Madone di Vogorno 2395mt
Una bellissima escursione, anche impegnativa, nella sempre magnifica Verzasca.
E’ da tempo che si pensava di salire al Madone , SI’ proprio il vicino di casa del Vogorno.
Ci mancava questa cima di mezzo, dopo aver salito sia il Vogorno che la Cima dell’ Uomo (escursione #250).
Probabilmente snobbato per il vicino e piu’ blasonato Vogorno, una cinquantina di metri piu’ alto, non ha molte relazioni sui libri o in rete.
Sara’ una giornata estremamente calda, questo ci dicono le previsioni, quindi partiamo leggeri, ma previdenti (e meno male).
Passaggio dai Monti della Gana, la cappelletta di S.Maria, l’Alpe Sassello poi la Forcola, il traverso in alto che entra nella Valle della Porta.
Da qui possiamo subito ammirare il Vogorno ed anche la nostra meta, con la sua torre rocciosa, che da qui, intimorisce almeno un po’.
Arriviamo alla Borgna, incrociando varie persone che rientrano, piccola sosta per bere, il caldo ci obbliga a fermarci ad ogni fontana o sorgente.
Sosta di quasi mezzora, quindi ripartiamo per percorrere almeno per un tratto il sentiero per il Vogorno, fino al bivio per la Bocchetta di Rognoi, da qui per noi e’ tutto nuovo.
Le nostre intenzioni sono la salita alla Poge, quindi dalla cresta rocciosa OSO quella verso la bocchetta ed il Vogorno, e la discesa per il canaletto e per un sentiero in parte segnato sulla SwissMap.
La salita alla bocchetta e’ molto ripida, e si passa sotto pareti strapiombanti, fino all’ intaglio a 2200mt della Bocchetta di Rognoi, che mette in comunicazione con la Val Carecchio e Lavertezzo.
Paesaggi stupendi ed estremamente selvaggi, c’e’ ancora neve su questo lato. Bello certamente ma severo.
Ora proseguiamo verso il Madone, senza piu’ alcuna indicazione o bolli di vernice.
Costeggiamo le pareti rocciose che sul lato Verzasca almeno sono prative e non sempre ripisissime. Continuiamo a salire, con alcuni passaggi su sfasciume dove stare attenti, qualche vaga traccia, ma protrebbero essere segni di pecore che pascolano tranquille da queste parti.
Attorno i 2230mt troviamo delle tracce di sentiero, sembra quello indicato sulla CNS, e lo seguiamo portandoci sul filo di cresta, fino a Q2300 dove i bastoncini solo solo di impiccio, ora c’e’ da aiutarsi e tanto con le mani.
Inizia una bella arrampicata, su blocchi grandi e direi stabili, stando solo attenti a non tenere troppo il filo a sinistra dove davvero strapiomba per varie decine di metri.
Divertente ma faticoso questo tratto, infine arrivo ultimo (ma non troppo distaccato) al vertice.
I primi minuti in vetta sono di riposo e contemplazione, ma la visuale dura davvero pochi minuti, neanche il tempo di fare le foto che veniamo avvolti da una coltre di nuvole umide, passiamo immediatamente dalla canotta al pile, accidenti che freddo.
Pranziamo tranquilli, la cima e’ abbastanza ampia da ospitarci tutti, peccato per la visuale, aperta a tratti solo verso N, ma a noi interessa vedere il lato verso la Borgna per decidere come scendere.
Proprio in verticale sotto la cima c’e’ un canaletto ripido di terriccio e sassi piccoli, e’ quello della foto di froloccone, scendiamo con attenzione, il rischio e’ far rotolare sassi su chi ci precede.
Scendiamo a vista, anche se si vede poco o nulla, diciamo qualche decina di metri, purtroppo mancano i riferimenti visivi. Usando il GPS ci portiamo al punto Q2222 dove troviamo segni sbiaditi di sentiero e su una pietra piatta indicazione di un bivio a tre direzioni, uno verso la cima, uno verso la bocchetta di Rognoi ed uno che porta in direzione della Bocchetta di Cazzane scende ed in Valle di Moleno.
Il sentiero a volte ancora marcato con vecchie tracce e qualche ometto si porta sotto le bastionate rocciose della cresta SE del Madone, passando sotto il canaletto erboso citato sempre nella relazione dei tre (lepre, camoscio e cinciallegra).
Appena si libera la visuale e vediamo la Borgna sotto di noi, abbandoniamo il sentiero per la bocchetta di Cazzane e scendiamo in libera tra prato e rododendri in piena fioritura verso la capanna.
Altra grande bevuta di acqua, ma dallo zaino esce anche la torta (2 fette a testa, una di mele l’altra di marmellata d’arancio) ed uno spumante, reiterato festeggiamento del compleanno di Paolo e Barba, ma noi un motivo per festeggiare lo troviamo sempre.
Il sole ritorna e torniamo alle magliette o torso nudo. Una bella ora di sosta a goderci della nostra conquista, e’ li’ da qualche parte nascosta da una densa coltre nuvolosa, non la vediamo (le cime sono tutte tra le nuvole), ma oggi la sentiamo nostra, e con molto orgoglio.
Sempre con calma ritorniamo dalla stessa via dell’ andata, l’idea iniziale era tornare per la Val Ruscada, ma visibilita’ e le tempistiche ci convincono per tornare ancora dalla Forcola e Alpe Sassello.
Lungo il percorso fermata per bere ad ogni fontanella disponibile (Alpe Sassello e sul sentiero sotto la chiesetta).
Ai monti della Gana, fermata d’obbligo a salutare il Fabio, un amico di Paolo, persona squisita che ci offre birra fresca, e come rinunciare?
Grazie agli amici, una giornatona ed una bella conquista.
Alla prossima
PS: la via “normale” la piu’ semplice e’ seguire il nostro percorso di discesa, ci sono ometti e qualche bollatura di vernice che dalla capanna portano al punto Q2222 con il bivio, da questo punto la via e’ proprio in verticale verso la cima.