Pizzo di Corgella 1707mt e dintorni
Doveva essere un’altra domenica sulla neve, con le racchette, ma i ripetuti allarmi su pericolo valanghe a livello 3 e 4 ci hanno fatto cambiare idea.
Decidiamo per una cosa tranquilla, un giretto attorno al Pizzo di Corgella, già visitato molti anni fa, ma nel 2009 eravamo solo in tre.
Partiamo dal parcheggio dei Monti del Tiglio, proprio dove ci sono le caserme, pare che con la sbarra aperta sia tollerato il passaggio.
Sono da poco passate le otto, quando ci incamminiamo lungo la strada asfaltata, il nostro gruppo è al completo, con la piacevole compagnia di Francesco e Chiara.
Si sale con qualche tornante e poi un lungo traverso che si inoltra nella Valle di Caneggio, chiusa tra il Pizzo di Corgella e la cresta N del Camoghè.
L’asfalto termina poco prima di un piazzale di giro a Q1330, dove sulla sinistra si stacca il sentiero diretto per l’Alpe di Corgella ed il Pizzo sulla dorsale SO (circa 2,4Km dalla partenza).
Non ci sono segnali o indicazioni, ma la traccia del sentiero si vede bene.
Il percorso diventa ripido, in pochi minuti si giunge all’Alpe di Corgella, evidente luogo gestito dai cacciatori locali, e si prosegue alle sue spalle tenendo la via più ripida e diretta. Alle 09:30 siamo sulla dorsale, i più veloci, mentre mi attendono, visitano il Cucchetto Q1571, l’ultima elavazione della cresta SO, io prendo direttamente verso destra (NE) passando a fianco della Q1617, per giungere in vista della cima.
Ci sono vari residui di neve, anche parecchia, ma si cammina bene, e dove libero si cammina sull’erba secca.
Pochi minuti prima della 10, raggiungo gli amici in vetta, anche se il tempo è velato, si sta bene e non fa freddo, ci fermiamo una mezzora tra chiacchere e fotografie.
Ripartiamo scendendo dal lato opposto, l’obiettivo è l’Alpe Corte di Mezzo.
Si percorre la cresta, bella ed innevata, con alcuni passaggi tra la roccia, ma tutto facile.
Raggiungiamo una conca prativa con molti larici secchi e morti, ricordo bene il posto.
Da qui proseguiamo in piano, ed alle 11 siamo all’alpeggio di Corte di Mezzo.
Visto l’orario, e come previsto, proseguiamo risalendo la vallata, l’idea è quella di puntare a due laghetti a Q1681, ma la quantità di neve e il continuo sprofondare ci fa subito capire che qui servono le ciaspole.
Proseguiamo comunque fino a Q1540, qui un gruppetto di irriducibili tre prova a proseguire, mentre gli altri decidono di prendersela molto comoda e tornare all’alpeggio, “ci troviamo lì”.
A mezzogiorno siamo alla Corte di Mezzo, tempo magnifico anche se non sole pieno ma velato, sopra delle rocce ci prepariamo per pranzare, e soprattutto per goderci la pace ed il panorama.
Gli amici ci raggiungono dopo circa una mezzora, sono saliti ancora un centinaio di metri ma era dura proseguire. Pranzo al sacco, ma non manca un eccellente panettone (residuo di Natale) ed il prosecco, ovviamente grappa, caffè e sviluppin.
Alle 14:30 dopo una splendida siesta mettiamo li zaini in spalla e prendiamo il sentiero classico che scende verso la Corte inferiore, con una bella baita, e poi fino alla piazza di giro dove ritroviamo la strada asfaltata del mattino, dove percorriamo quel paio di noiosi chilometri fino al parcheggio.
Mentre ci cambiamo due aquile volteggiano sopra di noi, è sempre uno spettacolo vederle volare, fermarsi, planare e restare immobili, degna conclusione di una splendida giornata, semplice certo ma “gustosa”.