Il periodo è freddo e la giornata sarà nuvolosa, optiamo per una uscita con pranzo al caldo, quindi cerchiamo un rifugio o ristoro aperto e ci costruiamo attorno una escursione.
Il pranzo è prenotato al
ristoro OSA a San Tomaso , è aperto in settimana solo di mercoledì, e va prenotato telefonando alla mattina dello stesso giorno perchè sempre molto gettonato, soprattutto se si vuol gustare la specialità del posto ovvero polenta e coniglio al forno.
Le destinazioni possibili da Valmadrera sono numerose e varie, noi puntiamo al Moregallo salendo dal sentiero
Paolo ed Eliana e discesa dal classico per la Bocchetta di Sambrosera e scesi alla Sorgente Sambrosera portarci a San Tomaso.
Arriviamo molto presto a Valmadrera, anche per trovare parcheggio nei pochi posti a Belvedere, il punto più alto raggiungibile in auto. Risaliamo la strada che porta a S.Tomaso e che faremo a scedendere, arrivando alla cappelletta vicino all’Agriturismo, incrocio di vari sentieri.
Prendiamo il sentiero per Sambrosera ed al bivio a Q430 imbocchiamo il sentiero Paolo ed Eliana.
Per curiosità personale mi documento in internet per scoprire che Paolo Crippa era un Ragno di Lecco originario di Valmadrera, mentre Eliana De Zordo era una alpinista bellunese di Alleghe. I due hanno perso la vita nel 1990 in Sud America, sul versante Ovest della Torre Egger, cima della Patagonia che svetta vicino al leggendario Cerro Torre. C’è anche un libro che racconta la spedizione “Torre Egger Solo Andata” di Giorgio Spreafico, è la storia di tre ragazzi e di un amore, il racconto di una spedizione di solo andata.
L’itinerario dedicato alla loro memoria ed inaugurato a giugno 1997, si svolge lungo il ripido versante meridionale del Moregallo e raggiunge la Bocchetta di Sambrosera, crocevia di sentieri per poi giungere in cima.
Il Monte Moregallo si trova sul confine tra il comune di Valmadrera ( a sud) e quello di Mandello del Lario (a nord), come i vicini Corni di Canzo è una montagna dirupata.
La salita più semplice, comunque non banale, quella da Preguda, le altre vie di accesso sono più o meno complesse, ed alcune sono vie di scalata anche di un certo impegno e difficoltà.
I sentieri di accesso sono tutti EE o superiori, sia per il dislivello, sia per la ripidità e/o le difficoltà.
Tutti i 1000mt di dislivello si raggiungono in circa 3km, quindi pendenze elevate, sentieri ben segnalati ma spesso esposti anche se affiancati da debole vegetazione.
Seguiamo il sentiero Paolo ed Eliana per intero, anche se avevamo pensato di tagliare per il Zucon (la via di salita da Preguda), purtroppo le nuvole precludono qualsiasi vista panoramica, ma non importa. R
aggiunta con ripidissima salita la cresta, saliamo e riscendiamo verso la Bocchetta di Sambrosera, il lato Nord è completamente ghiacciato.
Stupenda la vista degli alberi e della vegetazione con il rigelo della galaverna, ma anche massima attenzione perchè le pietre a terra hanno un strato di verglass, scivoloso come il sapone.
Arriviamo in vetta al Moregallo e ci accampiamo vicino alla croce per una pausa, che sarà breve viste le temperature (se il mio termometro non inganna, indicava -8°C). Scarsa la vista verso le Grigne, ma buona verso Lecco ed i laghi (Lario, Garlate, Annone), forse la vista più bella è sulla vegetazione tutta ricoperta da un ghiaccio bianco intenso.

Dopo 20min di pausa ci incamminiamo, discesa di nuovo alla bocchetta di Sambrosera con massima attenzione ai sassi ghiacciati, e da qui la lunga discesa a zig-zag, fortunatamente l’esposizione Sud ci fa procedere senza timore per il ghiaccio, anche la roccia non è scivolosa.
Raggiunta Q720 iniziamo il lungo traverso verso San Tomaso, passando dai vari bivi con le indicazioni per le vie ferrate, quindi la Fontana di Sambrosera ed infine scendiamo alla piana di San Tomaso.
C’è parecchia gente in giro, in gran parte VIP (pensionati) come noi, fortunatamente abbiamo prenotato ed abbiamo il nostro tavolo per 9 persone riservato per noi.
Dopo il pranzo ed una lunga e piacevole sosta, usciamo a visitare il balcone panoramico alla chiesetta di San Tommaso, per poi scendere al parcheggio lungo la sterrata di servizio.
Rientro veloce, meno di mezz’ora, per un bel giro sulle montagne vicine a casa.