Le previsioni non sono le migliori, ma lo sanno tutti che noi non ci fermiamo per un po’ di pioggia!
Oggi e’ un’occasione speciale, festeggiamo DUE compleanni: Barba (sabato) e Paolo (domenica), e come e’ tradizione insostiutuibile, si festeggia in rifugio o su una bella cima. Scartata l’idea della cima per il meteo nefasto, puntiamo ad un rifugio e visto il meteo, si decide per cucinare polenta e cervo, piu’ aperitivo e dolci.
La scelta del rifugio e’ sempre materia di discussione nella settimana che precede l’evento, serve un posto accogliente, fornito del necessario per la cucina, e soprattutto “in totale privacy”.
Torniamo volentieri al Campel Bass, una magnifica baita in Val Montogn, gia’ visitata in passato, ma e’ perfetta per una giornata come questa.
Il meteo indicava pioggia nel tardo pomeriggio, ma gia’ alla partenza le nuvole basse non promettono nulla di buono. Percorsa la strada che sale al Montogn (17Km, con permesso stradale da richiedere alla cancelleria di Lostallo, nulla da pagare), parcheggiamo nello spiazzo a 1307mt.
Il sentiero prosegue poco oltre lo spiazzo, e scende di una cinquantina di metri a costeggiare il riale La Montogna, poi ad una palina si devia a sinistra per passare sulla sponda opposta, indicazioni per Campel Alt e Bas.
Si prosegue incontrando il ruscello che scende dalla stretta Val de Campel, a seconda delle condizioni si puo’ guadare, oppure c’e’ un ponticello rudimentale fatto con due tronchi in parte piallati sulla superficie di appoggio.
Dopo il ponte il sentiero sale molto ripido senza alcun respiro, a parte un breve traverso.
Arrivo al rifugio ultimo come sempre ed un po’ in ritardo, ma il peso dello zaino con paiolo per polenta e vettovaglie varie mi ha stroncato.
Comunque alle 10:30/10:40 siamo al Campel Bass, dimenticavo di dirvi che poco dopo il guado si e’ messo a piovere, anche piuttosto bene, alla faccia delle previsioni.
In rifugio iniziano i preparativi, il Barba-Chef ha organizzato l’aperitivo con Spritz, patatine e cetriolini.
Si va di aperitivo, poi fuori smette di piovere e con un gruppetto decidiamo di andare in esplorazione, sicuramente Wild, giusto per tirare mezzogiorno.
Qualcuno si ferma ad aiutare lo Chef nella preparazione.
Con il tempo contato (un’ora o poco piu’), seguiamo tracce di sentiero verso SE, verso la Costa della Sella.
Il sentiero o presunto tale, se esiste e’ in disuso da tempo, o forse specifico ai cacciatori della zona. In una valletta incontriamo un giovane camoscio che ci spia dall’alto di una pioda liscia e ripida. La percorre sempre guardando verso di noi, poi improvvisamente ritorna indietro e scompare.
Noi cerchiamo vaghe tracce, a volte solo dei vecchi tagli di pulizia. Ci inerpichiamo sul lato della Costa della Sella poco sotto la punta quotata 1875mt, scendiamo su un balcone dove possiamo ammirare di fornte a noi l’Alp de Bon e la bella Scima di Laghit, quanta neve ancora, e pensare che ci siamo stati a fine maggio dello scorso anno!
Il terrazzo a Q1855 e’ paurosamente a picco sulla val Montogn, un passo di troppo e …
Da questo terrazzo possiamo anche ammirare la testa della Val Gamba (verso monte, la Val Montogn prende il nome di Val Gamba), con le sue belle cime di confine con l’Italia: il Setaggiolo di Dentro, di Fuori il Piz Gandaiole. La quantita’ di neve ancora presente e’ notevole.
Anche questa parte della testa della valle ci ha visto come esploratori fino al rifugio Setaggie’, a Giugno 2018, sempre per la stessa festa di compleanno.
Una cosa che mi ha molto incuriosito, e’ che oltre alle deboli tracce di sentiero, sulla costa ci sono alcuni bolli rotondi di vernice blu su grosse piante o rocce, eppure sulla carta nessuna indicazioni di sentiero, neppure tornando al 1850!
L’orologio chi chiama al rientro, e chi lo sente lo Chef se arriviamo tardi???
Rientrati con attenzione per la ripidita’ sul paglione, aiutiamo a preparare tavola.
Oggi polenta, rigorosamente cucinata il loco, con spezzatino di cervo preparato dalla mamma di Paolo (spettacolare come sempre), riscaldato sulla stufa e accompagnato da Merlot dei Colli e Magnum di Nebbiolo.
Poi si comincia con i dolci: crostata (moglie del Barba, ottima) e 2Kg di tiramisu (moglie di Paolo, ottimo!), il tutto innaffiato da una Magnum di Prosecco. Per chiudere Zibibbo e Pistokeddos portati da Francesco, ottimi ed immancabili, oramai una tradizione.
Si chiude davvero con caffe’ ed alcolici vari.
Mentre pranziamo tra cibarie, battute e beveraggi, fuori si alternano scrosciate di pioggia e deboli schiarite.
Pulizia capanna, firma del libro (pochi i passaggi, a parte il rifugista), si paga con vaglia presente in rifugio.
La discesa e’ veloce e fortunatamente asciutta, ma attenzione alle pietre e radici scivolose.
Una bella festa, purtroppo niente vetta stavolta, ma non si poteva fare di piu’ con questo meteo pazzerello e poco prevedibile.
Ancora AUGURI a Paolo e Luciano!