Questo e’ un ritorno al passato per vari motivi:
- siamo tornati nella nostra amata Val d’Ambra
- abbiamo nuovamente camminato sotto la pioggia, una vecchia tradizione.
Ma c’e’ un motivo che ci ha spinto piu’ di ogni altro oggi, la visitazione di un nuovo rifugio del Patriziato di Personico, il rifugio Tei.
Purtroppo siamo solo in tre, i tre moschettieri.
Frequentando il sito del Patriziato, sapevo della ristrutturazione in atto, e della sua inaugurazione, aspettavo solo l’occazione giusta.
Ed il momento e’ arrivato, camminata breve, vista la pioggia, ma intensa.
Percorso perlopiu’ nel bosco, e arrivo dove poter pranzare “a tetto”.
Arriviamo al parcheggio vicino alla diga dell Val d’Ambra e piove, piove.
Partiamo poco dopo le 08:05, coperti ben benino, ed iniziamo la salita.
Il primo tratto lo conosciamo a memoria, e fino a Ramlit Q780, dopo 1Km, sale tranquillo.
Al bivio prendiamo a destra, indicazioni per Cavalum, proseguendo diritto si risale la Val d’Ambra ai rifugi Monte di Dentro e Tecc Stevan, e proseguendo
ancora si sale al Passo del Gagnone e si scende alla capanna Efra.
Da Ramlit si sale e non si smette mai di salire, basta pensare che in 1.4km si guadagnano ben 650mt di dislivello.
Arriviamo a Cavalum Q1125 alle 09:15 con qualche sosta, da qui dietro le baite proseguiamo verso Tei, il Trusp e la Val Marcri (questo e’ infatti uno dei due accessi primari alla nascosta Val Marcri).
Nonostante la pioggia che non smette e non smettera’, facciamo due chiacchere con i locali, stupiti di trovare “dei pirla” a camminare sotto l’acqua.
Ora ultimo tiro, sempre bello ripido che ci porta prima in un bel bosco di larici e abeti, poi di nuovo tra i faggi, e quindi ad un bivio segnato con dei cartelli (carta protetta da plastica) legati ad un faggio.
E’ il bivio per la Val Marcri (diritto) o il Tei ed il Trusp a sinistra.
Dal bivio il rifugio mancano pochi minuti, ricordo bene il vecchio stabile del Tei, infognato nella pineta e lasciato andare, oggi hanno fatto un taglio alberi che colloca il nuovo rifugio Tei in una radura prativa con vista magnifica.
Arriviamo al rifugio alle 10:05, bagnati come pulcini, all’ esterno e’ gia’ bello, ma basta spalancare la porta di ingresso per accedere ad una magnifica baita di montagna.
E’ stato fatto un lavoro egregio, la ristrutturazione ha trasformato un alpeggio rudere nascosto in una baita stupenda ed in posizione panoramica.
L’ingresso e’ sulla sinistra al primo piano, fuori un bel tavolone di legno con paesaggio verso Biasca ed il Matro, ma oggi tutto e’ immerso nelle nuvole.
Poco sopra una bella fontana da cui sgorga copiosa acqua, in ogni caso aperta anche all’ interno (nei periodi previsti).
Passiamo all’interno, ovviamente tutto nuovo e pulito.
Grande stanza: su un lato la cucina con lavandino e stufa (no gas), ampia dotazione di piatti e posate (nuovi), ed anche padelle.
Sul lato opposto un lungo tavolo con sedie e panche che puo’ ospitare 14-18 persone.
Nell’ angolo un camino che funziona alla grande.
Mettiamo in azione camino e stufa, la legna non manca proprio, ed al piano inferiore c’e’ una legnaia con una enorme riserva.
Non c’e’ gas, quindi si cucina sulla stufa a legna, abbiamo avuto qualche problema di fumo e tiraggio all’ inizio, probabilmente c’era condensa nella canna fumaria, ma dopo un po’ tirava regolarmente.
Al piano superiore la camerata con 12 posti per dormire, ed un boiler per l’acqqua calda.
Al piano principale hanno anche ricavato un bel bagno con servizi e la doccia!
L’ acqua viene riscaldata tramite la stufa a legna in cucina, c’e’ addirittura un termometro che indica la temperatura del bollitore.
Tiriamo mezzogiorno con chiacchere e preparativi, Paolo a nostra insaputa ha portato salamelle e focaccia (ormai ha preso il vizio, Barba docet), quindi i panini sono ben accompagnati.
Manca solo la benzina … non prevendo la salamella non ci siamo preparati, ma meglio cosi’.
Frutta e piccoli dolci mentre l’interno della stanza ha raggiunto i 20 gradiC, si sta benissimo ed abbiamo asciugato i vestiti inzuppati.
Alle 13:30 dopo le pulizie, il pagamento del passaggio e uso cucina e legna, firmato il giovane libro di capanna, e dopo le foto di rito prendiamo la via del ritorno.
Come informazione importante, il rifugio e’ chiuso in inverno, ed un cartello indica
di non accendere la stufa se l’acqua non e’ aperta, immagino sia per non compromettere il bollitore.
Il sentiero e’ molto ripido e la pioggia ha reso insidiose le radici e le pietre sul percorso, quindi discesa con “testa”.
Arrivati a Cavalum, bevuta alla fontana e proseguiamo la discesa, sempre con attenzione.
Siamo in auto molto presto, ma era previsto, d’altra parte sotto questa pioggia non si poteva
osare oltre.
Bella scoperta, da tenere presente per qualche compleanno.
Grazie Patriziato di Personico, dai vostri Fan piu’ fedeli !