Io e Gimmy siamo in vacanza assieme in Friuli, terra dei miei genitori.
Gia’ lo scorso anno abbiamo iniziato ad esplorare le cime di questa bella regione, questa volta ho voglia di esaudire un sogno, piu’ grande di un sogno in un cassetto.
Da bambino e poi da ragazzo, quando si saliva al Passo Pramollo lo sguardo era catalizzato da una grande montagna, il Monte Cavallo di Pontebba.
Per chi conosce la zona, o le montagne dell’alto Friuli, sa bene che qui non ci sono tremila, le piu’ elevate (Montasio, Canin, Mangart) si elevano per 2600/2800mt.
Ma molte delle vette anche poco oltre il migliaio di metri, sono spesso torri rocciose impenetrabili per i comuni escursionisti come noi, paradiso per i rocciatori e gli amanti delle vie ferrate.
Il Monte Cavallo di Pontebba e’ tra le piu’ elevate del comprensorio (forse la seconda), e si presenta su lato del Passo Pramaollo come un gigante roccioso con pareti lisce e verticali.
Scrutando le cartine e con le informazioni in internet, scopro che e’ una cima ben nota ai CAI del nord-est, per le sue vie ferrate.
Ma scopro che esiste anche una via normale, ed inzio a studiarmela per bene, cercando tracce e relazioni. La via normale sale non distante dalla Sella di Aip, e questa sella e’ raggiungibile dal lato italiano dal passo di Cason di Lanza e salendo in Val Dolce, o da Caserutte (strada Pontebba – Passo di Lanza), oppure dal lato austriaco dal Passo Pramollo (in parte sulla linea di confine). Per necessita’ di tempo (escursione di mezza giornata), scelgo la via piu’ corta, ovvero quella dal Pramollo.
Partiamo alle 6:30, la giornata non e’ delle migliori, nuovole scure ma anche scuarci di azzurro.
Saliamo seguendo la strada sterrata che parte vicino al confine e che serve agli impianti di risalita. In breve arriviamo ad un laghetto, qui lasciamo la sterrata e seguiamo il sentiero 403 che evita la cima e giunge sul lato opposto, in vista della sella di Aip.
Bisogna subito aggiungere che sul lato opposto della Madrizze per raggiungere la Sella bisogna scendere di un centinaio di metri per poi risalire.
Vicino a dove si inizia a scendere si trova anche un bel laghetto. Qui si trovano molte indicazioni, ed e’ facile sbagliare, come abbiamo fatto noi.
L’indicazione corretta e’ in tedesco, ma e’ facile intuire Roskofel via normale. Noi segiuamo il sentieri 403A, che traversa ma arriva sotto una torre rocciosa, e’ l’attacco per una via ferrata.
Invece di tornare indietro, vediamo sotto di noi il sentiero, ma una cinquantina di metri sotto, e per scendere una pietraia di sassi piccoli ed instabili. Ma il wild fuoripista ci piace, quindi con molta attenzione scendiamo fino ad intercettare il sentiero 403, e proseguiamo. Si procede su grossi massi e pietismo, poi si inizia a salire, anche in modo deciso.
Seguendo le numerose bollature proseguiamo, per superare una parete rocciosa il percorso sale quasi verticale fino al bordo della parete, per poi prendere un canale sempre ripido. Raggiungiamo un bivio attorno Q2000, non e’ la sella di Aip che si trova poco distante, prendiamo a sinistra seguendo indicazioni su un masso (Rosskofel). Secondo tratto impegnativo che sale ripido il fianco del Cavallo, dal alto del Pramollo. Raggiunta e superata una cimetta, il percorso si fa meno ripido e soprattutto su ampia cresta.
Oltre Q2100 la cresta diventa larghissima e seguendo le bollature arriviamo sotto l’ultimo tiro che in breve ci porta alla larghissima vetta.
Purtroppo le nuvole ci nascondono ogni cosa, in cima la campana ed una struttura metallica, c’e’ anche un supporto che contiene il libro di vetta.
Da Q2205 ed anche la cima e’ interamente territorio italiano.
Ci fermiamo solo una ventina di minuti, fa freschino, meglio muoversi.
Scendiamo con calma fino al bivio Q2000, qui prosegiuamo verso la sella, altro percorso tra i massi in discesa. Al passo possiamo ammirare il Bivacco Lomasti, simpatica struttura metallica a Q1900 sul alto 8taliano, in Val Dolce, raggiungibile con i sentieri 439 e 440 dal Passo di Lanza.
Dalla sella scendiamo su sentiero 403 (attenzione ai 403 e 403A), scendiamo parecchio per poi risalire al laghetto a Q1800 circa, dove ci fermiamo su delle comode sdraio in legno a riposare e goderci un po’ di sole. Invece di rifare il sentiero dell’andata, risaliamo fino alla vetta della Madrizze, tanto per macinare ancora un po’ di dislivello. Foto di vetta alla croce, tra tanta gente e turisti che salgono a piedi, in bici o con le varie funivie.
Discesa rapida, incombono nuvoloni scuri e minacciosi , ma arriviamo al parcheggio senza prendere acqua.
Scendendo in auto verso Pontebba, mi fermo un attimo ad ammirare il Cavallo: oggi ho coronato un sogno, quello di salirci groppa.