Eccoci all’appuntamento annuale con il mio (Giorgio) compleanno in montagna.
Gli anni passano, ma la voglia di festeggiare con gli amici e’ sempre piu’ intensa, e come consuetudine tocca al festeggiato scegliere la destinazione.
Torniamo in una valle che mi e’ nel cuore, direi magica per paesaggi e vette da conquistare, la Val d’Avers e le sue laterali.
Abbiamo esplorato molto, e tanto resta ancora da fare, anche se molti di 3K alla nostra portata e’ nella lista dei “gia’ fatti”.
Stavolta propongo il Tscheischhorn (impronunciabile per noi) 3018mt (o 3019mt?), prendendo spunto dalla bella relazione di siso e di StefanP (hikr).
Gruppo numeroso, siamo ben in 9, oltre ai Girovagando ci sono Amedeo, Francesco e Margherita.
Parcheggiamo a Juppa e alle 8:20 ci incamminiamo per la lunga Val Bergalga (la valle delle Marmotte).
Conosciamo molto bene questo percorso, il primo tratto e’ su sterrata, praticamente in piano, per ben 2.8km fino all’altezza dell’ Alpe Nuwa Stofel, dove si attraversa il torrente per salire all’ alpeggio (attivo).
Alle spalle dell’alpe inizia il costone da risalire, nel primissimo tratto c’e’ una traccia di sentiero, poi nulla, solo prato e molto ripido.
Non ci sono particolari difficolta’, bisogna usare come riferimento i profondi canaloni con i ruscelli e tenere il lato del costone che lo sovrasta.
Abbiamo caricato sul GPS la traccia di Siso, che usiamo come orientamento.
Poco sotto Q2600 spiana e attraversiamo il ruscello che scendeva nel canalone, portandoci a destra (NO), puntando alla evidente cresta Hojobuel, che raggiungiamo a Q2745.
Qui troviamo vaghe tracce di sentiero che seguiamo.
Il prato lascia il posto agli sfasciumi, siamo al cospetto del ripido crinale dell’anticima del Tscheschihhorn.
Anche in questo tratto, molto ripido, non ci sono grandi difficolta’, troviamo anche qualche vago ometto, si sale a zig-zag su sfasciumi, fino a raggiungere la cima invernale 2981mt, molto frequentata dagli sky-alp, sono le 11:25.
La giornata non e’ belle migliori, appena raggiunta la cresta le cime si sono avvolte nelle nubi, per cui non abbiamo visto nulla, nemmeno la nostra destinazione che si trova spostata a NO rispetto all’anticima.
Breve sosta per riprendere fiato, non e’ banale fare 1000mt di dislivello in neanche 3Km.
Le nuvole si aprono e finalmente si vede la torre del Tscheischhorn con il suo grande omone di vetta.
Qui devo raccontarvi per bene gli accadimenti.
Arrivo come sempre ultimo, e trovo gli amici che guardano attentamente la vetta, devo riconoscere che vista da qui, sembra davvero molto ostica e poco “da escursionisti”.
Paolo ha iniziato a scendere verso la sella, ma si e’ fermato, Angelo mi dice che “e’ brutta”.
Il gruppo si e’ bloccato pensando che la cima sia fuori dalla nostra portata, e devo proprio riconoscere che guardandola non si puo’ negarlo.
Ma … ho letto e riletto la relazione di Siso (hikr), so che l’amico Siso non fa cose azzardate (almeno per quello che ho letto di lui in centinaia di relazioni), le sue relazioni sono precise e perfette dal punto di vista descrittivo.
Se c’erano difficolta’ oggettive sicuramente sarebbero ben descritte, quindi forte e convinto propongo: andiamo avanti! alla prima difficolta’ che pensiamo eccessiva, torniamo indietro.
Mi metto alla testa del gruppo (incredibile) e scendiamo alla sella, quindi iniziamo a risalire seguendo il filo di cresta su vaghe tracce di passaggi.
Man mano che procediamo si capisce che non e’ poi cosi’ impossibile, che e’ addomesticabile.
Si segue per un tratto il filo di cresta, poi poco sotto la cima si traversa sul lato della Val Madris per raggiungere l’agognata vetta alle 11:50 (poco piu’ di 20min dall’anticima).
Grande felicita’, anche per aver raggiunto qualcosa che sembrava di improbabile. Dieci minuti di sosta e di foto quindi torniamo all’anticima per pranzare e festeggiare.
15min per tornare all’anticima, cerchiamo un luogo sottovento per fermarci, lo troviamo sul lato della Val Bergalga.
Pranziamo ognuno con le proprie cose, poi spumante e 2 strudel per festeggiare, quindi caffe’ e ammazzacaffe’ che non mancano mai nel nostro gruppo.
E’ sempre una grande soddisfazione per me poter brindare con gli amici su un bel 3K, e con grande fortuna sono vari anni di seguito che riesco a coronare questo traguardo.
Alle 13:40 decidiamo di scendere, danno pioggia nel tardo pomeriggio.
In discesa non seguiamo la traccia di Siso, ma teniamo il filo della cresta fino a dove si vedono tracce di sentiero, poi liberamente su prato in direzione del torrente Bergalgabach. Non essendoci sentiero si scende a rastrello, ognuno a modo suo, l’unica cosa a cui si deve stare attenti sono i canali di scolo dei ruscelli, che si fanno sempre piu’ profondi verso valle.
Scendiamo piu’ a N rispetto all’Alpe Nuwa Stofel, e ci concediamo al ruscello un meritato pediluvio.
Proseguiamo tenendo la sinistra orografica del torrente, non c’e’ sentiero, o meglio ci sono molteplici tracce ma sono i passaggi delle mucche, si risparmia un po’ di strada, ma mi sembra giusto segnalare due cose: la prima e’ che per tornare al parcheggio e’ necessario guadare il torrente (noi abbiamo tolto gli scarponi e calze e attraversato), e che lungo questa sponda bisogna a volte saltellare per non finire negli acquitrini o peggio tra gli escrementi delle mucche.
In discesa abbiamo preso una leggerissima pioggia, poi e’ uscito il sole, arrivati al parcheggio (alle 16:00) si vedeva verso la bassa Val d’Avers un cielo nero-nero e fulmini, abbiamo fatto appena in tempo ….
Alla prossima.