Eccoci di ritorno dalle ferie, e visto che non abbiamo ancora ripreso il lavoro, ci concediamo una uscita infrasettimanale.
Considerato che e’ estate e non e’ festivo, puntiamo ad una escursione in Engadina, la voglia di 3K e’ tanta.
E’ il periodo giusto e la giornata giusta per una Engadinata 🙂
La scelta e’ ampia, tantissimi sono i 3K alla nostra portata (come difficolta’ e dislivello), ma come sempre cerchiamo qualcosa di poco frequentato.
Partenza dalla Veduta (Ospizio) 2237mt, e’ il punto di accesso preferito per la Val d’Agnel, frequentata principalmente nel periodo invernale.
Abbiamo un piano A ed un piano B in mente, in tutti e due i casi bisogna salire alla Fuorcla d’Agnel (bocchetta dove si scende verso la Chamana Jennatsch CAS).
Alle 08:20 imbocchiamo il sentiero che scende dalla Veduta (parcheggio) all’ imbocco della Val d’Agnel, ed iniziamo la lunga salita verso la bocchetta.
Per la maggior parte del gruppo (a parte me ed il Barba) e’ la prima volta, ma anche per noi la salita e’ piacevole e ricca di panorami spettacolari.
Arrivati al bivio Q2537 proseguiamo diritti.
La bocchetta si vede solo da questo bivio, non prima, ed e’ situata tra il Piz d’Agnel e la cima O del Surgonda.
Arriviamo alla Fuorca d’Agnel alle 10:40, dove mi attendono gli amici per ricompattarsi, e qui a maggioranza decidiamo per il Piano-B.
Il Piano A prevedeva la salita al Piz d’Agnel, scendendo dalla Fuorcla, traversando dove possibile il ghiacciaio Vadret d’Agnel, la salita alla Fuorcla da Flix e da qui alla cima, ritorno dalla stessa via. Il piano B prevede la salita ad una cima molto meno blasonata, il Piz Traunter Ovas, piu’ basso di 50mt del Piz d’Agnel, ma permette un giro ad anello, e questo convince la maggioranza di noi per optare per questa meta.
Scendiamo sul ripido sentiero che porta alla capanna Jenatsch, per circa 110-120mt, si attraversa un primo ruscello, poi un secondo ruscello.
Il secondo ruscello e’ il canale di scolo principale del ghiacciaio del Surgonda, ancora piuttosto ampio, incanalato tra il costone O del Piz Traunter Ovas ed i ghiacci della vedretta. Da qui in poi non c’e’ piu’ sentiero bollato, solo dopo la Q2980 sulla cresta si notato vaghe tracce di passaggio.
Ma torniamo a dove si abbandona il sentiero. Attraversato il ruscello, lo si lascia a destra (salendo), rimontando la cresta di roccia rossa e arancione.
La prima salita e’ semplice la salita alla cresta quotata 2980 e’ stata avventurosa.
E’ una spalla ripidissima tutta di pietre mobili ed arancioni, di grandezza come un cubo di porfido. Saliamo anche a quattro zampe, stando distanziati per le pietre che rotolano, oppure vicinissimi. Passato questo momento un po’ adrenalinico e raggiunta la cresta, diventa tutto piu’ facile ed anche molto meno ripido.
La salita e’ piacevole ed i panorami stupendi in tutte le direzioni, la cosa che colpisce molto sono i colori giallo-arancio molto accesi dei sassi e del pietrisco.
Raggiunta la larga anticima a Q3130 si devia alla vicina e piu’ scura cima vera e propria, segnata solo da un bastone in legno.
Foto di rito alle 12:20, ma per pranzare ci spostiamo nell’anticima rossastra, in cima lo spazio e’ proprio limitato.
Pranziamo come sempre con panini, ma anche frutta, cioccolata, caffe’ e ammazzacaffe’. Qualcuno e’ preoccupato per la discesa, non si vorrebbe scendere quel tratto tanto simpatico in salita.
Ma le cose sono molto piu’ semplici. Dalla anticima si scende sul costone SO che porta alla bocchetta Traunter Ovas, si trovano tracce di sentiero, sicuramente molto piu’ battuto del costone NO che abbiamo percorso in salita.
La discesa e’ rapida e semplice, si aggira un roccione posto sul costone dal lato destro per poi ripendere il filo che si allarga in direzione della bocchetta.
Questa e’ sicuramente la via piu’ facile per salire in vetta.
Raggiunta la bocchetta puntiamo ad un laghetto dalle acque verdi che si trova a Q2900 poco sotto la Fuorcla di Margun.
Non c’e’ sentiero ne’ ometti, ma non ci sono difficolta’ oggettive, se non trovare la via migliore da percorrere tra pietre piccole e grandi.
Al laghetto risaliamo il ripido pendio di pietrisco fino ad intercettare tracce di sentiero che ci portano alla Fuorcla di Margun.
Da segnalare una roccia a forma di fiamma o di “dito” poco sopra la bocchetta in direzione del Piz Surgonda, impossibile non notarla e fotografarla.
Alla bocchetta iniziamo la discesa verso la Fuorcla Alva, che manchiamo restando troppo ad O, ma vedendo il sentiero che scende a valle andiamo a riprenderlo molto piu’ in basso.
Da qui tutto facile, si scende a valle con lieve pendenza per poi zig-zagare piu’ ripidamente verso la Veduta.
Tutto benissimo, cima raggiunta, giro ad anello, la giusta fatica ed il pizzico adrenalinico che serve.
Alla prossima
NOTE: la via di salita piu’ semplice NON e’ la cresta che abbiamo percorso noi, ma salire tenendo sempre a destra il ruscello fino alla Fuorcla Traunter Ovas e salire dal costone da noi percorso in discesa.
la cosa che colpisce di piu’ di tutta questa zona sono i colori molto accesi, dal giallo all’arancio, per poi cambiare improvvisamente al grigio o grigio scuro