Oggi escursione di esplorazione, ma piu’ di ogni altra cosa oggi si festeggia il compleanno di Francesco, e ha chiesto di festeggiarlo con noi.
Io ho nel cassetto da tempo una delle mie esplorazioni, e la mia attenzione e’ nella selvaggia e poco frequentata Mesolcina.
La propongo a Francesco, e accetta subito senza esitazione, anche a lui piace esplorare.
Probabilmente oramai si fida di noi, sa che non facciamo cose mai troppo banali, ma nemmeno troppo ardite, ed anche le nostre esplorazioni, in un modo o nell’ altro, si chiudono sempre con soddisfazione.
Purtroppo del gruppo siamo in tre, ma a farci compagnia Francesco e Chiara, per lei e’ la prima volta in Val Montogn, per Francesco e’ la prima volta oltre la Val Montogn.
Ma dove ci porti oggi? Alla Scima di Laghit. E’ una frastagliata cresta lunga e molto irregolare ed affilata, con varie cime oltre i 2200mt, con la massima elevazione a Q2307, una pala granitica che si trova sopra un laghetto da cui il nome.
La costiera della Scima di Laghit e’ lo spartiacque tra la Val Montogn e la Val Arbola, partendo sa S alla bocchetta di Egion Q2145 (che collega le due valli) e verso N nel Moesano, e dove declina c’e’ una bella radura prativa l’ Alp de Bon Q1811, riadattata a Rifugio sempre aperto.
Alle 08:45 partiamo dal parcheggio basso dell’ Alpe di Montogn, da questo parcheggio si parte per la Val Montogn, ma anche per salire al Campel Bas e Alt.
La Val Montogn nella sua parte alta diventa Val Gamba sovrastata da belle vette rocciose al confine con la Val Chiavenna, tra queste il Piz Padion, Strecciolino, Piodella, Setag, Setaggiolo di Fuori e di Dentro.
Qualche parola sulla strada di accesso. Prima di tutto per percorrerla bisogna chiedere il permesso alla Cancelleria di Lostallo, anche via email. Sono gentilissimi, e rispondono rapidamente.
Il permesso e’ gratuito viene rilasciato per la giornata e per la targa dichiarata.
La strada e’ molto stretta e senza parapetti, lunga 17Km, 40min di auto. 10km sono sterrati ma percorribili anche con auto normali.
Salendo si incontrano alcuni gruppi di baite poi fa un traverso e diventa sterrata, poi bruscamente scende (ora e’ stata cementata) e si passa sopra un ponte, qui siamo in Val Arbola, parcheggiate qui se volete esplorare questa valle che porta in Val Gamba via Bocchetta Egion o in Val Cama dalla Bocchetta de Cressim (sopra il Laghetto di Samprog).
Oltre ad essere stretta (1 auto) si e’ sempre piuttosto chiusi, ma tranquillizzo Chiara, vedrai come si apre a Montogn, ed infatti raggiunti prati di Montogn il paesaggio e’ stupendo e aperto.
Dal parcheggio saliamo verso l’alpe Montogn ( a proposito, una delle baite piu’ vicine alla strada e’ anch’essa un rifugio) lungo una sterrata, volendo si potrebbe portare l’auto fino a quelo punto, dove troviamo parcheggiata una Panda 4×4.
Trovare l’imbocco del sentiero non e’ semplice, perche’ la traccia nel prato non si vede proprio, ma basta salire in verticale sopra l’alpe e seguendo il bordo del bosco si trova un’indicazione in legno che indica l’ Alp de Bon.
Ora inizia una lunga salita corta e ripida per gadagnare 500mt in 2,2Km.
Il sentiero e’ molto marcato, non ci sono bollature a parte qualcuna molto vecchia e sbiadita, ma la traccia e’ evidente, e sul percorso ci sono alcuni cartelli in legno con i nomi delle locaita’.
Tutto il sentiero si svolge nel bosco di abeti, magnifico.
Quando il paesaggio si apre, si sbuca sulla bella radura prativa dell’ Alp de Bon, e alle 10:05, ultimo come sempre, arrivo al rifugio.
C’e passato qualcuno, anzi mentre ci riposiamo scende una persona, e’ Giorgio il Capanat che e’ salito a controllare il rifugio e ad aprire l’acqua.
