Dire che questa passeggiata è l’origine della passione delle nostre camminate in montagna è forse stupido, di certo è stata la prima
destinazione, decisa assolutamente per caso.
La sera precedente Roberto propone una passeggiata per raggiungere la meta della più classica delle prime uscita dei comaschi, il Monte Bollettone.
Mi chiede di agregarmi, e nonostante la mia scarsa preparazione decido di accettare.
E’ una bella giornata di marzo, c’e’ sole anche se non scalda.
Arriviamo all’Alpe del Vicerè e paghiamo la gabella del parcheggio.
Partiamo, sono all’incirca le 10 e mezza.
Anche se con Roberto c’era una certa conoscenza reciproca, che spesso nei maschi è la libertà di prendersi in giro, il livello di confidenza non era ancora al livello dei compagni di scuola o di giochi.
Iniziamo a salire, chiaccherare e boccheggiare.
Si chiacchera di tutto e pian-piano la confidenza … dilaga.
Salendo, molte persone ci sorpassano; con altri gruppetti ci passiamo a vicenda varie volte.
Arriviamo all’ultimo tiro che salendo in diagonale arriva al rifugio.
In cima al costone troviamo la neve, una bella sorpresa.
Ci godiamo quattro passi sulla neve, guardando il lago di Como, sopra Faggeto e Molina.
Aggiriamo il rifugio sulla destra e raggiungiamo la croce che svetta sopra la cima del Bollettone a 1317mt.
Il paesaggio è a 360 gradi, ed il cielo terso dà piena visibilità ad un paesaggio che veramente merita.
Un cartellone riporta i nomi delle montagne visibili anche all’orizzonte.
Molte di quelle cime, perlomeno quelle più prossime a noi, che allora non riuscimmo a riconoscere, diventeranno le mete di successive passeggiate.
Siamo arrivati in cima in poco più di un’ora e mezza.
Ci fermiano su un prato vicino al rifugio a consumare i panini portati da casa, concludendo con l’immancabile cioccolato e l’inevitabile grappetta …
Siamo sotto un bel sole che ora scalda sufficentemente, ci prolunghiamo in chiacchere e silenzi.
Adone (Roberto) cerca di abbronzarsi, è come cercare di scaldarsi con una candela.
E’ l’inizio o meglio è la ‘calcificazione’ di una bella amicizia, che ci porterà sul molte delle pur modeste vette del comasco e non solo.
Scendiamo seguendo verticalmemte la pineta che distingue da lontano il Bollettone dal suo vicino il Bolletto.
Prima della fine della pineta seguendo una traccia nel prato scendiamo a ricollegarci al percorso che abbiamo fatto in salita.
In poco più di un’ora siamo di nuovo all’auto.
Ci siamo lasciati senza darci ulteriore appuntamento, ma qualcosa andava maturando in noi, tanto che dopo pochi giorni ci siamo chiesti se ripetere la passeggiata con una certa frequenza.
Così è nato GiRovagando, piccole storie di passeggiate senza pretese di chi, come noi, ha la montagna come amica comune.