Passo di Angeloga (croce) Q2396
29 Luglio 2018 – ( 316 )
Parcheggio Alpe Mottala Q1950 – Croce al Passo di Angeloga Q2396 – parcheggio
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Alpe Mottala Val di Lei SO | 1950 mt |
KM ANDATA | 2,05 Km | 01h:20m lorde / di orologio, 05m soste |
KM RITORNO | 2,05 Km | 0:50m lorde / di orologio, 00m soste |
KM TOTALI | 4,1 Km | 02h : 30m lorde / di orologio 02h : 00m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 440 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 540 m | Max altitudine: 2396 mt |
DIFFICOLTA' | T2 | Palina inizio sentiero, bolli sbaditi nel primo tratto, poi bolli e qualche ometto |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Paolo, Angelo |
Come arrivare:
Autostrada per il S.Bernardino, passare il traforo e scendere verso Coira. Dopo l’uscita di Sufers c’e’ l’uscita per la Val d’Avers, risalire la valle, dopo Innerferrera, a destra inidicazioni Val di Lei. Si sale fino a Q1900, dove si trova una galleria. Attendere il semaforo verde, la galleria (800mt circa) è a senso unico e piuttosto stretta. Si sbuca sulla corona della diga, percorrerla tutta, sul lato opposto salire i due tornanti e alla chiesetta prendere a destra per la Baita del Capriolo
Acqua sul percorso
- Fontane lungo la strada asfaltata, ruscelli sulla strada vicino al rifugio
- Vari ruscelli
Link interessanti
Dopo l’intensa sgambata di ieri decidiamo di comune accordo, di accontentarci …e cerchiamo una gita semplice ma di soddsfazione.
Semplice significa 400/500 mt di dislivello, partenza dopo le 08:00, dopo la colazione alla Baita del Capriolo alle 07:30, e non si puo’ prima.
Studiamo la cartina in lungo ed in largo, Paolo trova l’opzione giusta, il Passo dell’Angeloga partendo dalla testa del lago di Lei.
Partiamo in auto, poco dopo la chiesetta c’e’ la “macchinetta” che distribuisce il biglietto che consente di percorrere i ben 8km di sterrata che costeggia il lago, costo 2€ o 3CHF.
Siamo in ritardo rispetto la nostra tabella di marcia, parcheggiamo all’ Alpe Mottala Q1950, proprio dove parte il sentiero che sale al Passo di Angeloga, da qui si scende al Rifugio Chiavenna quindi a Fraciscio e Campodolcino.
Partiamo a camminare alle 08:40, giornata spettacolare e calda, cielo blu che ti regala quei panorami che ti restano “stampati” nella mente. Visto il ritardo in partenza si decide, camminiamo fino alle 10:00 poi pausa e rientro.
Al parcheggio la palina ci indica la via, il primo tratto e’ davvero poco indicato pochissimi i bolli, ma dopo un centinaio di metri di dislivello si trovano bolli bianco-rossi /un po’ sbiaditi) e vecchi bolli gialli, ma il sentiero e’ ben visibile.
Si trovano anche vari ometti, alcuni si vedono anche da lontano e servono come riferimento.
Si arriva ad una costruzione in cemento con tetto in lamiera, forse un bivacco, si prosegue e poco sopra c’e’ un bivio Q2310, qui confluisce il sentiero che parte dall’ Alpe Mulacetto, piu’ o meno da meta’ lago, il percorso migliore se si parte dalla diga a piedi e non in auto come abbiamo fatto noi.
Da qui il sentiero spiana e poco sopra si possono vedere molti laghetti, il piu’ grande e certamente il piu’ bello il Lago Ballone.
Un po’ meno bella la costruzione in cemento, vecchio arrivo di una funivia in disuso.
Il laghetto e’ stupendo, e tutto attorno altri laghetti di piccole dimensioni.
Proseguiamo ancora un poco, in direzione di una evidente croce di legno, quotata 2396mt.
Da qui si scende ad una sella, con un bivio, a destra per il Lago Nero e Caldera, quindi al rifugio Chiavenna, a sinistra verso il pizzo Peloso e la via del Pizzo Stella.
Noi ci fermiamo alla croce, casualmente forse sono proprio le 10:00
Foto e grande scorpacciata di panorami, la cima dello Stella 3163mt si vede poco, e’ ben nascosta dal Pizzo Peloso.
Paolo continua a sottolinerare che il Piz de la Palu’ e’, di poco, piu’ alto del blasonato Stella, perche’ la gente no ci va?
Pubblicita’ al Palu’ quindi (senza confonderlo con quello del Bernina con il nome molto simile). Dopo una quindicina di minuti e la foto di vetta (che ieri causa la grandine non abbiamo fatto se non a quota molto inferiore), quindi ritorno di buon passo e alle 11:10 siamo al parcheggio.