Ci dice che e’ solo qualche settimana che la neve se ne e’ andata, e che e’ salito a Pasqua e sull’uscio del rifugio a Q1811 c’erano 2mt di neve.
Ci riposiamo e beviamo, ma lo sguardo punta alla cresta della Scima di Laghit, vediamo che su una di questa svetta una grossa croce di legno, eccolo il nostro obiettivo.
Sui fianchi ci sono vari canali ancora innevati, ma Giorgio (non io) ci spiega come salire.
Sotto la cima con la croce (Q2268) c’e’ una piccola sella, ed ancora prima una cima Q2184.
Nella sella ci sono tre grossi ometti di pietra, che a dire il vero al mio arrivo avevo scambiato per 3 escursionisti, mi era sembrato strano, queste vallate sono poco visitate e selvagge.
Studiamo visivamente il percorso, proseguiamo salendo oltre la capanna, dove c’e’ un pianoro erboso, ancora in parte invaso dalla neve.
Da qui pieghiamo verso sinistra in bosco di larici e rododendri che si va sempre piu’ ripido, anche se qualche vaga traccia di sentiero si vede.
Il fiato manca, ma i tre ometti si avvicinao sempre piu’ ed arrivato posso ammirare da sotto la croce, ma manca ancora uno strappo.
Sono ben distaccato dagli amici piu’ veloci, ma proseguo con attenzione.
Dagli ometti si potrebbe tenere il filo di cresta ma c’e’ un roccione, la via migliore e’ stare a destra (lato Val Arbola), e salire a ridosso della cresta su paglione, neve e rododendri, che in fin dei conti aiutano come corda.
Attenzione a non passare mai sul lato sinistro (lato Val Montogn) perche’ e’ una placca unica fino a valle.
E’ veramente ripido ma passo dopo passo arrivo alla croce, ma non sento il vociare degli amici, che invece sono poco oltre, proprio sulla cima quotata 2275mt, la croce si trova spostata in un punto piu’ panoramico verso il Moesano e visibile dal rifugio.
Raggiungo gli altri e mi siedo a riposare, ma soprattutto ad ammirare un paesaggio spettacolare.
La posizione di spartiacque e l’elevazione, regalano una vista a 360 gradi incredibile.
Riconosco bene il Campel (pizzo e rifugio), poi le belle cime di confine, tutte molto rocciose e ben cariche di neve.
Stupenda anche la zona dell’ Alpe di Setag, un balcone verdissimo con roccia sotto ed un sentiero lungo-lungo che lo solca orizzontalmente, lo spunto per una prossima esplorazione.
Ci fermiamo mezz’ora in vetta, anche perche’ Giorgio (il capannat) ci ha proposto di un piatto di pasta, nel rifugio che gestisce, iniziando a cucinare quando ci vede scendere.
Al nostro rientro, molto veloce a dire il vero, soprattutto perche’ cerchiamo le tracce di sentiero sotto i tre ometti ed usiamo un po’ i canali di neve per dei taglioni, troviamo un gentilissimo biglietto di Giorgio che spiega che ha dovuto rientrare e che si scusa.
Nessun problema, abbiamo i nostri panini.
Consumati questi, ci sono i dolci, lo spumante e lo zibibbo con cantucci e savoiardi-sardi, caffe’ e grappa come da tradizione, tutto ottimo.
L’ ambiente e’ spettacolare, solitudine perfetta un gran sole a dispetto delle previsioni incerte, l’ ideale per festeggiare Francesco, spero che la non banale camminata e la vetta con panorami, sia davvero la ciliegina sulla sua torta.
Alle 15:00 chiudiamo il rifugio, firmiamo il libro visite (si nota che i passaggi sono quelli di routine, poche le visite), e prendiamo la via del ritorno, che sara’ rapidissima, in 50min all’ auto.
Un’escursione che mi sono goduto a pieno, una bellissima cima con la croce (ora capisco perche’ Amedeo non e’ venuto con noi!), la giusta fatica appagata da grandi panorami. Molto felice della scoperta.
Ora ci toccano 40min di auto per raggiungere Lostallo e l’autostrada, ma e’ il prezzo da pagare per la pace di questi luoghi.