Il ritorno dello Jedi, e lo Jedi e’ Gimmy che torna a camminare pieno di voglia di montagna dopo oltre quattro mesi di astinenza, causa operazione chirurgica.
Considerato lo scarso allenamento, propongo qualcosa di semi-tranquillo (e ora mi aspetto di leggere il commento del Barba che me ne ha dette di ogni …).
Puntiamo ad una bella cima dove non siamo mai saliti, ma che ho visto in molte relazioni invernali, soprattutto dell’amico siso.
Non e’ inverno, non c’e’ neve e mi piace l’idea dello “lo famo strano”, quindi propongo una salita inedita (non ho trovato relazioni), con partenza dal lato della Leventina a Predelp.
Partenza alle 08:00, salita verso il Passo Predelp fino al bivio dell Acquedotto, a circa 1870mt.
Qui una palina indica verso destra Brusada e capanna Gana Rossa, questo aveva solleticato la mia fantasia quando avevo visto le indicazioni, in una delle salite al passo Predelp e relativa cima.
Dal bivio in poi per noi e’ tutto da scoprire.
Il sentiero si arrampica ripido sul fianco dell’elevazione All’Uomo, poi a quota 1950 circa spiana e con un bel traverso si porta a Pian Cavallo, dove si trova l’omonima alpe.
Qui si abbandona il sentiero. Con Francesco ci soffermiamo a studiare il possibile percorso, visto che e’ tutto da inventare.
Ci sono tre costoni:
il piu’ ad Ovest e’ la prosecuzione della cima All’Uomo 2215mt, sale a Q2429 e si porta sulla cresta a Q2550, a SE della Bocchetta d’Era
Un costone centrale che sale la gana di Ve’nn e si porta in cresta a 2580mt, ha piu’ erba e meno roccia
Il costone a SE, quello che sovrasta il Lago di Cari’, che arriva in cresta assieme al costone centrale da cui si dirama
La via migliore per prendenze, roccia e prato sembra quella centrale, inoltre sopra l’alpe Cavallo ci sono tracce di sentiero, piu’ marcate all’ inizio poi via via piu’ deboli, che portano in questa direzione.
Da Pian Cavallo, risaliamo un paio di risalti, quindi teniamo il centro della valletta di Ve’nn, nella parte centrale su prato, diciamo paglione, visto il periodo.
A Q2450 raggiungiamo la cresta, sfruttando un pezzo di prato franato con terricco smosso.
Ora inizia una parte molto ripida e da fare con attenzione, quasi tutta su paglione che comunque tiene ancora abbastanza bene, ma scivolare qui significa ruzzolare moltooooo a valle.
Siamo divisi in due gruppi, Francesco, Angelo e Roberto sono avanti, io Barba e Gimmy, seguiamo.
Arriviamo a Q2580, sulla cresta principale che collega il Pizzo d’Era al Predelp passando da numerose cimette e la bocchetta d’Era, non mi sembra un percorso semplice, anzi.
Fa freddo e soprattutto non si vede nulla, siamo immersi nelle nuvole.
Il Barba grida per capire la direzione, in effetti la cima dista ancora qualche centinaio di metri lineari, verso NE.
Ci compattiamo attorno all’ometto di vetta, attorno il grosso ometto a 2618mt alle 11:00.
Non se ne parla di pranzare, visto l’orario, ma non se ne parla neppure di fermarsi troppo, l’aria e’ pungente e non si deve nulla.
L’unica cosa che brilla e’ il lago di Cari’, ben trecento metri sotto di noi, illuminato dal sole ha un colre argento.
Studiamo se c’e’ una via per scendereverso il lago, ma la scarsa visibilita’, e la pendenza ancora piu’ elevata di quella appena percorsa, ci suggerisce di scendere verso l’alpe Cavallo come all’ andata.
Nonostante le preoccupazioni del Barba la discesa su paglione non preoccupa cosi’ tanto, e verso le 12:40 siamo all’ alpe Cavallo per la sosta pranzo.
Riparati dal vento al sole si sta benissimo, anche a petto nudo.
Pranziamo con soliti panini, ma festeggiamo il rientro dello Jedi, con Prosecco (tenuto in fresco in una pozza d’acqua dietro l’alpe, e strudel. Non mancano caffe’, altri dolci, grappa e l’ottimo genepy di Francesco.
Ben 1:30 di meritata sosta, prima di ripartire con un giro ad anello come programmato.
Tornati sul sentiero al Pian Cavallo, seguiamo per Brusada, altro che sentiero, e’ quasi una stradina.
Poco prima di Brusada, deviamo a destra ed iniziamo la nostra discesa seguendo il sentiero che, scopriremo dalle indicazioni, e’ un percorso invernale per le ciaspole.
Sentiero bellissimo, tutto nel bosco, con alcuni spazi aperti. Ci riproponiamo di tornarci con la neve, magari proprio mentre nevischia.
In circa mezz’ora sbuchiamo a Tic Cattaneo, dove c’e’ una bella fontana con acqua fresca anzi gelata, e da qui in pochi minuti scendiamo al bacino artificiale ed al parcheggio.
Escursione centrata in pieno, mi e’ piaciuta proprio, peccato per le nuvole ed il freddo in cima, ma non sempre si ha la fortuna dell’ ultima escursione.
Ciao alla prossima