Pizzo Erra 2427mt
Devo consumare ferie (Giorgio), quindi uscita infrasettimanale, solo il Barba puo’ accompagnarmi.
Le recenti piogge e nevicate limitano la scelta, a questo si aggiunge la voglia (quasi una malattia) di poter abbinare la ricerca di qualche bel Boletus, quindi il percorso deve svilupparsi in parte nel bosco.
Torniamo in una cima gia’ visitata, ma la salita si sviluppa su un altro lato. Meta prefissata e’ il Pizzo d’ Erra, bella elavazione dopo il Matro verso nord.
Partiamo da Angone, mai stati qui prima, un bel nucleo di baite in un grande spazio prativo sopra Calonico.
Parcheggiamo proprio vicino alla palina che indica il sentiero, alle 08:15 siamo in cammino. Salita subito decisa, passiamo una prima baita quindi un po’ di bosco che ci porta ad iniziare le ricerche ….
Altro bel prato ed altre baite in alto, il sentiero ci passera’ vicino, siamo a Frage’ira Q1713. Ancora un po’ di sentiero e ci ritroviamo sulla strada.
Strada ben battuta, sterrata ma larga, guardo la cartina, e’ quella di servizio che porta alla baracca per gli operai della manutenzione dei paravalanghe.
Visto che a questa quota ci sono ormai solo larici, e gli amati boletus edulis non amano questo habitat, seguiamo la strada.
Passiamo dalla baita in disuso di Grasso Vecchio, poi sempre seguendo la strada ci dirigiamo verso il Pizzo Erra, che non vediamo.
Da diverso tempo sentiamo il rumore di un elicottero, non di passaggio, ma che si muove nella stessa area, probabilmente ci sono lavori in corso.
Arrivati sotto la baracca di servizio ci e’ tutto chiaro, ci sono varie squadre di operai che montano paravalanghe tra il Pizzo Erra ed il Pizzo Alto, un’ altra squadra che prepara il metallo e aggancia il carico all’ elicottero che le porta in quota.
Arriviamo alla baracca sempre su strada (percorribile ma chiusa al traffico), dove facciamo una breve sosta. L’ idea iniziale e’ di salire in bocchetta tra l’ Erra ed Pizzo Alto, ma e’ proprio dove si svolgono i lavori, l’elicottero ci passa sopra la testa con le grandi strutture dei paravalanghe, meglio cambiare direzione.
Anche un timido tentativo di attraversare il cantiere fallisce, le squadre ci “invitano” a direzionarci verso il Pizzo Erra, e non verso il Pizzo Alto.
Torniamo verso la baracca e poco sopra c’e’ il sentierino che salendo tra le varie barriere metalliche porta alla cresta e poi alla vetta del Pizzo Erra con la caratterisca opera metallica in vetta. Sono le 11:05
Sosta di una decina di minuti, si potrebbe percorrere in cresta verso NO e raggiungere il Pizzo Alto a 2356mt, ma cambierebbe il percorso di ritorno programmato, quindi la seconda vetta viene rimandata.
Scendiamo sulla cresta SE del Pizzo Erra in direzione del Matro, questa parte del percorso l’abbiamo gia’ fatta. Alla bocchetta Q2200 prendiamo il sentiero, o meglio tracce di sentiero, che scende verso la strada tagliafuoco tra la Fopascia e la Cascina dei Piai.
Sentiero orami in disuso completo, anche sulla CNS e’ presente solo a tratti. Visto che lo abbiamo gia’ percorso la volta scorsa ci riproviamo perche’ scende piuttosto diretto nella nostra direzione.
Perso e riperso varie volte, ad un certo punto decidiamo per una discesa diretta su prato/pietra/rododendri, tanto prima o poi si incontra la strada.
Cosi’ e’, e alle 12:30 ci accampiamo vicino al laghetto della cascina di Piai a Q1960 per pranzare.
Quasi un’oretta di pausa, non vi ancora detto che la rete per i boletus e’ vuota, all’andata solo un esemplare completamente marcio, ma la speranza .,.
Proseguiamo lungo la strada dell’ Alpe dei Piai fino ad un bivio dove prendiamo a sinistra. Qui inizia la discesa lunga e con molti zig-zag fortunatamente nel bosco, come da programma.
Qualche bell’ esemplare lo troviamo, pochi a dire il vero alla fine saranno solo 4, ma c’erano vari bei esemplari grandi e marci.
Il Barba ne trova uno veramente bello e sano, proprio da foto.
Purtroppo la ricerca offre scarsi risultati, il bosco c’e’ ma spesso e’ misto con larici dove crescono i “boletus elegans”, volgarmente Laricini.
Di questa varieta’ si potevano riempire zaini e borse, ma normalmente non li raccolgo, non e’ di grande pregio.
Attenzione su questo sentiero, si incontrano un paio di bivi, tenere sempre la sinistra, quindi verso N.
Alle 14:50 siamo a Suaggia, piccolo nucleo di baite molto belle. Da qui su sterrata torniamo in una ventina di minuti ad Angone, sempre con lo sguardo (infruttuoso) ai bordi del bosco.
Alla fine oltre 13km di passeggiata, una bella vetta, peccato per “il resto”, ma accontentiamoci.