Non c’e’ il due senza il tre, disse il Barba, riferendosi alle nostre domeniche in uscita e alle previsioni meteo che prospettano sole bel tempo durante tutti i giorni per poi sfogarsi la domenica con qualche piogerella.
Controllo previsioni tutti i giorni anche piu’ volte, ma la sentenza e’ inesorabile, domenica non c’e’ sole, anzi si prospettano pioggia nel pomeriggio.
Cerchiamo disperatamente un percorso che ci porti in qualche cima, anche modesta, e poi un rifugio per ripararsi a pranzare magari al calduccio di una stufa.
La voglia di cima e’ tanta, e siamo anche disposti ad accontentarci di altitudini modeste.
Voglia anzhe di esplorare zone nuove, quindi approfittiamo delle previsioni leggeremte migliori verso Est, per dirigerci un Valmaggia, e la capanna per il pranzo sara’ la bella Alpe Canaa.
La cima piu’ prestigiosa attorno e’ certamente il Pizzo Cramalina, ma le previsioni danno pioggia dalle 13:00, quindi puntiamo alla piu’ modesta Pizzo della Bassa.
Attorno a questi due waypoint costruiamo un anello, come piace a noi, e per dare un pizzico (che poi risultera’ ben piu’ di un pizzico) di wild, la salita alla cima seguendo un sentiero che e’ solo parzialmente segnato sulle carte.
Ormai abbiamo una certa esperienza in materia, quando un sentiero e’ parziale si tratta di percorsi in disuso, spesso nella vegetazione lasciata crescere e poco o nulla visibile.
Ma cominciamo il nostro tour.
A Gresso non troviamo parcheggio in paese, torniamo indietro fino al primo tornante, ci sono altre auto a lato della strada dove non intralciano, partiamo un po’ piu’ bassi ed un po’ di strada in piu’, sono le 08:00.
In paese risaliamo le strette viuzze, fino ad un bivio, dove prendiamo a sinistra in direzione Monte.
Un bel sentiero sale senza strappi eccessivi passando da Coleta, poi da un alpeggio abbandonato a Q1330, quindi al bel gruppo di baite di Monte.
Che bel posto, le baite sono quasi tutte riadattate e con una magnifica vista verso valle. Breve sosta per bere ad una delle fontane.
Proseguiamo in leggera salita risalendo la Val Vergeletto, passando sopra gli alpeggi di Bisada e Merguna, attraversando faggete stupende su sentiero largo e piano che sembra quasi percorribile da fuoristrada.
Poco dopo riprende il sentiero che attraversa una gana con tratti a strapiombo, di fronte a noi l’Alpe di Remiasco.
Ancora in faggeta arriviamo ad un bivio Q1593, proseguendi diritto si sale all’Alpe di Remiasco, salendo in verticale indica alpe di Bietri.
Ora ci sono un centinaio di metri tra i larici, belli impegnativi, quasi una verticale che ci porta ad un’altra palina Q1681, a sinistra indica per Alpe Rodan, ma anche la bocchetta di Doia e la Capanna Alnasca, mentre a destra Alpe Bietri e Alpe della Bassa.
Prendiamo a sinistra ed in breve siamo all’ Alpe di Bietri Q1687, solo un edificio e’ ancora agibile. Proseguiamo ora in leggera salita ma sempre su bel sentiero in direzione dell’ Alpe della Bassa, ma con grande attenzione al GPS aspettando il bivio per il tratto wild.
A Q1830 troviamo, o meglio si intuisce, una vaga traccia di sentiero che traversa verso sinistra ed iniziamo a seguirla.
Si percorre un tratto su paglione, con scarsa tenuta, quindi da percorrere con attenzione.
Poi la traccia, sempre vaga e spesso molto vaga, risale il fianco di una parete di roccia a picco, e raggiunge un bivio.
A sinistra si raggiunge l’Alpe di Lago, ben visibile e abbastanza vicina, da qui si potrebbe raggiungere il Pizzo Cramalina, ma l’idea della pioggia alle 13:00 ci suggerisce di proseguire con l’idea iniziale.
