ZUCCO DI MAESIMO 1680MT ANELLO DA AVOLASIO
30 Dicembre 2024 – ( 563 )
Parcheggio Avolasio Q1063 – Prato Giugno Q1268 – Sella Q1381 – Sorgente del Foo – Casera Maesimo Q1570 – Zucco di Maesimo Q1663 – Baita Corna Q1340 – Roncaiola Q1228 – Sentiero per Roncaiola da SP64 Q1048 – Avolasio
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Avolasio (BG) | 1063 mt |
KM ANDATA | 2.95 Km 4.88 Km 5.16 Km 9.42 Km 10.63 Km 12.45 Km | 1:10 lorde, 0m soste al Passo Sella 2:05 lorde, 0m soste alla Casera Maesimo 2:35 lorde, 15m soste allo Zucco di Maesimo 4:00 lorde, 30m soste alla Casera Culmine 4:35 lorde, 30m soste alla SP64 5:00 lorde, 30m soste al parcheggio |
KM RITORNO | - | - |
KM TOTALI | 12.5 Km | 5:00 lorde, 4:30 di cammino |
DIFFICOLTA' | E / T2 | Sentieri marcati e bollati |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 650 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 940 mt | Max altitudine: 1668mt |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona su tutto il percorso |
PARTECIPANTI | 5 | Imerio, Paolo, Marco, Giorgio, Gimmy |
Come arrivare
Raggiungere Avolasio (frazione di Vedeseta) salendo dalla Bergamasca o scendendo dalla Valsassina (LC) dal Passo di Culmine San Pietro.
Parcheggio poco sopra la Chiesetta della Madonna della Neve, pochi posti disponibili.
Acqua sul percorso
- Non c’è acqua sul percorso
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ZUCCO DI MAESIMO 1680MT ANELLO DA AVOLASIO
VISTA DA IMERIO
Partiamo alle prime luci dell’alba, «scortati» per un po’ da un cane pastore bergamasco, seguendo la stradina agrosilvopastorale nei pressi della chiesetta che, con buona pendenza, incomincia a risalire i prati posti sopra il centro abitato; l’ambiente è davvero bello e ogni tanto incontriamo delle stupende baite, alcune ristrutturate con gusto e maestria (siamo nella bergamasca e l’arte muraria di qui è ben nota), che una volta erano sicuramente delle stalle dedicate al ricovero del bestiame che qui pascolava numeroso.
Salendo di quota possiamo ammirare il sorgere del sole che piano piano illumina i gruppi montagnosi che si aprono nei panorami intorno a noi, a partire dal Resegone, alle Grigne, allo Zuccone dei Campelli, al Sodadura e così via.
Arrivati ad uno splendido roccolo, continuiamo a seguire la stradina cementata, alternando pascoli e spazi aperti a piccoli tratti nel bosco fino ad arrivare nei pressi della baita Crocetta dove imbocchiamo il sentiero alla nostra sinistra che ci porta alla malga Maesino situata sullo spartiacque tra la provincia di Bergamo e quella di Lecco, con grande vista su Piani di Artavaggio e le relative cime.
A questo punto ci ci troviamo sul sentiero che avevamo percorso a settembre per salire sul Monte Sodadura, lo seguiamo in senso inverso in salita nel bosco e, superando un ultimo tratto un po’ più ripido ma breve, ci troviamo sulla cima dello Zucco di Maesino, che l’altra volta avevamo ignorato, da cui si ha una vista spettacolare su gran parte delle Valsassina.
Dopo le foto di rito, anziché percorrere il sentiero di cresta (fatto a settembre quando eravamo partiti dalla Culmine di San Pietro) ritorniamo alla baita citata in precedenza ed iniziamo a percorrere il «sentiero estivo» che entra subito nel bosco.
Questa seconda parte dell’escursione si svolge sempre nel bosco sul lato idrografico destro della Valle Bordesiglio (tributaria della Val Taleggio), con qualche difficoltà nel seguire il sentiero (poco percorso e poco visibile) nella prima parte mentre poi, dalla zona della Baita Corna in giù, tutto diventa più facile e possiamo arrivare con passo spedito al bel nucleo della cascina Portaiola.
Da qui inizia l’ultimo tratto di discesa nel bosco che ci porta su un tornante della SP64 (proveniente dalla Culmine San Pietro) che, seguita verso sinistra per circa 2,5 km, ci riporta ad Avolasio facendoci così chiudere l’anello di oggi alle 12.30, in perfetto orario per cambiarci e risalire in auto e quindi portarci al vicino nucleo di Vedeseta, dove abbiamo prenotato al Ristorante dell’Angelo e dove consumiamo un pranzo luculliano (consigliato!), anche se agli inizi si voleva stare più «leggeri» visti i pranzi e le cene delle festività.
Anche quella di oggi è stata una bella escursione (4,30 h di cammino effettivo per 12,5 km e 940 m d dislivello) divisa in due parti, la prima in ambienti aperti e molto panoramici e la seconda (il ritorno) sempre nei magnifici boschi di faggio, il tutto con un meteo quasi primaverile con pochissima neve; avvistati alcuni camosci isolati e due scoiattoli autoctoni che si sono dileguati arrampicandosi su una delle belle pareti calcaree che il sentiero lambisce sul tracciato del ritorno.
Unico neo di oggi: l’aver trovato chiuso lo spaccio dei formaggi di Vedeseta, dove avremmo potuto fare rifornimento di Taleggio e di Strachitunt, i formaggi principe di queste vallate, un motivo quindi per ritornare in questi magnifici posti….
VISTA DA GIORGIO
Sentivo il bisogno di camminare un pò per smaltire, almeno in parte, le pietanze del Natale e di S.Stefano, quindi ho accettato volentieri la proposta di Imerio.
