Un weekend dalla previsioni proibitive,difficile anche solo pensare di andare in montagna.
Ma noi abbiamo una reputazione da mantenere … si va con quasi ogni condizione meteo, d’altra parte la “torre di controllo” ci concede due slot al mese, quindi bisogna far ben fruttare queste occasioni.
Quindi passiamo la settimana a scrutare le previsioni in ogni zona e valle a portata di auto, ma nella loro variabilita’ non c’e’ luogo dove non ci sia pioggia.
Si comincia quindi a cercare dove piove di meno, il ns criterio e’ meno di 1mm di acqua, puntiamo a raggiungere un rifugetto dove poter pranzare accendendo il camino e scaldare i panini.
Il primo obiettivo e’ in Val di Lodrino, selvaggia come piace a noi, ma le previsioni cambiano tra sabato notte e domenica mattina, quindi cambio di programma al volo.
Piano B in azione, dalle previsioni sembra che la Val Morobbia sia dove scarica meno (non che ci sia bel tempo, nuovole tutto il giorno con brevi scrosci ma di lieve entita’).
Curiosita’: veramente strane queste previsioni, la Val Morobbia come la Valle Albano e San Jorio sul lato italiano sono notoriamente un “pisc…..io”.
Purtroppo e’ una zona che abbiamo gia’ esplorato parecchio, ma riusciamo comunque a costruire un percorso abbastanza indedito.
Partiamo da Melirolo 993mt, gruppetto di baite sopra Melera ultimi paesi prima di Carena, il parcheggio si trova appena sotto il paesino, a Q985, e si trova ad un bivio con una strada recentemente asfaltata.
Iniziamo a camminare alle 7:40, cielo grigio scuro e nuvole basse che coprono la visuale. Al termine della strada c’e’ una baita Q1030 e l’inizio del sentiero che prende a salire con larghi tornanti.
In breve siamo alle baite di Monda Q1099, prendiamo a sinistra seguendo un lungo traverso che si infila nella Valle di Melera.
Dopo aver attraversato il secondo ruscello, c’e’ un bivio, si svolta a sinistra per salire con numerose balze in bosco di abeti.
Il sentiero e’ bello largo, non e’ bollato ma e’ molto marcato, impossibile sbagliare. A Q1290 facciamo una breve deviazione a destra per raggiungere e fotografare una bella cascata. Tutti i ruscelli sono carichi d’acqua per le notevoli piogge di questi giorni, il sentiero proseguirebbe ma ci sono i resti di un ponticello di legno distrutto dalle intemperie. Il sentiero che proseguwe non e’ segnato sulla swissmap, ed in ogni caso non e’ nella nostra direzione.
Ritornati sul sentiero principale, altro lungo traverso nel bosco fino all’ Alpe d’Urnop Q1402, sono le 9:00
Lungo il percorso ci prendiamo due volte una breve ma intensa grandinata, grandine fine che fa male colpnedo il collo o le orecchie. Il tutto dura pochi minuti, una sfuriata che cerchiamo di evitare stando al coperto sotto le piante.
Raggiunta l’Alpe d’Urno ci fermiamo per una sosta, poco piu’ di 10min. L’alpe e’ in fase di sistemazione, ci sono lavori all’esterno.
Per proseguire bisogna prendere il sentiero che parte dietro l’edificio a destra dell’ alpeggio, l’altro sentiero che traversa in piano port all’Alpe Croveggia.
Riprendiamo a salire senza grani pendenze, sempre con un occhio vigile tra gli abeti alla ricerca di funghi porcini, ma forse il meteo o il periodo tardivo, non troviamo nulla, neppure funghi generici.
Dopo il primo ruscello troviamo degli scavi e lavori, probabilmente per il bacino di un nuovo acquedotto, attraversiamo con cautela su ghiaia, passiamo davanti alla casetta metallica degli operai e proseguiamo ancora su sentiero. A Q1530 altro bivio, prendiamo a sinistra e proseguiamo, sulla carta il sentiero sparisce poco piu’ avanti.
Su buona traccia arriviamo fino ai resti di una baiota e poco sopra due pluviometri. Da qui in poi si prosegue senza traccia.
Risaliamo un po’ a naso il costone su bosco e prato, passando tra gli abeti fino a raggiungere una collinetta di prato e felci, siamo sulla Motta d’Urno Q1610 e sono le 09:55
Foto di rito e proseguiamo verso la cresta, mentre a destra si vede bene la roccia del Sasso Guida’ con la sua croce.
Per arrivare in cresta dobbiamo passare un bosco fitto, dove troviamo anche i resti di vecchie trincee, quindi scendiamo verso destra (E) a prendere il bel sentiero che porta alla cima e prosegue verso l’Alpe di Gesero e poi alla Biscia.
Alle 10:23 siamo in vetta al Sasso Guida’, fa freddo e non si vede quasi nulla, c’e’ vento quindi sosta breve per la firma del libro di vetta e le foto di rito, come sfondo nuovole scure-scure.
Scendiamo ritornando indietro sui nostri passi, verso il Motto d’Arbino, passiamo dal laghetto della Costa e prendiamo il sentiero per la Genzianella.
Ce la prendiamo molto molto comoda, restiamo nel bosco cercando porcini, ma siamo poco fortunati, solo 1 esemplare.
Alle 11:30 siamo alla bella Capanna Genzianella, che sappiamo dal sito essere chiusa per il Covid.
Ma sappiamo anche che sul retro c’e’ il barbecue di pietra, raccogliamo rami secchi, con il vento che c’e’ stato se ne trova ovunque, e accendiamo un fuocherello che ci serve piu’ che altro per scaldare i panini, il panino caldo e’ un altra cosa.
Ci fermiamo quasi due ore, ci ripariamo sotto il tetto per l’ennesima passata di grandine, che dura un paio di minuti, pranziamo con i nostri panini caldi, bibite e frutta, chiudiamo con caffe’ e ammazza-caffe’ e cioccolata come dolce.
Alle 13:15 iniziamo la discesa, sappiamo che il meteo peggiora decisamente nel pomeriggio, quindi tutto e’ studiato per un breve ritorno.
Da Pian Dolce a Melirolo 45min di buon passo, siamo al parcheggio alle 14:00, evitando la pioggia e felici per un giretto tutto sommato piacevole, forse il meglio che si poteva ottenere da una giornata come questa.
PS: regalo della giornata una bella e piccola zecca …. accidenti pensavo che ormai con il freddo fossero sparite!