Proseguiamo in salita, e da questo bivio il sentiero o le sue tracce praticamante spariscono tra erba alta e gialla, rododendri e cespugli di ginepro.
Con un po’ di intuizione con non poca fatica e ravanage raggiungiamo la cresta SO del Pizzo e da qui e’ facile, ultimi 100mt su paglione ma la cresta e’ molto larga.
Arriviamo in cima sparpagliati, l’ultimo alle 11:22.
Nell’ ultimo tratto di sentiero ed anche nel wild siamo sorpassati da ragazzotti con grandi zaini, scopriremo in vetta che oggi c’e’ un context a livello nazionale svizzero di persone che si lanciano con il parapendio, partono da una cima, volano verso un punto di atterraggio (un alpe o simili), rimettono parapendio e attrezzatura nello zaino, risalgono un’altra cima e via cosi’.
In base a orari e cime raggiungono un punteggio (almeno cosi’ ci e’ stato spiegato).
Ne vediamo partire una quindicina nella mezz’ora di permanenza in cima.
La vista dal Pizzo della Bassa e’ comunque notevole, la star e’ chiaramente il vicino Pizzo Cramalina, vediamo alcuni escursionsiti che la risalgono e poi in vetta, ma il panorama e’ veramente ampio in tutte le direzioni, ed il meteo ancora buono.
La conca sotto il Pizzo Cramalina e’ ben visibile, e e’ anche evidente l’Alpe di Canaa con il caseggiato ad
Dopo poco meno di mezz’ora e le foto ricordo scendiamo il costone SE (non lo stesso di salita) in direzione del Passo della Bassa.
Anche qui le tracce di sentiero si perdono spesso, ma non ci sono problemi.
Poco prima del passo, vediamo sotto di noi il sentiero che porta a Canaa, quindi giu’ tra rododendri e paglione.
Da qui in poi sara’ tutto sentiero, un bel sentiero, largo e ben pulito.
In circa mezzora dalla cima raggiungiamo il rifugio Alpe di Canaa, entriamo per scoprire un’altro gioiellino a disposizione degli escursionsiti, una grande cucina e sala da pranzo bella, luminosa e dotata di tutto, al piano superiore c’e’ il dormitorio (verificare sul sito).
Accendiamo la stufa per scaldare i nostri panini e pranziamo (bibite e vino disponibili).
Ci fermiamo per oltre un’ora, chiaccherando e pranzando. Durante la nostra permamenza arriva prima un escursionista poi una coppia, scopriremo che sono i rifugisti (a turno) della capanna Alnasca raggiungibile in 3h:30.
Dopo le pulizie, compilato il libro di capanna e lasciato il dovuto (le tariffe le trovate in capanna e sul sito, il soggiorno costa 25CHF/Euro mentre per il passaggio e’ gradito un contributo) ci prepariamo per il ritorno.
Anche se sono le 14:20 non ha ancora piovuto, ma le nuvole incombono, le cime sono gia’ ben coperte.
Ripercorriamo il sentiero fino al passo della Bassa, poi si traversa sul lato di Gresso (la capanna e’ sul lato di Lodano da cui e’ raggiungibile con vari percorsi da tutte e due le vallate).
Dal passo un lungo e stupendo traverso in piano ci porta sopra l’ Alpe della Bassa, ormai in disuso ed in parte crollata, Scendiamo sempre su sentiero ben indicato e poco impegnativo fino a Monte, un bel nucleo di baite ben sistemate, distribuite su una distesa prativa (e ripida).
Scendendo si entra in faggeta una lunga serie di zigzag scende ripida, spesso molto ripida e con tratti con gradini di pietre, direi piuttosto noioso questo tratto, forse perche’ eravamo stanchi.
Raggiunto Gresso scendiamo al nostro parcheggio, 2:10 di discesa dalla capanna.
Stanchi ma soddisfatti, una cima raggiunta e la scoperta di una bella ca