Il tempo passa, noi invecchiamo, ma lo spirito resta (e qui si scatenano i doppi sensi).
Ormai lo sapete bene, quando scocca l’ora di un compleanno, si va in capanna a cucinare e festeggiare.
Tocca a Roberto aprire questa nuova “era” degli anta, a cui si aggiunge un pre-festeggiato (Francesco) che ormai e’ spesso in nostra compagnia.
Viste le previsioni meteo, ma anche le necessita’ di cucina, la scelta cade sulla bella Capanna Genzianella, a circa 1400mt sopra Bellinzona.
Scelta la capanna si deve trovare un giro in zona (come dice un amico che fa il venditore, prima trovi un buon ristorante, poi cerchi un cliente dei dintorni!), magari qualcosa di inedito per noi, non troppo pesante (siamo zavorrati dalle vettovaglie), ma neanche una passeggiatina.
La zona del Sasso Giuda’ l’abbiamo battuta, anche se avevo proposto una variante, ma il Motto della Croce ci manca.
Partiamo dal parcheggio dei Monti di Ravecchia alle 07:45, dove finisce la strada. Il centro abitato piu’ vicino e’ Paudo.
Seguiamo la strada sterrata che porta verso i Monti di Artore, ma alla prima palina che indica Motto della Croce, deviamo a destra ed iniziamo a salire dolcemente. Il sentiero e’ ben tenuto e ci sono gradoni di pietra.
Incrociamo attorno Q1000 il sentiero che sale dai Monti d’Artore, ed inizia un lungo zig-zagare che ci porta in breve vicini alla grande croce dell Motto, breve deviazione per raggiungere questo splendido balcone panoramico sulla Piana di Magadino e la Riviera.
Per il momento il cielo e’ abbastanza pulito, di fronte a noi il Gaggio ed il Claro, e tante altre cime ben imbiancate di recente.
Dieci minuti di sosta poi riprendiamo il cammino, in direzione Arbinetto.
Dopo un tratto in faggeta, inizia un lungo traverso su sentiero molto largo tra gli abeti.
Ecco le prime chiazze di neve, ancora fresche.
Raggiungiamo la quota massima ad Arbinetto, poco meno di 1500mt, c’e’ una baita semplicemente stupenda ed immmersa tra gli abeti.
Qualche minuto di sosta, qui la neve e’ piu’ spessa ma anche completamente ghiacciata e non siamo attrezzati.
Si decide di non proseguire verso il Motto d’Arbino (non era neppure in programma), una scivolata non sarebbe simpatica (per le bottiglie nello zaino, non per l’esposizione).
Quindi scendiamo tornando in faggeta e seguendo l’ottima bollatura sulle piante.
Ad un bivio prendiamo a sinistra in direzione del Pian Dolce.
In breve siamo nella radura prativa di Piano Dolce, con varie baite, ognuna distante dalle altre e con ampi prati. Tra le baite piu’ in alto c’e’ la Capanna Genzianella (che gia’ conosciamo).
Arriviamo in capanna verso le 10:25, e’ certamente presto, ma lo Chef ha premura.
Troviamo la cucina gia’ calda, ci hanno dormito due in MTB, e sono ripartiti.
Inizia la fase preparatoria, chi pulisce, chi prepara un antipastino ammazza-tempo, chi prepara la griglia esterna per cucinare le salamelle.
Ma il piatto forte sono i pizzoccheri del Barba, questa volta ha deciso di fare i gnocchetti di grano saraceno.
Pulisci le verze, preparare il formaggio, far bollire l’acqua, cucinare 1Kg di gnocchetti, sciogli il burro e amalgama il tutto con il grana.
Nel frattempo pane abbrustolito e tris di salumi, tanto per mettere sotto i denti qualcosa.
Il meteo si sta guastando rapidamente, e volano i primi fiocchi di neve, che diventeranno sempre piu’ intensi.
Quando il burro fuso incontra il mestolo del Barba e la pioggia di grana, e’ il momento di mettersi a tavola.
Le porzioni sono davvero minimal, 1Kg di pizzoccheri, piu’ 0.7kg di formaggio, le verze, il burro ed il grana, creano una montagnetta nel piatto, squisita ma un T4 … di difficolta’.
Qualcuno fa il bis, ma ne avanzano per portarne a casa. Comunque ottimi, bravo Barba, non ti smentisci mai.
Le salamelle le facciamo alla griglia, all’esterno c’e’ un caminetto, dove bruciando legna raccolta nel bosco vicino, creiamo la brace necessaria. Il bello e’ che nevica e grigliare mentre scendono fiocchi di neve, e’ una bella sensazione.
Una salamella a testa, siamo gia’ satolli dal primo e dall’antipasto, ma va giu’ bene.
Accompagniamo con 3 bottiglie di rosso.
Dopo un po’ di riposo, apriamo il paragrafo dolci, con una torta al cioccolato fatta da Anto, la moglie di Roberto, sparisce in poco tempo … la fame e’ una brutta cosa.
Poi agrediamo i Pistoccheddus, biscotti sardi simili ai savoiardi, da pucciare nello zibibbo, anche questi, nonostante le pance piene, svaiscono.
Ciliege sotto spirito, caffe’, grappa, sviluppino, chiudono le libagioni.
Paghiamo il dovuto: e’ stata messa una cassa in rifugio, quindi si puo’ pagare con la solita busta e registrandosi sul libro.
Quindi le necessarie pulizie, raccolta rifiuti da portare a casa, usciamo per un’ultima foto ricordo, immersi da tanti e piccoli fiocchi di neve.
Per la discesa percorriamo per un breve tratto il sentiero che ci ha portati in capanna, poi seguiamo le indicazioni per i Monti di Ravecchia.
Ci fermiamo pochi attimi ai Monti della Zotta, una conca con spazio aperto, ma immersa tra i faggi e con una bella baita.
C’e’ una bella fontana proprio sul sentiero che passa vicino alla baita.
In breve siamo al parcheggio, anello completato, festeggiati contenti, e le pancia e’ ancora satua di ottimi sapori.
Giornata centrata !
Auguri al sessantenne, pre-auguri al +1 😉