Rifugio Alpe Domass 1666mt
Nel nostro gruppo i compleanni si festeggiano sempre in compagnia, a volte in capanna e a volte su qualche bella cima.
Visto il periodo, ma anche il menu’ previsto, la capanna e’ necessaria.
Difficile la scelta, volevamo farvi conoscere un nuovo rifugio, ma la stagione nevosa ritarda tutte le aperture, in piu’ un elevato pericolo valanghe ci fa escludere destinazioni alte di quota.
Torniamo in una zona a noi molto nota, diciamo i dintorni della Brogoldone.
Partenza dal parcheggio sotto Maruso a 1050mt, strada a pagamento sopra Clara (la strada per il Monastero), a 10CHF o 10Euro (monete da 1 o 2 euro).
Fino a Maruso strada bella pulita, anzi la prima neve la troveremo attorno i 1300mt.
Siamo in cinque, il Barba e’ ancora ai box (ma ha il motore nuovo, in fase di rodaggio), Angelo ha impegni, ma c’e’ Francesco con noi.
La salita non ve la descrivo, e’ semplice e conosciuta, sono qualche annotazione: neve residua oltre i 1300mt, molti i pezzi ghiacciati anche insidiosi, da aggirare sopra o sotto, le ciaspole in salita le hanno calzate Paolo e Francesco gli ultimi 100mt di dislivello e superare strati di ghiaccio. Io con Roberto e Gimmy arriviamo ben dopo e senza ciaspole, sprofondamenti solo nei prati attorno al rifugio.
Anzi le ciaspole vanno ad aumentare il peso gia’ folle dello zaino, un gran mal di schiena in salita, ma porto vino, bevande, paiolo, polenta ed attrezzi vari, mi sono offerto di sostituire lo Chef, almeno nella preparazione della polenta.
Arrivo al rifugio Domas dopo due ore di orologio, qui gia’ fervono i preparativi.
Il messagio per i primi e’ controllare gas e legna, padella e materiale da cucina, se manca qualcosa saliamo all’ Alpe di Motto, dove abbiamo piu’ volte festeggiato e cucinato.
La preferenza sarebbe rimanere alla Domass, ci siamo passati ed entrati molte volte, ma mai fermati.
Serve la pala per entrare dalla porta, ma siamo attrezzati, la legna scarseggia (la legnaia e’ al piano inferiore), ma sufficiente a far andare il camino, la bombola e’ finita, ma c’e’ scorta in legnaia. Bene si puo’ restare.
Ognuno si da da fare, per la legna, tagliare dei pezzi da camino, sciogliere molta neve per l’acqua necessaria, ovviamente l’acqua in rifugio e’ chiusa.
Appena bolle l’acqua nel paiolo della polenta mi appresto al mio incarico di polentaro, mentre ben 2kg di spezzatino di cervo stanno scaldando lentamente.
Alle 12:30 polenta e cervo sono nei piatti, e si fara’ il bis ed anche il tris. Poi polenta e zola che non deve mancare.
Direi tutto ottimo, si sente la mancanza del ns Chef, ma cerchiamo di fare del ns meglio e di far tesoro dei sui insegnamenti.
Pulizia in capanna, pagamento della quota e ci prepariamo a partire.
A proposito, due note per il Patriziato: la cassa presenta segni di scassinamento, inoltre ci sono parecchi rifiuti (bottiglie e lattine) che qualche incivile non si e’ portato a casa, nonostente i cartelli che ti invitano a farlo. Non aggiungo commenti, queste cose mi fanno troppo arrabbiare.
Prima di ripartire, breve scambio di palle di neve all’esterno e quindi discesa, questa volta scendiamo tutti con le ciaspole, anche per superare in sicurezza i primi tratti ghiacciati nel bosco.
Arrivati a Maruso, sosta al belvedere (in classico), di ben mezz’ora per godersi un pallido sole ed un po’ di panorama.