Schenadui 2678mt e 2747mt
Oggi decidiamo per una ennesima esplorazione, obiettivo lo Schenadui.
E’ la bella cima che sovrasta la Val Termine verso O, il passo dell’ Uomo, e soprattutto il magnifico Lago di Dentro.
Consultata con attenzione la bibbia (leggasi il Vol.3 del Brenna), e considerate le condizioni meteo del periodo (piogge intense) decidiamo di non seguire il percorso di
irgi99, e neppure pedestramente quello più logico di
foloccone e
Poncione, ma un giro che ci permetta un anello, seppur piuttosto lungo.
L’idea (sbagliata in queste condizioni) è quella di percorrere la Costa di Schenadui, quindi la bella cresta che divide Val Termine e Val Cadlino, di abbassarsi sotto le placche delle cime quotate 2629 e 2611, quindi di cercare di salire tra la cima vera e propria e la cima W.
Noi siamo solo in tre (io, Gimmy ed il Barba) ma faranno gruppo con noi Francesco, Chiara, Luca, Amedeo, Irene ed il mio omonimo
GIBI.
Partiamo dall’ ospizio del Lucomagno, +7° e pioviggina. Quelli con le braghe corte devono subito coprirsi, fa veramente freddo, c’e’ un bel venticello gelido e le nuovole basse coprono tutto, ma noi abbiamo speranza.
Percorsi i noiosi 2Km attorno al Lago di S.Maria, paurosamente basso, almeno una decina di metri sotto il livello che ho sempre visto, proseguiamo in Val termine, quindi verso il Passo dell’Uomo, fino al bivio a Q2198 dove deviamo a destra verso la Val Cadagno.
Si risale ma blandamente fino a Q2200, all’incrocio delle due valli, dove abbandoniamo il sentiero per risalire un bel pendio erboso che ci porta in cresta.
Raggiunta la cresta la percorriamo fino oltre i 2520mt, tra prato, grossi blocchi e tanti piccoli laghetti.
Ora deviamo decisi sul lato Val Cadagno, impossibile proseguire in cresta che impenna con grandi placche sotto la prima elevazione quotata 2629mt.
Il gruppo si sgretola un po’, ognuno a cercare la propria via per proseguire, su terricccio instabile, poi su pietre anche queste molto malferme e grosse lingue di neve da attraversare.
Conviene stare bassi, tenendo i 2550-2600mt, io ho fatto l’errore di stare alto, appena sotto la roccia, ma i sassi sono instabili, i nevai ripidi e devi piantare bene i piedi per proseguire, ed i tratti senza pietre sono di sfasciume.
In ogni caso bisogna portarsi sulla cresta opposta e risalire, la via giusta è quella degli amici
Poncione e
froloccone, la più semplice è raggiungere il laghetto dello Schenadui e seguire la semplice cresta fino alla cima W, poi su filo di cresta la cima principale.
Ma questo lo abbiamo capito dopo, sotto la cima W abbiamo risalito in arrampicata semplice ma su roccia molto sdruciolevole, sbucando tra le due cime.
Francesco, Giorgio (non io l’aktro .. che vi credete) e Luca raggiungono la cima principale, ma il tratto tra le due cime è infido, bagnato e pericoloso, scendono di fondoschiena, e suggersicono di non proseguire, va beh manca poco, noi altri ci accontentiamo della cima invernale.
Sulla cima W a 2678mt c’e’ un grosso ometto ed un paesaggio favoloso, peccato per il meteo. Sotto di noi si sviluppa la Val Piora, dal Ritom ai passi Colombe e del Sole, a picco sotto di noi il Lago di Dentro, e poco sopra la perla del laghetto grande della miniera.
La visibilità è scarsa, ma le foto si sprecano. Foto ricordo e scendiamo per il pranzo al laghetto di Schenadui, seguendo la via più semplice ed ovvia per salire la nostra cima di oggi, quindi se dovete seguire la traccia usate quella di discesa.
Pranziamo in una conca tra roccia ed erba, con molta allegria nonostante il meteo che ci regala pochi minuti di sole, ma vento ed una leggera pioggerella.
Dopo il pranzo, è la sagra dei dolci, festeggiamo il recente compleanno di
Chiara, e la torta ha docuto anche prepararsela, ma anche Irene ci ha deliziato di un ottimo dolce, di contro noi accompagnamo con due bottigle di spumante.
Il ritorno è ancora lungo, anche se l’andata è già quasi 9km, quindi foto ricordo al laghetto tutti assieme e via verso il laghi della miniera, risalendo l’elevazione Q2636 sopra i laghetti della Miniera, lungo il percorso disturbiamo due Galli Forcelli, che si allontanano con il caratterstico verso.
Ora schendiamo verso i laghetto più a N, quindi verso il Reno di Medel, ad incrociare il sentiero ufficiale, che ci porta a scendere in Val Cadagno, ad attraversare il torrente e proseguire lungo l’interminabile Val Cadlimo.
Fermata a Stabbio di Dentro, Francesco conosce il gestore che accudisce ben 160 Yak, guardano di fronte a noi siam in linea retta sotto la cima principale dello Schenadui.
Torniamo al parcheggio, stanchi ma contenti, comunque un bel giro, direi proprio nonostante il meteo.
Chiudo con un suggerimento: la via migliore è certamente salire la Val Cadadgno attraversando la diga o guadando all’altezza dello Stabbio di Dentro, da qui salire cercando la via migliore ma tenendosi verso destra, quindi verso il costone che dalla cima Q2636 sopra i Laghi della Miniera scende verso la Val Cadagno, raggiungere il lago Schenadui, quindi su cresta semplice la cima W, da qui con un ultimo sforzo la cima principale, attenzione se ha piovuto/nevicato/ghiaccio, tratto esposto e scivoloso sotto la cima principale.
Alla prossima
CONSIDERAZIONI:
Percorso senza grandi difficolta’ tecniche, cima molto panoramica.
La via bollata (ben bollata) e’ la piu’ breve, la via che abbiamo percorso in discesa (non marcata) e’ decisamente meno ripida, lascio a voi la scelta