Oggi giornata da incorniciare, sotto tutti i punti di vista: il meteo spettacolare, la cima tosta al punto giusto e con una punta adrenalinica (dovuta ad un errore che vi spieghero’), il festeggiamento del mio compleanno (Giorgio, ben 27gg dopo).
Sono anni che ne parlo a Francesco e con il gruppo, ad un mio compleanno vi porto in un posto speciale, non semplice, forse un 10mt di corda nello zaino non fanno male.
Pensavo che questa occasione fosse ormai passata per il 2018, il ginocchio convalescente, ormai il tardo settembre con rischio di trovare del ghiaccio.
Invece una finestra di bel tempo, e la recentissima relazione di Djenoun mi mostrano il percorso pulito e fattibile, resta solo il ginocchio, ma la voglia e’ tanta quindi si va.
Partenza da Juf alle 08:25, sentiero per il passo Stallerberg, dal paese la stradina cementificata per l’acquedotto a sinistra. Il bel paesino e’ completamente in ombra, +1 gradiCC e prati gelati. Ma il sole splende sulle cime circostanti, nemmeno una nuvola a sporcare un cielo blu intenso.
A Q2333 prendiamo a sinistra, indicazioni per il passo Fallerfurgga, attorno Q2440 si passa tra i paravalanghe che proteggono Juf, a Q2487 altro bivio, prendiamo ancora a sinistra. Si prosegue fino a Q2700 circa, diritto si sale al OberFluesee, e poi al Fallerfurgga, alla nostra sinistra la mole massiccia del Mazzaspitz, enorme, di un colore grigio-verde stupendo.
In basso una conca, tutta una sassaia di vari colori ma ben divisi fra loro, dal rosso ferro, al grigio-verde della cima, al bianco.
C’e’ un punto critico e fondamentale in questa escursione, e’ la salita in cresta, la cresta Sud, ben descritto nei report precedenti, ma nonostante tutto lo abbiamo mancato in salita.
Risaliamo la conca di pietre, il punto di salita alla cresta NON lo si vede dal basso, solo attorno Q2750 quando si piega verso sinistra.
Dal basso il riferimento e’ linea di divisione tra le pietre chiare e quelle grigio-verde, che segue la piega a sinistra che va seguita. Aiutano degli ometti, che Paolo e Francesco hanno ben ricostruito.
Arrivati attorno Q2900, si vede bene la cresta sud, vediamo un gruppo di stambecchi, quasi ad indicarci il percorso.
Il riferimento e’ uno sperone roccioso isolato, a destra di questo la cresta. Bisogna arrivare proprio sotto per vedere la cengia/grondaia indicata nelle precedenti relazioni.
E’ proprio la chiave per salire, in modo escursionistico, la barriera rocciosa e prendere la cresta.
Noi arriviamo sotto, e traditi dalle tracce di passaggio prendiamo un canalino insidioso, ripido e con terriccio che ti scivola sotto i piedi. “Ma dove accidenti e’ questa cengia delle foto?”.
Ormai e’ tardi Francesco e Paolo risalgono a forza il canale, e la corda di Francesco e’ di grande aiuto a me ed il Barba per superare quei pochi metri. (Francesco con calma ed in vetta ci dira’ che e’ almeno un II, una primizia per il nostro gruppo).
Scaricata l’adrenalina e superato un altro balzello verso destra, pieghiamo a sinistra e raggiungiamo la cresta. Sorpresa, la cresta e’ enorme dal lato opposto, e vediamo chiramente degli ometti che scendono, vuoi vedere che la via giusta era piu’ in basso?
Cerchero’ con le foto e qualche indicazione di chiarire il nostro errore, e di facilitare il percorso a chi decidera’ di salire questa bella cima, che merita molta piu’ attenzione.
Raggiunta la cresta sud, si sale sulla dorsale fino a dove si stringe, qui c’e’ un grosso ometto Q3006. Si passa sul versante Ovest, c’e’ un passaggino di pochi metri da fare con attenzione, il sentiero passa sopra un canale di scarico totalmente aperto verso valle. Ci si passa veloci, e si prosegue ancora su larga cresta in direzione NO.
Raggiunto … il baratro, il sentiero piega salendo ripido verso destra, altro ometto Q3066, dove si passa sul lato Est della cresta, da dove finalmente si vede la cima, ma mancano ancora 100mt.
Si sale senza difficolta’, qualche passo con attenzione per la ghiaietta che scivola sotto gli scarponi, e alle 12:25 arrivo in vetta, una quindicina di minuti dopo gli amici che mi aspettano seduti attorno ad un scarso ometto di sassi con gamella.. Sono provato, ma la fatica e’ piu’ che appagata.
Siamo a ben 3164mt, dopo il RE cioe’ il mastodontico Piz Platta 2292mt, il Mazzaspitz 3164mt, il Talihorn 3164mt ed lo Jupperhorn 3155mt sono le cime dominanti in Val d’Avers.
Il sole e la bella giornata ci permette una visione a 360 gradiC , pranziamo tranquilli e festeggiamo il mio compleanno con strudel e un Berlucchi. Finiamo con caffe’, grappa e genepi di Francesco (ottimo).
Dopo quasi un’ora e mezza decidiamo di scendere, la via e’ lunga, siamo preoccupati di fare la discesa con la corda nel canalino (e si continuava a discutere su come tutti i report indicano T4!).
La discesa e’ veloce, arrivati sulla cresta sud proseguiamo fino alla fine, c’e’ un grosso ometto. Diritto precipita, ma scendendo a sinistra pochi passi, ecco la famosa cengia che questa mattina non abbiamo visto.
E’ veramente semplice da questo lato, ed e’ anche ben segnata da un ometto, come abbiamo fatto questa mattina a non vederlo?
Appenda scesi dalla cengia (non servono corde, e’ larga almeno mezzo-metro), siamo alla base del canaletto franoso che abbiamo erroneamente salito. Sbagliando si impara, e cosi’ si spiega la corretta attribuzione di un T4.
Avendo visto dall’ alto il bel laghetto Oberer Fluesee, decidiamo di passare a visitarlo al ritorno, quindi facciamo un traverso largo e alto sulle pietraie di vari colori, cercando di non perdere quota.
E’ ripido ma divertente, io piu’ che altro cerco di salvaguardare il ginocchio.
Raggiungiamo la fine della pietraia e valle del laghetto a Q2860, quindi scendiamo su comoda erba e terriccio fino al laghetto Q2790.
Il laghetto che sulla mappa non ha nome, e’ spettacolare bello limpido e soleggiato, un vero invito ad una sosta. Francesco ne aprofitta per un pediluvio, mentre Paolo in quattro e quattr’otto si mette il costume e si fa una veloce nuotata.
Non e’ proprio da tutti fare il bagnetto a poco meno di 2800mt a fine settembre!
Da lago prendiamo il sentiero che collega Juf a Fallerfurgga, percorrendo la stessa via dell’andata, ma ormai stanchi ne aprofittiamo di molti tagli del sentiero principale.
Alcune note:
se seguite la nostra traccia, usate la traccia di ritorno per la cresta sud, NON assolutamente l’andata. Il ritorno dal laghetto Q2790 penso sia la via migliore anche per l’andata, si risparmiano circa 300mt, e per 500mt si cammina su prato e terriccio e non su pietraia. Piu’ bello ancora il giro ad anello come abbiamo fatto noi.
Lascio alle foto e alla loro descrizione qualche indicazione in piu’ per il punto chiave.
Gita SUPER, peccato che gli altri Girovagando erano giustamente assenti per vari impegni e malattie.
Alla prossima!