Piz Motton 2854mt
E’ nel cassetto da un po’ di tempo, ma non avevo ancora trovato il momento giusto.
Mi aveva incuriosito, non poco , un articolo di Luca Bettosini, su Vivere la Montagna, che parlava di uno sconosciuto Piz Motton al S.Bernadino, con la descrizione di Ely Riva (citazione) :
Il Piz Motton a prima vista sembra insignificante, un promontorio senza grandi pretese, ma arrivati sulla sua vetta ci si rende conto di essere arrivati al centro del mondo…
Motto, mottone, motton significa “promontorio tondeggiante” e il Piz Motton (2854 m) e’ una specie di cupola, un enorme ammasso di sassi e pietre se visto da oriente, ma che precipita con una ripidissima parete sul villaggio di San Bernardino.
Non ci sono sentieri ma non ci sono difficolta’ tecniche per raggiungere la sua vetta in quanto oggi la via e’ marcata in bianco e blu. Segnali che hanno inizio alla Bocchetta de Curciusa …
Per me sconosciuto, ho dovuto cercare sulla cartina per capire bene dove si trova.
Ma non e’ sconosciuto solo a me, Hikr riporta solo 3 relazioni (2 in lingua tedesca), fortunatamente c’e’ la visita di paolosky che mi ha chiarito bene le idee. Partiamo comunque con stampato l’articolo di Ely Riva e fotocopia della pagina del Brenna.
Partiamo in zona Acubona, parcheggiando al limite della zona chiusa al traffico, per parcheggiare bisogna munirsi del biglietto rilasciato nelle macchinette che trovate nel paese di S.Bernardino (5CHF al giorno).
Risaliamo la strada asfaltata fino al bivio che indica la bocchetta di Curciusa.
Sentiero ben marcato e bollato, si sale dai 1650mt ai 1780mt di Pian Scundu’, sotto i pilastri dell’ alta tensione, per poi deviare a sinistra sempre seguendo le indicazioni per la bocchetta di Curciusa, che si vede molto spostata verso valle.
Si sale con lunghi traversi e strappi molto-molto ripidi, spesso assicurati con gradini di sasso o in legno, a Q1980mt ci troviamo sotto una elevazione, il Motton Q2261 che ovviamente e’ solo un figlio della nostra meta.
Ora inizia un lungo traverso di 1,5Km che sale fino ai 2265 mt di un primo balcone panoramico. Anche qui qualche strappo ripido e lunghi tratti quasi pianeggianti, sempre nell’ erba e a volte leggermente esposti, ma nulla di preoccupante, la marcatura sempre presente bianco-rosso-bianco.
Raggiunto questo balcone risaliamo poco piu’ di 100mt di dislivello per raggiungere la bocchetta di Curciusa a 2388mt.
Qui ci fermiamo per una meritata sosta, paesaggi spettacolari verso il S.Bernardino, ma anche ben oltre, alle cime di confine con la Calanca, ma anche verso la Malvaglia.
Ci troviamo su un lungo pianoro di oltre 1km, disseminato di pietre, acquitrini, laghetti e pozze, il paesaggio e’ completamente diverso: boschi, erba i fiori fino alla bocchetta, ora il paesaggio e’ decisamente alpino.
A riprova di questo ci troviamo di fronte il sofferente ghiacciao di Curciusa, chiuso sotto il Pizzo Ferre’, Piz di Pian, Piz di Ros e Piz Bianch.
Voci e belare di pecore attirano la nostra attenzione verso il ghiacciaio di Curciusa, dove alcuni pastori con cani stanno facendo scendere un numeroso gregge di pecore, cosa ci fanno li’ … mah
Dopo la pausa ci rimettiamo in cammino ora inizia la parte piu’ divertente del percorso. Pensavamo di trovare una bollatura piuttosto rada (come indicato nella sua relazione da paolosky), ed in effetti abbandoniamo il sentiero sul pianoro in anticipo rispetto la deviazione ufficiale, puntando al grosso monolite citato nella relazione, ma qui e fino alla cima la bollatura e’ certamente recente e ottimale, impossibile non scorgere il prossimo ma anche i successivi segnali bianco-blu.
Si sale nella conca sotto la spalla SE, fino alla bocchetta quotata 2896mt, la salita e’ molto ripida e su materiale poco stabile (pietrisco o terriccio), in qualche tratto si risalgono tratti di roccia dove si usano anche le mani, ma nulla di pericoloso, solo faticoso.
Dalla bocchetta Q2786 ci si affaccia su un’altra valletta (Foppa Granda) e da cui si vede la cima del Motton, proprio un mottone di pietre che si raggiunge in una quindicina di minuti facendo un arco sulla larga cresta di pietre.
In cima un ometto quasi insignificante, che toglie ulteriore valore a questa sconosciuta cima.
Il sentiero bollato bianco-blu prosegue verso NO, scendendo verso la bocchetta di Sgunfiou e verso il Piz del la Lumbreida (2983mt il piu’ alto del gruppo) e forse il successivo Piz Vignun (la deviazione sul pianoro della bocchetta della Lumbreida indicava come “Vignun” il sentiero che abbiamo percorso).
Arrivo in cima alle 12:07, ben 20min dopo Paolo, sempre accompagnato dal mio badante Gimmy.
Sono felice, molto felice, oltre 1200mt di dislvello secco non sono mai un gioco per me, e non sto soffrendo.
E’ vero questo Piz Motton, non e’ una bellezza, non ha eleganza dei vicini, ma il panorama dalla vetta e’ notevole, e spazia dal Piz Lumbreida (con i bellissimi laghetti di Val Rossa), al Tambo’, al Ferre’, alle vette sopra il passo del S.Bernardino, le cime di confine con la Val Calanca, e sotto di noi a picco il paese.
Spero proprio che le foto di diano un’idea.
Sempre ben coperti, nonostante il sole tira un’arietta gelida, ci ripariamo poco sotto la cima cercando protezione dal vento in alcuni anfratti.
Dopo quasi due ore di permanenza, il pranzo e le tante foto iniziamo la discesa, e questa volta, con il solito scopo di percorrere un minimo di anello, scendiamo senza sentiero lungo la valletta tra il Motton e il Piz del Val Rossa, chiaramente non c’e’ sentiero o bollature, anzi ci sono ancora alcuni estesi nevai che usiamo per scendere piu’ agevolmente, non e’ ripido e si prosegue senza problemi.
L’idea di questa deviazione mi e’ venuta dalla relazione dell’amico Marcello (qui).
Verso il fondo, deviamo a destra, puntando a due evidenti laghetti a Q2588, non hanno nome sulla CNS. Qui ci fermiamo, Paolo e Roberto hanno deciso di fare un veloce bagnetto, e cosi’ sara’.
Dai laghetti notiamo con sorpresa tracce evidenti di sentiero, non c’e’ bollatura ma la via tracciata e’ quasi sempre evidente e porta in direzione della bocchetta.
Lo seguiamo con cura, lo si perde per brevi tratti su roccia o pietre, ma lo si ritrova sempre poco dopo, a parte una decina di metri di risalita sopra i laghetti si resta sempre in quota attorno i 2500mt.
Ci ritroviamo sopra il pianoro, e puntiamo all’ evidente monolite che abbiamo usato come riferimento in mattinanta e dove sappiamo di trovare le bollature bianco-blu.
Ora seguiamo pedestramente le bollatura, con l’intento di vedere dove si trova la deviazione lungo il sentiero principale che scende in Val Curciusa, in mattinata abbiamo deviato prima.
Trovato il famoso sasso-piatto con sopra le varie indicazioni (vedi foto), proseguiamo verso la bocchetta (ora i bolli sono bianco-rosso), e la lunga ed interminabile discesa verso Acubona. Come sempre ci si accorge di quanto fossero ripidi alcuni tratti solo al ritorno.
Arrivati alla strada di fermiamo alla fontana per bere e per un tanto sperato pediluvio.
Pochi minuti e siamo al parcheggio, unica vettura come questa mattina, 0 persone incontrate su tutto il percorso.
CONSIDERAZIONI:
Percorso senza grandi difficolta’ tecniche, cima molto panoramica.
La via bollata (ben bollata) e’ la piu’ breve, la via che abbiamo percorso in discesa (non marcata) e’ decisamente meno ripida, lascio a voi la scelta