Uscita non programmata, ma come si fa a non uscire nel primo vero weekend di primavera?
Le temperature ci suggeriscono che la neve non e’ proprio “portante”, e dopo averci ben pensato decidiamo comunque di ciaspolare.
Gruppo ridotto a quattro: Giorgio, Paolo, Angelo e l’ immancabile Barba (Luciano).
Tante idee su dove passare questa domenica di grande sole.
Paolo ci propone una invernale poco battuta, almeno dai ciaspolatori, la capanna Campo Tencia. Per esposizione dovrebbe essere buona.
Non so proprio perche’ questa bellissima zona sia battuta solo da sci-alpinisti, anche perche’ la vallata (anzi le vallate) sono vermente molto belle ed i sentieri ben segnalati.
Partiamo alle 08:10 da Dalpe, parcheggio in paese e subito seguiamo il sentiero, ben indicato, che diretto ci porta alla cappelletta, poco dopo incrociamo la strada sterrata che porta a Folpiano (ponte), dove inizia la neve “seria”.
Comunque proseguiamo senza ciaspole, non si affonda, e le difficolta’ sono invece alcuni tratti molto ghiacciati sul sentiero.
Alle 9:38 arriviamo al ponticello di Sgnoi, il paesaggio e’ spettacolare, certo la giornata e’ la cornice perfetta, ma gli ambienti sono davvero magnifici, inoltre il metro-metro e mezzo di neve, aggiunge un certo fascino.
Due curiosita’: un cartello ci avvisa della presenza di mucche invisibili, e le evidenti tracce della lepre sulla neve immacolata.
Qui calziamo le ciaspole ed inizia il tratto certamente piu’ duro, circa 200mt di dislivello in bosco di larice, con zig-zag continui e molto ripidi.
Usciti dal bosco siamo di fronte al Pizzo Tencia, e la lunga cresta che scende verso il Pizzo Forno, tutti molto vicini, direi vicinissimi, ma fortunatamente sul lato opposto della valleta.
Dico fortunatamente perche’ e’ tanto bello ammirarli da sotto … quanto vedere al sicuro le cascate di ghiaccio e le slavine che scendono dai ripidi fianchi delle montagne.
Alle 11:20 siamo all’ altezza dell’ Alpe Croslina, la capanna e’ li’ davanti a noi, vicina, in estate anche meno di mezz’ora, 150mt di dislivello, ma …. sul lato opposto e slavinato.
C’e’ un percorso invernale che anziche’ attraversare il torrente e salire in diretta, prosegue affiancandolo, per poi traversare in alto e discendere verso la capanna.
Ma anche sul fianco del costone roccioso della capanna scendono slavine, vicino al percorso invernale, ma soprattutto … ogni tre passi si sprofonda.
Piccolo consulto e proseguire, anche se e’ presto e potenzialmente raggiungibile la capanna, il ritorno sarebbe pericoloso e faticoso.
E’ dura convincere Paolo, che comunque prosegue verso il torrente, ma alla fine sara’ contento di non averci provato.
Decidiamo di rinunciare, ed e’ stata una decisione tanto sofferta quanto saggia.
Che fare? Per pranzare ci dirigiamo verso l’ Alpe Crosilina, dove prendiamo posto su due grossi contenitori metallici, puliti dalla neve che ne raggiunge i bordi (penso almeno 1.5mt), ci accomodiamo sopra, e via al “far niente piu’ bello che si possa immaginare”.
Siamo a poco meno di 2000mt, paesaggio incredibile sotto al gruppo Tencia, sole caldo, occhiali da sole e sembriamo al “lido” invece che in alta montagna.
Poi pranziamo, sempre in grande tranquillita’, il maggiore interesse sono le slavine che frequenti e fragorose scendono sotto il Tencia ed anche vicino la capanna.
“Bruuuummmm”, dove? Da che parte? Quasi spaventose, per il rumore, poi divertenti da osservare, certo da posizione sicura.
La giornata e’ gia’ magnifica si suo, poi il paesaggi … non sono proprio da meno.
Su un lato chiusi dal gruppo Tencia , il Pizzo Tencia e le tante cime, le cornici di neve, il Pizzo Forno, sul suo fianco le curve disegnate dalla discesa di intrepidi (molto intrepidi) sci-alpinisti.
Il lato opposto e’ ad orizzone aperto sulla Leventina, le sue grandi cime a confine con la valle di Blenio, S.Maria, Piora: Pecian e Pecianet, il Pizzo del Sole, il Molare, la Gana Rossa …
La stalla adiacente all’ Alpe, offre una visione incredibile della neve scesa dal tetto, e cornici di luce e panorami.
Uno spettacolo davvero, e ci alterniamo per vederlo.
Un “ghiro” si fa un giretto sul tetto, una vecchia abitudine ….
Dopo oltre due ore di “lido”, lasciamo la nostra posizione per iniziare un calvario … foto di rito, anzi due, un saluto alla capanna mancata e partiamo.
E si’ … la neve che la mattina aveva una certa consistenza, e’ diventata pappa e gli sprofondamenti sono frequenti e faticosi, anzi per i “leggeri” come me, sono enormemente faticosi, tirarsi fuori dalle buche e’ sempre un’ impresa.
Scendo sempre con la paura di affondare, e la discesa e’ lenta, molto lenta.
Mai stato cosi’ lento a scendere, solitamente sono tra i primi “come dis un Barba, a le’ ul pes che ta’ mena in gio’”, ma affondando anche sopra la cintura il ritorno risulta lungo quanto l’andata (mai successo prima).
Proseguiamo fino a dove possibile con le ciaspole, quasi a Piumogna (il Barba anche oltre), si sprofonda comunque, e alle 16:20 siamo di ritorno al parcheggio.
Chiaccheriamo qualche minuto con un locale a Piumogna, per sapere che alcuni sci-alpinisti sono stati colpiti da una valanga vicino alla capanna, fortunatamente senza danni.
E’ andato tutto bene, e ci siamo goduti in pieno una bellissima giornata, senza rischi inutili, anche se con fatiche da Ercole.