Torniamo dopo solo due settimane in Val d’Avers, e’ sempre il luogo perfetto per una bella ciaspolata.
Ulteriore buon motivo e’ il meteo, piuttosto nuovolo e piovoso in Ticino, invece soleggiato per buona parte della giornata oltre il S.Bernardino.
Gruppo quasi completo oggi, manca Gimmy, ma si aggiunge Francesco e con grande piacere Beppe.
Dopo circa 2h di auto siamo al parcheggio di Juf, a 2120mt, il sole splende ma sulle cime si vede soffiare poderoso il vento, alcuni siti lo avevano previsto, altri no.
La meta e’ lo Juferhorn a ben 2967mt, vetta molto frequentata da skyalper.
Per salire alla cima bisogna rimontare un costone che si trova a Sud di Juf, quindi verso il Piz Turba / Piot, o meglio verso la Bregaglia.
Qui il mio primo grossolano errore, non ricordando un ponticello sulla mappa che attraversava lo JuferRhein, convinco il gruppo a scendere al ponticello sotto le baite di Juf, e costeggiare il torrente.
A parte la prima decina di metri, le tracce degli skyalper che salgono al Wengahorn, e’ tutta neve da battere, e ci sono 20/30cm di neve polverosa e fresca.
Contando i costoni da dove scendono ruscelli dal lato del Wengahorn / Schinetahorner / Juferhorn / Mingalinhorn, arriviamo al punto giusto dove salire, ma ci tocca scendere qualche decina di metri, quindi al livello del torrente, per iniziare a percorrere il costone stavolta ben battuto dagli sci.
Abbiamo percorso 2,4km quasi in piano, i rimantenti 2,1km per 800mt di dislivello sono una faticossisima verticale.
Si sale con una serie infinita di zig-zag, seguendo i binari degli sciatori, da sotto (sono sempre l’ultimo) vedo le formichine nel mare bianco, e cosi’ capisco il percorso.
La cima e’ in alto sopra le nostre teste, sopra una roccia, capiro’ poi che quella non e’ la vera cima, ma solo un’anticima, la cima vera e propria si trova spostata piu’ avanti, verso la Val Bergalga.
Oggi non va proprio, stavolta non posso dare la colpa al cinghiale.
Il gruppo si sgretola, ovviamente il locomotore e’ Beppe, seguito da Paolo e Francesco che lo tallonano.
Non ho fiato e mi fermo migliaia di volte (Giorgio), ma vedo prima gli skyalper, poi i miei amici arrivare all’ anticima e poi dirigersi alla cima vera e propria.
Arrivo a Q2840, Francesco mi viene incontro e gentilmente si offre di portarmi lo zaino, ma guardo per la prima volta l’orologio e mi accorgo che sono le 12:40.
Mi mancano 150mt di dislivello, ma sono i piu’ duri e ripidi, so che ci arriverei, non per le gambe e fiato, ma per caparbieta’, ma sarei arrivato 2h e mezza dopo gli altri, ed in vetta il vento non permette di rilassarsi.
Decido di fermarmi qui, gli amici sono arrivati tutti in vetta, alcuni piuttosto provati, concordiamo di pranzare alla mia massima altitudine e quindi scendono verso me e Francesco.
Inutile dire che mi brucia la cosa, e’ rarissimo che “mollo”, ma stavolta i miei tempi non sono “biblici” sono … “governativi”, bisogna pensare alla discesa ed al fatto che nel pomeriggio il meteo spendido fino ad ora, a parte il vento, girera’ in nuvole/pioggia/neve.
Pranziamo tutti assieme, chi ha mangiucchiato in vetta aspettando, finisce di mangiare quello che ha.
Il Barba ha portato un’ottima crostata, Angelo lo spumante, e via che si festeggia. Non mancano caffe’ ed alcolici di rinforzo.
Se non c’e’ vento si sta bene, ma a volte soffia ed e’ piuttosto freddo, forse complice anche il pranzo si “barbella”, dopo 50min circa di sosta prendiamo la via del ritorno, e vedo dire che ci siamo tutti diverti come bambini.
Se la salita e’ stata tutto un zig-zag, la discesa e’ una linea retta, pochi li spostamenti a cercare la neve piu’ fresca e portante, evitando i tratti ghiacciati.
Scendiamo in una fucilata.
Attraversiamo un ponticello di neve sul torrente, e raggiungiamo i primi discesisti (Paolo, Francesco e Beppe) che ci aspettano comodamente seduti su una panchina, faccia verso il Piz Turba.
Riunito il gruppo ci concediamo una ventina di minuti di spledido riposo e contemplazione, poi seguendo una pista battutissima raggiugiamo Juf, il cielo nel frattempo si annuvola rapidamente, mentre ci cambiamo i primi fiocchi di neve trasportata.
Come si suol dire “Just in time”.
Tutto bellissimo, la Val d’Avers non tradisce mai.