Pizzo Prevat 2876mt e Giubin 2776mt
Era la meta prevista per l’escursione precedente, ma il meteo ci aveva fatto deviare più a sud.
Gita infrasettimanale, quella che mia moglie chiama “gita da pensionati”, quindi siamo solo in tre, anzi solo io ed il Barba del gruppo solito, a cui si aggiunge con mio grande piacere il caro amico Sergio.
Giornata spettacolare, stellata notturna e cielo che diventa sempre più blu salendo in altitudine, altezze del genere ad Ottobre non ricordo di averle mai raggiunte.
Risaliamo alla diga e la attraversiamo, l’intento è di compiere un anello, almeno parziale.
Seguiamo la strada che porta a due edifici, sicuramente miltirari, a Q2290.
Qui il sentiero scende al lago e lo costeggia (sul lato opposto c’e’ la strada sterrata), ma noi con l’intento di non perder quota seguiamo tracce, che ben presto spariscono, iniziamo un breve ravano su terreno intabile e spesso ghiacciato, guardando il sentiero una trentina di metri sotto di noi.
In cima al lago ci ricolleghiamo al sentiero che sale al Cassinone, sentiero molto largo, quasi una strada anche se molto sconnessa. Anche qui ghiaccio e fredo, siamo all’ombra anche se il sole splende sulle pareti opposte a noi, sul Pizzo Centrale.
Non riconosco ancora la nostra meta, per oggi il minimo sindacale è il Giubin, anche se le ambizioni sono altre.
Ad un tornante sulla strada seguiamo la bollatura e alle 09:20 (+01:10) siamo al Cascinone, e finalmente sole !
Anche se io sono l’unico non pensionato, sono e resto l’ultimo della fila, ormai un classico, quindi gli amici mi attendono per una prima sosta.
Osservo bene il sentiero che prosegue, intuisco il Giubin, visto in molte foto, ed anche il Passo della Sella, non mi è chiaro come si prosegue.
Ripartiamo ed in 10m siamo al Passo Posmeda Q2569, qui si apre una bella vista verso la Val Canaria, soprattutto la parte bassa verso Airolo, e le belle baite sia sotto di noi che sul lato del Foisc.
Proseguiamo, tornando in ombra e frescolino, fino alla casermetta sotto il Giubin dove di nuovo ci ricompattiamo. Il Giubin è sopra le nostre teste, ma noi guardiamo avanti.
Lasciamo questa cima per il ritorno e proseguiamo verso il Passo della Sella, bellissima vista nell’ alta Unterlptal, e vette all’infinito.
Da qui basta bollatura e sentiero, la via da seguire è evidente e segue il profilo della cresta.
Diciamo subito che la via non si presenta “bella lineare”, pietre di ogni dimensione da superare.
Aggiungo che alla fine la salita non è troppo complessa, e accessibile a normali escursionisti.
Dal passo della Sella Q2701, prima elevazione fatta di rocce scure a Q2741, anche di grosse dimensioni, ci sono vaghe tracce e qualche ometto che aiutano, qualche passaggio di I per superare grossi blocchi, ma mai su esposto, anzi guardando e/o cercando si posso anche evitare.
Proseguendo si trova una nuova sella, parecchi residui di neve anche ghiacciati, ma sempre senza grande difficoltà.
Le rocce diventano di colore più chiaro, bianco-rossastre, la via di cresta si presenta complessa per grossi blocchi, seconda elevazione Q2772.
Barba e Sergio scelgono la via di cresta più complessa, io aggiro a sinistra (lato lago Sella), abbassandosi un poco si passa senza problemi.
Ora siamo sotto al tiro finale, continuano le rocce biancastre e di nuovo la via di cresta è veramente complessa, almeno vista con gli occhi da comune escursionista.
Sopra la nostre teste c’e’ l’anticima, lo scopriremo poi, per salirci bisogna aggirare un poco a sinistra (sempre lato della Sella, Val Prevat), sempre su sassi non sempre stabili e di ogni dimensione, si raggiunge una sorta di canalino di terriccio che si risale senza difficoltà, ma da percorrere con attenzione in discesa, il terriccio è mobile ed è molto ripido.
Sbucati in cima, anzi in anticima, la vetta vera e propria è a qualche decina di metri, segnata da un ometto, piuttosto scarso, e da una targa commemorativa.
Quattro ore dal parcheggio, con almeno 30-35min di soste.
Siamo veramente felici, obiettivo massimo raggiunto, spettacolo a 360°, ma sempre aria molto fredda che ci obbliga a coprirci molto bene.
Una ventina di minuti di riposo, grandi panorami e tante foto. Volendo si può proseguire verso il Pizzo Centrale, abbastanza vicino, ma la cresta non mi sembra “roba tranquilla” e non è nei programmi per oggi.
Sempre volendo in pochi minuti si potrebbe scendere al vicinissimo Rotstock che sia allunga verso NE, ma non ci sembra così interessante.
Dopo le foto di rito, scendiamo il canalino con attenzione, come detto il terriccio è molto instabile, e proseguiamo cercando se ci sono segni di passaggio e magari qualche vago ometto, che rinforziamo.
Tenendosi sul lato destro, verso il lago della Sella, riusciamo anche ad evitare i passaggi di I (forse anche di II secondo Sergio), dell’ andata.
Tiriamo le 12:30 circa per trovare un posto un po’ riparato dal vento, e troviamo un posticino con vista sul lago Sella, le vette della Val Bedretto e molto oltre, spettacolo.
Un’oretta di sosta pranzo, panini ovviamente, ma non manca caffè e ammazza-caffè, come nelle nostre migliori tradizioni.
Primi avvistamenti di stambecchi, due grossi esemplari isolati e poco distanti da noi, poi sotto il passo Sella un gruppo molto più numeroso.
Tornati al Passo Sella, è ora di salire questo famoso Giubin.
Salita banale alla cima, 10-15min dal passo, un grosso omone di vetta ne indica la massima elevazione. Vale la pena sicuramente questa visita, perchè come detto da molti è un punto molto panoramico, su tutta la Val Canaria, i bei laghetti di Stabiello e Laghetto dell’ Alpe, e la cresta Foisc, Camoghè, Pizzo Stabiello e la Punta Negra sopra la capanna Cadlimo.
Poi cime ancora all’ infinito, alcune della Val Cadlimo, lo Scopi e l’immancabile Adula. Ma ci sono anche le vette della Val Bedretto, il Pizzo Rotondo e su fino alla Valle del Corno, il Pian S.Giacomo, il ghiacciaio del Blinner.
Ridiscesi al Passo Posmeda, ripensiamo al percorso di ritorno. Una possibilità è di risalire la cresta fino al Posmenda e percorrerla tutta fino al Pizzo Canariscio, ma visto che abbiamo superato “il minimo sindacale”, lasciamo questo percorso per un’altra volta.
Tornati al cascinone, facciamo il sentiero alto, in direzione dei laghetti degli Ovi, che non vedremo tutti, solo quelli più piccoli a Q2350, perchè il sentiero svolta e scende a pochi passi dalla diga.
Ritorno piuttosto veloce alla vettura, riguardiamo bene le vette percorse oggi, ora � tutto pi� chiaro, sia il Giubin che il Prevat sono ben visibili dal parcheggio.