Proseguiamo in auto fino all’ Alpe Pian del Nido che si trova proprio dove finisce la strada e dove inivia la lunga valle solcata dal Reno di Lei, il principale tributario del lago.
In cima a questa valle il Passo di Lei, con il bivacco Chiara e Walter.
Da qui si scende al Lago dell’ Acqua Fraggia.
Dal lago si puo’ scendere a Borgonovo (comune di Piuro), oppure risalire alla bocchetta da Lagh per accedere in Val Madris, tra il Galleggione e la Cima da Lagh.
Ritorno in auto al rifugio (8km), dove pranziamo frettolosamente, il rifugio e’ pieno di gente per pranzo, e la cucina fatica a sfamare cosi’ tante bocche.
Salutiamo il Vale (Valentino Curti) il gestore del rifugio penso da sempre, e’ probabile che ci si riveda per uan due giorni prima o poi (e sarebbe la terza volta).
LA DIGA DELLA VAL DI LEI
La diga della Val di Lei sorge in territorio svizzero nel comune di Ferrera (Farera), nel cantone dei Grigioni. Il suo invaso artificiale e’ pero’ alimentato da uno degli affluenti del Reno in territorio italiano.
La diga e’ del tipo ad arco-gravita’, con volta a doppia curvatura, e ha una lunghezza al coronamento di 690 metri, all’epoca della costruzione la piu’ ampia del mondo. Con un’altezza di 141 m, crea un bacino di 197.000.000 di m3
I materiali necessari per la realizzazione dell’opera, fra cui circa 12.000 quintali di cemento al giorno, arrivavano al cantiere attraverso un sistema di teleferiche in grado di coprire una distanza di 14 chilometri.
Lo sbarramento della Val di Lei fa parte del complesso idroelettrico dell’Alto Reno Posteriore (Hinterrhein), un sistema integrato che attraverso un gruppo di tre centrali energetiche produce annualmente 1.325.000.000 di kWh di energia.
I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1957, terminando dopo soli tre anni con largo anticipo sui tempi contrattuali previsti.
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Inaugurata nel 1961, la diga ha un’altezza di 141 metri con un coronamento carrozzabile lungo 690 metri e largo 13, mentre il volume del manufatto e’ di 850.000 metri cubi. Per la sua costruzione furono impiegate 2.200 tonnellate di cemento.
Il lago di Lei, creato dallo sbarramento, ha un volume massimo di 197 milioni di metri cubi, una lunghezza di 7,7 km e un’altitudine massima di 1931 m s.l.m. Lo sfioratore ha una capacita’ di 134 metri cubi al secondo.
In conseguenza degli accordi stipulati tra Italia e Svizzera[1] e della relativa permuta di terreni, il terreno su cui e’ stata costruita la diga e’ stato ceduto al Comune di Ferrera, mentre il Comune di Piuro ha acquisito un equivalente appezzamento poco piu’ a Nord.
Nonostante si trovi in territorio italiano, il lago viene alimentato per circa 2/3 da acque provenienti dalle valli di Avers, Madris e Niemet o pompati dal bacino imbrifero del serbatoio di Sufers attraverso la Centrale di Ferrera, rimanendo 1/3 a carico del bacino imbrifero italiano (Reno di Lei).
L’accordo per i lavori venne firmato nel 1955 tra Italia e Svizzera: i relativi lavori in Valle di Lei iniziarono nell’estate del 1957 e, dopo una prestazione globale di circa 1 080 000 giornate lavorate, si conclusero nell’autunno del 1962 con il primo riempimento completo dell’invaso.[2] La diga, appaltata dalla Kraftwerke Hinterrhein AG (costituita all’uopo nel 1956 e tuttora gerente l’impianto), fu progettata e costruita da imprese italiane: di tale opera venne realizzato il documentario “Un metro lungo cinque” da parte dell’allora giovane documentarista Ermanno Olmi.[3]
Data la lontananza della Val di Lei dalle principali arterie stradali, furono impiantate due funivie da Campodolcino (una per le maestranze e una per il materiale) per una lunghezza di circa 15 km per ognuna: solo in un secondo tempo si realizzo’ la strada attualmente percorribile, che da Avers arriva, anche mediante un tunnel, al coronamento della diga.
A memoria dei 12 caduti sul lavoro, venne edificata una piccola chiesa sulla riva sinistra del lago, in localita’ Baita del Capriolo.
