillando il tutto con caffè e grappa.
Alle 13:40 anche per il gran freddo ci rimettiamo in marcia, questa volta niente strada comoda, a scendere grandi “taglioni” per accorciare.
Alle 15:00 siamo al parcheggio, con un ennesimo nuovo giro per tornare in paese, sempre bello imparare scorciatoie.
La classica alla Bovarina è rimandata, ma alla fine è stato un bel giro, decisamente faticoso e per la felicità di Paolo, oltre 13Km con le ciaspole e tutte in neve fresca.