Max (Massimo detto Elfante di Hikr) ne parlava da qualche tempo, ed il momento e’ arrivato.
Pranzo in capanna autogestita per un gruppetto purtroppo ristretto per motivi organizzativi.
Difficile la scelta della capanna, purtroppo la prima scelta (l’Alp de Volt) non era disponibile, e trovare un ambiente che possa ospitare 20-30 persone, non e’ affatto semplice.
Fortunatamente il boss-big-Elefant ha l’asso nella manica: lo Scoggione, rifugio del Cai di Colico, a 1575mt sulla parete Nord del Legnone. Il rifugio e’ chiuso, ma si possono chiedere le chiavi.
Il Boss non solo si prodiga per il rifugio, ma nelle due settimane precedenti e’ alla ricerca del menu’ e degli ingredienti “di livello”, e solo due giorni prima svela il
Pizzoccheri speck-verza-zucca
Salame cotto con lenticchie
Sorbetto al Braulio
Caffe’ e ammazzacaffe’
L’orario di ritrovo fa imbizzarrire qualcuno, ma dovete sapere che salire al rifugio non e’ una passeggiata in piano … 950mt di dislivello in 3.5Km
Ritrovo a Bione, e via in auto a Colico dove facciamo assieme la colazione, in un baretto delizioso.
Alla gentile ragazza del bar viene un colpo vedendo entrare un’orda di montanari …
Alle 08:00 partiamo dopo aver parcheggiato nel punto piu’ alto possibile, a Rusico 740mt. La strada e’ piuttosto stretta, e non tutta asfaltata, molta attenzione perche’ la grande quantita’ di foglie non favoriscono il grip. In ogni caso meglio una 4×4 e non di dimensioni eccessive, visto i tornanti molto stretti.
Il gruppo parte compatto, ma alla fine della strada cementata, quindi con l’inizio del ripido sentiero si sgretola in gruppetti.
Io mi infilo in coda, come mio solito.
La salita e’ su sentiero ottimo e ben segnato, ma la salita non molla un attimo, sono veramente brevi il traversi in piano.
Siamo sempre nel bosco, con brevi aperture verso il lago o verso la Val Chiavenna, sotto di noi un’immensa coltre nuvolosa. Il bosco e’ vario, partiamo dai castagni, per salire verso le betulle poi i faggi quindi una bella pineta.
Arrivati ad un cancelletto con scritto Dogana, siamo prossimi all’ alpe Scoggione, ma mancano ancora un centinaio di metri di dislivello. Tra l’altro proprio dalla dogana si pesta la prima vera neve, al rifugio ci sono 10-15cm.
Si arriva “da sotto” e gia’ vedo i camini che fumano abbondantemente, e gente indaffarata all’esterno.
Il rifugio dall’esterno sia la posizione, sia l’interno e la cucina e’ veramente bello, oserei dire perfetto per l’occasione.
Grande attivita’ in cucina, e visto che lo Chef non vuole troppa folla attorno, si decide con un gruppetto per una visita al rifugio poco sopra, la Baita del Lago.
Per noi (Girovagando) e’ tutto nuovo, vedere luoghi e rifugi mai visitati e’ un invito a cui non si rinuncia.
Si sale agevolmente, anche se la neve si fa via via piu’ alta.
Il pianoro che ospita la Baita del Lago a 1692mt e’ un posto fantastico, il laghetto ovviamente non si vede, ma l’ambiente sotto le severe pareti nord del Legnone e’ incredibile.
Anche qui il camino fuma, una coppia di escursionisti ha passato la notte in questo luogo magico.
Seguendo chi vi e’ gia’ stato, ci spostiamo su un balcone che si affaccia verso il lago, con grande vista su Piona, il lago, e la sponda nord di Como con Domaso e Gera Lario, le stupende cime dell’ alto Lario, dal Cardinello, il Campanile, il Cavregasco, il Ledu’, il Sasso Canale, poi verso N spunta il Pizzo Stella, e tante cime tutte ben innevate.
Sempre seguendo gli esperti ci spostiamo su un cucuzzolo con una grande croce, e’ la Cima Scoggione 1703mt, bellissimo punto panoramico dove spaziare con la vista dal lago alla Valtellina e alla Val Chiavenna.
Bisogna stare un po’ attenti, precipita a valle con una parete verticale, e c’e’ spazio per poche persone sotto la grande croce in legno, illuminata di notte da pannelli solari e batterie.
Scopriro’ poi che la cima e’ ben visibile dal rifugio Scoggione, mostrando proprio la verticalita’ verso valle.
Il tempo passa, e si deve tornare prima di far arrabbiare lo Chef, quindi alle 11:30 siamo tutti attorno ai tavoli per iniziare con un aperitivo con salatini, olive e pomodori secchi, ben innaffiati dal Prosecco.
Verso le 12:30 arriva il primo piatto, come da menu’ pizzoccheri, ma con variante zucca e speck (Max ci svelera’ che e’ la sua rivisitazione di un piatto della Serena del Griera).
Erano davvero speciali, in pochi hanno potuto godere del bis.
Dopo arriva il secondo, salame cotto con lenticchie, anche questo super …
In ultimo una chicca come dolce: sorbetto al Braulio. Stavolta la bottiglia del Braulio era sorvegliata a vista, ricordando una precedente avventura dove il Braulio era finito tutto sul pavimento.
La preparazione del sorbetto, a cui ho partecipato personalmente come aiutante, e’ stata particolarmente complessa, non per gli ingredienti o la procedura, ma per dover difendere la pentola con il gelato ed il Braulio da numersi incursionisti che armati di cucchiaino cercavano con ogni mezzo lecito o meno, di intruffolarsi e attingere “per una prova” al sorbetto.
Buonissimo anche il sorbetto, l’Elefante ci ha offerto un pranzo di grande qualita’.
Dopo il caffe’, gli ammazza-caffe’, una fetta di bisciola (e ci mancava …), iniziano i lunghi preparativi per le pulizie.
Siamo tutti coscienti che si partira’ tardi e che saranno necessarie le frontali per scendere, finalmente alle 16:15 riusciamo a fare la foto di gruppo all’esterno del rifugio che abbiamo appena chiuso.
La discesa e’ per gruppetti, anche piuttosto veloce per attingere a tutta la luce possibile, che come ben si sa nel bosco si esaurisce prima.
Ultima mezz’ora, o poco meno, con le frontali, alle 17:30 siamo tutti al parcheggio di Rusico, buio pesto.
Non mi resta che ringraziare Big-Elefant per il gran lavoro e per l’ottima cucina, e la grande organizzazione.
Un saluto a tutti, anche a quelli che non sono potuti intervenire.