Nel 2012 il bacino fu svuotato per lavori di manutenzione della diga e delle opere limitrofe: in tale occasione riemersero alcune baite precedentemente sommerse
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Lo svuotamento della Diga della Val di Lei del 2012
Sondrio, 25 ottobre 2012 – Val di Lei: svuotata la diga per opere di manutenzione Per la sua costruzione alla fine degli anni ‘50 fu modificata la frontiera tra Italia e Svizzera Fa parte dell’impianto idroelettrico Valle di Lei-Ferrera gestito dalla societa’ svizzera KHR PIURO. Per la prima volta dalla sua messa in funzione nel 1962, il lago artificiale della Val di Lei, vallata alpina attraversata dal Reno di Lei e ricadente in prevalenza sul territorio italiano del Comune di Piuro, sara’ presto completamente svuotato per consentire il rinnovo globale dell’impianto idroelettrico Val di Lei-Ferrera, di proprieta’ della societa’ svizzera KHR (Kraftwerke Hinterrhein A.G.) di Thusis, titolare della concessione di derivazione d’acqua per la durata di 80 anni.
Le dimensioni del bacino, lungo circa 8 km e largo mediamente oltre 500 metri, con una capacita’ massima di 197milioni di metri cubi d’acqua, rendono l’impatto visivo davvero impressionante, con un panorama desolante modello “Ground Zero”, dal quale riaffiorano le sagome dei maggenghi e le tracce di antichi ruderi sepolti dalle acque del Lago artificiale di Lei, che trasformo’ profondamente il paesaggio del luogo, fino agli anni ‘50 uno degli alpeggi piu’ caricati dagli allevatori di bestiame della Valchiavenna e della Bassa Valtellina.
Per la costruzione della diga. coem detto, fu modificata la frontiera tra Italia e Svizzera e fu siglato un trattato internazionale che ne regolava i rapporti. Il mastodontico cantiere della Val di Lei, reso celebre dal documentario del regista Ermanno Olmi “Un metro lungo cinque”, vide al lavoro una generazione intera di maestranze italiane, tanto che nel 1959 il cantiere raggiunse la punta massima di operai impiegati con 3.390 addetti.
“Abbiamo iniziato le prime operazioni legate allo svaso della diga nel novembre dello scorso anno e da lunedi’ abbiamo attivato l’apertura dello scarico di fondo” spiega Giancarlo Tondini, responsabile del patrimonio immobiliare della KHR. “Il lago artificiale viene abbassato tramite l’esercizio corrente della centrale e il bacino rimarra’ vuoto dal prossimo mese di novembre fino ad aprile 2013. In questo intervallo la centrale elettrica di Ferrera sara’ fuori servizio, permettendo il completo risanamento delle condotte forzate di adduzione, come degli impianti in pressione”. Verranno completamente revisionati lo scarico di fondo, lo scarico di alleggerimento e la galleria d’adduzione. Inoltre, per risanare gli organi di sicurezza sara’ svuotato anche il bacino di raccolta di Preda in Val Madris.
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Bacino Valle di Lei (KHR officine idroelettirche del Reno posteriore SA)
Il serbatoio della Valle di Lei, con i suoi 197 milioni di mc di capienza, costituisce il fulcro degli impianti di KHR. La diga ad arco, che per dimensioni e’ la terza in Svizzera, ha un’altezza massima di 138 m e una lunghezza di coronamento di 690 m, per una cubatura pari a 840 000 mc.
L’impianto di sbarramento della Valle di Lei e’ un capolavoro realizzato da ingegneri, impresari edili e operai italiani. Poiche’ la valle era raggiungibile soltanto a piedi, prima dell’inizio dei lavori di costruzione veri e propri si sono dovuti installare i cantieri. Da Campodolcino (I) sono state cosi’ montate due funivie lunghe 15 km – una per il trasporto delle persone, l’altra per il materiale, mentre da nord si e’ dovuta dapprima ampliare la strada di Avers, poi costruire una strada carrozzabile fino al portale del tunnel e infine il tunnel di accesso. � stata inoltre realizzata un’infrastruttura in grado di ospitare 1 500 uomini. I lavori di costruzione nella Valle di Lei sono iniziati nell’estate del 1957 e, dopo una prestazione di circa 1 080 000 giorni lavorativi, si sono conclusi nell’autunno del 1962 con il primo riempimento completo dell’invaso.
La diga sorgeva originariamente su suolo italiano, ma a lavori ultimati e’ passata su territorio svizzero in seguito a una permuta di terreni fra i due paesi. Quasi tutto il serbatoio – cosi’ come il relativo bacino imbrifero naturale dal quale proviene approssimativamente un terzo dell’acqua dell’invaso – si trova in Italia. Circa due terzi dell’acqua vengono convogliati nel lago artificiale dalle valli di Avers, Madris e Niemet o pompati dal bacino imbrifero del serbatoio di Sufers attraverso la Centrale di Ferrera.
Cifre
Bacino
Capienza 197 mln mc
Livello massimo d’invaso 1 931 m s.l.m.
Livello minimo d’invaso 1 830 m s.l.m.
Diga
Altezza 138 m
Spessore del coronamento 15 m
Spessore massimo 28 m
Lunghezza del coronamento 690 m
Cubatura 840 000 mc
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E per continuare ancora a leggere di questa bella e sperduta valle: