Passo S.Giacomo 2313mt e Cima 2500mt
Una ciaspolata come si deve, con tutti gli attributi.
Per i frequentatori dellla Val Bedretto, soprattutto per chi pratica sci-alpinismo, la cima duemilacinque è il piano B, quando il Poncione di Val Piana è affollato peggio del Supermercato Bennet il sabato pomeriggio.
Considerato che al Passo di S.Giacomo non ci siamo mai stati in inverno, questo è il nostro piano A, ricordando una vecchia relazione di Sky. La cima non ha nome, sulla CNS è indicata come quota 2498,6 ma come ci hanno sci-aplinisti locali, è stata battezzata Cima duemilacinque.
Qualche minuto dopo le otto, lasciamo il parcheggio All’Acqua, non è ancora affollatissimo, anche se un autobus ha appena scaricato una nutrita schiera di sci alpinisti.
Ci incamminiamo da subito con le racchette ai piedi, anche se la neve è dura e gelata. Primi tratti tranquilli, pendenza lieve e lunghi traversi, attraversiamo il Ri di Val d’Olgia attorno i 1800mt, poi inizia la salita vera con tornanti fino ai 2200mt All’Uomo.
Da qui seguendo le paline che spuntano e sempre usando come riferimento i piloni dell’ alta tensione, che transitano proprio dal passo S.Giacomo, la salita diventa più bella e tranquilla come pendenza. Questa volta non c’è da batter neve (solo nell’ultimo tratto), ci sono molti passaggi di sci alpinisti e qualche ciaspolatore.
Io resto un po’ indetro, come sempre, ma sotto la cura del badante Gimmy, mentre i 4 veloci sono una buona mezz’ora avanti a noi.
Arrivo al passo, vicino alla chiesetta, visitata in uno dei numerosi passaggi estivi, poi puntiamo verso la croce di legno, in alto lasciando il laghetto, sommerso da neve e ghiaccio. Gia’ prima della croce si tende a salire verso destra puntando il naso verso la bella mole della Punta d’Elgio, meta pregiata di molti sci alpinisti, che hanno fatto traccia.
Salendo sul traverso non si vede la cimetta di destinazione, che è la parte terminale, proprio sopra il passo, della cresta E della Punta d’Elgio o Helgenhorn.
Verso i 2400mt di quota vediamo sia i nostri compagni quasi alla bocchetta denominata OA sulla CNS, poco sotto i 2600mt, la ricordo bene, si trova quasi sopra la capanna Corno Greis, molto panoramica.
Non capisco come mai siano così lontani, visto che la cimetta a Q2500 è un centinaio di metri sopra a me e Gimmy, e spostata verso valle, quindi si deve tornare indietro.
La via giusta di salita è raggiungere la bocchetta indicata OC, andando a prendere la cresta a Q2470 e percorrendo la larga dorsale per 300-400mt circa fino alla cimetta.
Ci accordiamo telefonicamente con gli altri quattro di ritrovarsi alla cima prestabilita, e considerato che io ed il badante siamo più vicini, a mezzogiorno siamo sul questo bel panettone.
Il meteo, come previsto, non è il massimo, il sole è una palla grigiastra dietro una grossa coltre di nuvole, ma il paesaggio a 360° è davvero bellissimo, sotto di noi il Lago Toggia, ed attorno tante vette con contrasti di nero-roccia e bianco-neve, i nomi li conosco quasi tutti (almeno quelle vicine), e su molte di queste ho avuto il piacere di posare sopra i miei scarponi.
Arrivano gli amici, affamati e qualcuno anche stanco, pranziamo in silenzio per qualche minuto, poi tutto torna alla normalità con battute e discorsi frivoli, un goccio di vino e poi la grappa con il caffè aiutano a ritrovare allegria.
Il ritorno è veloce, non mi devo fermare a fiatare, quindi giù divertendosi dove possibile nella neve fresca e facendo attenzione solo in un paio di traversi dove la pendenza è più elevata e la neve più dura.
Al ritorno troveremo il parcheggio molto più affollato di prima, il top affollamento va ancora al Poncione di Valpiana, a noi è andata benissimo così.
Gita consigliata anche per chi inizia a praticare le ciaspole, e poi una cima, anche se la più bassa della sua cresta, è sempre un bel vedere!