Ero poco convinto della meta, anche perchè ci siamo passati molto vicino quando siamo saliti al Sodadura partendo da Culmine San Pietro, tra l’altro ignorando completamente la presenza di questa cima, lo sguardo era tutto concentrato verso l’obiettivo Sodadura.
Ma la voglia è tanta, il giro ad anello interessante, e non ultimo scoprire per pranzo una Locanda dove Imerio ha prenotato per il gruppo.
Altrettanto certo il fatto che tutta la camminata si svolge di mattina, non sono concesse molte pause perchè bisogna camminare per 12.5km e rientrare al parcheggio per il pranzo “gambe sotto il tavolo” in locanda.
Parcheggiamo ad Avolasio, frazione di Vedeseta, pochi i posti auto, ma alle 7:15 erano comunque deserti.
Ci incamminiamo sulla sterrata che porta verso i Piani di Artavaggio, risalendo la dorsale che porta al Passo della Sella.
La seguiamo mentre comincia ad albeggiare, le cime più alte si tingono del rosso del sole del mattino.
Abbandoniamo la strada a Q1230 per il sentiero diretto a Prato Giugno, un alpeggio con varie baite in corso di ristrutturazione. Riprendiamo la sterrata poco sopra e la seguiamo passando dalla Baita Carenini, quindi un lungo traverso sotto la dorsale verso E, ci porta al Prato della Tona e quindi al crocevia del Passo della Sella dove si trova un magnifico Roccolo con il suo giardino di caccia.
Seguiamo ancora la sterrata verso sinistra (a destra si scende nella Valle del Chignolo) raggiungiamo un bel alpeggio ancora sterrata per un breve tratto e poi un bivio, prendiamo a sinistra verso Casera Maesino, finalmente sentiero.
Passiamo dalla Sorgente Acqua del Cop, utile fonte per riempire le borracce, una breve salita ci porta al dosso panoramico dell’Alpe Maesimo, dove già siamo passati salendo al Sodadura.
Zucco di Maesimo visto dall’ Alpe omonima
Facciamo una breve pausa, la nostra vetta è proprio davanti a noi, anche se vista l’esposizione si prensenta con un pò di neve.
Sul percorso fino a qui di neve poca-poca, qualche tratto ghiacciato ma aggirabile senza fatica, ed anche la poca neve non è ghiacciata.
Dalla casera si scende ad una bocchetta con area attrezzata pic-nic, e si inizia a salire percorrendo il sentiero alto (730) da Culmine San Pietro.
C’è neve ma 5cm o poco più, ci sono tracce di passaggio, si passa senza problemi solo un poco di attenzione.
Giunti sotto la cima, una trentina di metri sotto, saliamo senza una vera traccia, in effetti la deviazione non è indicata.
In breve siamo alla vetta dello Zucco di Maesimo a 1680mt (anche se il WP di hikr indica una quota differente), quota confermata dal mio gps.
Sul lato opposto alla nostra salita la cima precipita verso valle, con una gran bella vista verso la Valsassina, le Grigne ed i Piani di Artavaggio.
Foto ricordo e ripartiamo veloci, discesa sullo stesso sentiero verso l’Alpe Maesimo, ma alla sella che la precede deviamo a destra scendendo in direzione Culmine San Pietro, è la variante invernale da Culmine San Pietro ai Piani di Artavaggio.
Il sentiero è ben indicato all’inizio, le bollature diventano più rare a Q1450 ma il sentiero si riconosce, ma tra i 1450mt e 1350mt, anche per la presenza di alcuni prati, perdiamo il sentiero e sbagliamo puntando in direzione delle Baite Taglianovo.
Ci accorgiamo dell’errore ed aiutati dal gps ritroviamo la giusta via a Q1350, da qui la traccia torna evidente ed anche le bollature più frequenti.
Sotto la Baita Corna, da Q1350, si percorre un lungo traverso che resta in quota attorno Q1250, per sbucare sotto le Cascine Culmine. Da qui risaliamo fino al bivio sulla sterrata per seguire il sentiero per la Strada Provinciale 64, si potrebbe anche proseguire per una decina di minuti e raggiungere il passo di Culmine San Pietro, ma si allunga il percorso e soprattutto su asfalto.
Discesa ripida su buon sentiero fino al tornate sulla SP64 sopra il ponte sul torrente valle Bordesiglio, da qui necessariamente su asfalto si percorrono i 2km che ci separano dal parcheggio ad Avolasio.
Piccola nota, nei prati in basso ad Avolasio notiamo un gruppo di animali scuri che pascolano, saranno capre? Lo zoom della fotocamera ci dimostra che sono camosci!
Alle 12:30 siamo tutti al parcheggio, direi che siamo stati piuttosto veloci oggi, felici della giornata ed anche un pò affamati dopo oltre 12km e 5h in giro, di cui 4:30 in movimento.
Ci spostiamo in auto a Vedeseta per accomodarci alla Locanda Albergo dell’Angelo, che si trova in centro al paese lungo la strada principale.
Come è andata?
Un pranzo da cenone di fine anno, qualità e gusto veramente super, è stato faticoso alzarsi dal tavolo dopo …
Una degna chiusura di un anno con tante belle esperienze, abbiamo scoperto queste zone tra lecchese e bergamasca, , tanta Valsassina, tante zone nuove in Valtellina, tante le cime visitate nelle Orobie valtellinesi.
Momenti indimenticabili e quasi sempre condivisi con gli amici Malnat, un sodalizio che va cementandosi sempre di più.
Cosa volere di più? Solo la salute per poter proseguire così 🙂
ZUCCO DI MAESIMO 1680MT ANELLO DA AVOLASIO
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