RIFUGIO CASERA VARRONE 1675MT
Un weekend curioso questo.
Per esigenze personali, il gruppo di divide in due, uno esce di sabato ed uno di domenica.
Oggi solo io (Giorgio) ed il Barba, cosi’ propongo di esplorare (visto che non ci sono mai stato) la Val Varrone, e salire al rifugio Casera Varrone e mangiare accomodati e serviti.
Partenza dalla zona industriale di Premana, che si trova sotto al paese, vicino al torrente a 770 mt slm.
Leggendo i vari report delle salite invernali, c’e’ un messaggio chiaro: se si vuole salire servono i ramponi, le ciaspole solo se si prosegue dopo il rifugio.
Iniziamo a salire la lunga Val Varrone, una cosa e’ certa di sole non ne vede in questa stagione, la neve e’ poca ma il ghiaccio e’ veramente ovunque.
Saliamo seguendo la sterrata-cementata che sale fino al rifugio, con slalom tra neve residua e ghiaccio, senza ramponi.
Il primo cartello, subito dopo il ponte indica 2:15 per il rifugio CAI Premana Alpe Varrone, curiosamente dopo circa una mezz’ora incrociamo il sentiero che scende da Premana, un cartello del CAI indica da quella posizione 02:15 al rifugio …
La strada gippabile (quando non c’e’ neve-ghiaccio), sale con pendenza moderata fino all’ Alpe Forni Sopra, Q1100 dove arriviamo alle 09:00.
Ci sono molte baite, tante per un luogo cosi’ isolato, bel posto, poi siamo i primi a salire oggi, quindi intorno a noi solo gelo e silenzio assoluto.
Prima pausa poi proseguiamo, sempre piu’ ghiaccio …
Alle 09:30 arriviamo al bivio per il Rifugio S.Rita (verso destra, attraversando il torrente), noi proseguiamo sulla strada, sempre facendo slalom con lastroni enormi di ghiaccio.
Alle 09:55 raggiungiamo il terzo ponte, come riferimento e’ un punto panoramico, con tavoli e panche, ed con una stupenda cascata, quasi completamente ghiacciata.
Inizia ora il tratto piu’ ripido, la pendenza impenna con una lunga serie di zig-zag, una cosa curiosa che ho appreso in rifugio, che i gestori quando salgono con il fuoristrada, sono costretti a fare un tornante a marcia avanti ed il successivo a marcia indietro, perche’ non c’e’ proprio spazio per curvare.
Dopo qualche tornante calzo i ramponi, c’e’ veramente troppo ghiaccio, il Barba prosegue senza ramponi aggirando i tratti critici in alto, e mentre mi mostra come si fa .. si esibisce in una scivolata degna da balletoo del Bolshoi, raddrizzatosi con eleganza arriva al rifugio quindici minuti prima di me.
Il sentiero quasi spiana, vedo il ponticello che adduce alla conca dell’ Alpe Varrone, ma soprattutto vedo il sole che illumina la conca, vedo la testata della valle con un bellissimo Pizzo Varrone illuminato dai raggi solari.
Ora me la prendo piu’ comoda, e’ vero che non ci sono mai stato, ma leggendo le relazioni, so che sono arrivato.
Al ponte mi fermo, tante foto, purtroppo ci sono insistenti folate di vento che disturbano, ma lo spettacolo almeno per me che sono alla “prima” e’ stupendo.
Ora il ghiaccio lascia posto a neve, non molta a dire il vero, e ventata, ma sia affonda.
Il Barba mi aspetta al rifugio, dove arrivo alle 11:07, mi grida qualcosa … cosa voglio mangiare, ma la porta del rifugio e’ chiusa.
Amara sorpresa: porta chiusa, proprio non me lo aspettavo, non essendoci tracce precedenti, neanche con la motoslitta (ma come fa la motoslitta con tanto ghiaccio?), c’era da aspettarselo.
Ci accomodiamo con un escursionista solitario sul lato E, al sole e protetti dal vento.
Evidentemente non abbiamo panino o altro, solo poca frutta e qualche snack, pensiamo anche di salire al S.Rita (altri 350mt di dislivello … povero Giorgio), ma chi ci dice che troveremo lassu’ il rifugista?
Mentre pensiamo e ci trastulliamo al sole, una bella sorpresa, il cagnolino dei rifugisti ci porta un legno che vuole lanciamo per recuperarlo, e’ chiaro quindi che il rifugio e’ aperto o che aprira’ …
Poco dopo le 11:30 arrivano infatti i gestori, si spalancano porte e finestre, gli animi si placano … le pance vuote si preparano a consumare qualcosa di caldo.
Aspettando la campanella della mensa, giretto per qualche foto, ma l’ attenzione e’ per la bella sagoma del Pizzo Varrone, veramente uno spettacolo da qui.
Ma e’ una torre di roccia, sicuramente materiale per alpinisti, non certo per me, quindi … me lo consumo con gli occhi.
Pian piano arrivano altri escursionisti, e saremo 13-14 persone a pranzo, niente di esotico, un buon piatto di pasta al ragu’ che ho veramente apprezzato.
Dopo caffe’ e grappa, decidiamo di tornare, sappiamo che ci aspettano oltre 8Km di discesa, quindi …
Stavolta ramponi, fin da subito.
In discesa tiro anzi tiriamo bene, superando qualcuno partito prima, coi ramponi il passo e’ sicuro, e poi … come dice il Barba “l’e’ ul pess che ma mena in gio’…”
Teniamo i ramponi fino oltre Alpe Forni, fino al secondo ponte, dove si alterna ghiaccio e cemento e non si vuole consumare l’acciaio delle punte.
Appena tolti … scenetta da gatto-silvestro, sedere a terra e gambe per aria …
Qualche minuto prima delle 16:00, 2h dalla partenza, siamo di nuovo al parcheggio nella zona industriale di Premana.
Positivo il bilancio, ho scoperto una zona nuova e questo mi da’ sempre soddisfazione, come un bimbo che scopre il mondo.