Appuntamento annuale con una racchettata al rifugio Gana Rossa, nelle visite invernali al rifugio siamo tra i più assidui.
Il percorso è la “nostra via”, sperimentata una volta in discesa e ormai assunta come via preferita per le invernali.
Diciamo per correttezza di informazione, che la nostra via segue in parte il sentiero estivo, che da Carì-Brusada prende il canale che porta all’inizio della dorsale di Segna, la cresta che divide la Val Vignum, la via classica estiva ma pericolosa in inverno perchè il lato E della cresta di Segna scarica sempre abbondantemente, dalla Valle dell’ Alpe di Carì.
Partenza dal paese di Carì alle 08:20, ci lasciamo anche tentare nel provare il tapirulan che sale verso gli impianti, poi proseguiamo calzando quasi subito le racchette da neve.
Passiamo Carì di Dentro tenendo ai bordi delle piste di sci che abbandoniamo attorno Q1780 dirigendoci verso il noto canale, ben visibile già dalla partenza.
Contrariamente al solito ci sono molti segni di skyalp che sono scesi e anche qualche ciaspolatore che ha fatto il giro dal lago passando poi (o prima) dal canale.
Non ci resta che seguire le tracce …
La neve è buona, 10/20cm fresca (giovedì ha nevicato), una quarantina di cm di polvere al rifugio.
Il canale parte da Q1800 fino a Q2190, quattrocentometri di pura ed intensa salita, che fatti su neve tutta fresca spengono i motori anche ai più allenati.
Con un pò di traccia e con un battitore come Paolo, non ci sono problemi. Io come sempre resto staccato, la pendenza mi stronca, ma con il mio passo arrivo alla cima del canale, dove la nebbia o nuvole basse avvolgono tutto, non si vede un tubo.
Vedo la traccia girare a sinistra, so bene che è sbagliato si tiene la destra per la capanna, ma gli amici hanno seguito una traccia, ed io non vedendo nulla seguo la pista battuta, che sale lungo un traverso con ghiaccio sotto pochi centimentri di neve, da fare con molta attenzione. Se volete seguire la ns traccia, beh seguite il ritorno.
Dopo il traverso e la risalita, incontro Gimmy, il badante, che mi aspetta e con lui risaliamo un dosso per scendere sul lato opposto riprendendo il percorso corretto che in breve ci porta al rifugio.
Arrivo oltre 20min dopo gli amici, al momento c’e’ un pò di sole, ma accendiamo la stufa per pranzare all’interno e scaldare i panini.
Pranzo rilassato, con frequenti uscite all’esterno, quando c’e’ sole si sta bene, quando tira aria ci ripariamo dentro.
Dopo quasi due ore, pulizia e pagamenti per ripartire, stavolta seguendo il percorso che ben conosciamo e che la mancanza di nebbia ha reso evidente.
La Gana Rossa, NON è di certo un rifugio tipico da ciaspole, come Garzonera, Foisc, Bovarina, Corno Gries, le vie d’accesso non sono semplicissime in inverno, ma trovato il modo, non manca mai la visita annuale.