Giornata nuovamente rubata al meteo, al nord è diventato difficile trovare una giornata di bel tempo.
Oggi abbiamo anche un rientro anticipato, avevamo programmato una bella escursione sul Bregagno ma le previsioni cambiano all’ultimo e ci tocca rivedere i piani, e vista la probabile pioggia nel pomeriggio ci “adattiamo” ad una escursione di mezza giornata.
Queste escursioni brevi hanno però un merito … si finisce spesso con le gambe sotto al tavolo, ovvero pranzo in rifugio/ristorante/osteria e comunque serviti.
Alla ricerca di un circuito breve e con ristoro nelle vicinanze, propongo un giretto nella zona del San Primo, ma senza salita a questa cima ma alla ben più bassa e nota vetta del Monte Nuvolone, che resta una novità per tutti tranne per Roberto che ha vissuto l’infanzia estiva in queste zone.
Parcheggiamo a Prà Filippo e ci incamminiamo ancora con il buio lungo la sterrata.
La percorramo fino alla fine, dove si trova un guado ed il sentiero che prosegue sul lato opposto.
Breve tratto nel bosco per raggiungere un’altra sterrata in località Paum.
Percorriamo la sterrata in direzione nord, passando accanto a molte belle baite, poi prendiamo il sentiero che sale alla Bocchetta del Nuvolone.
Siamo costantemente nel bosco, umido ma meraviglioso per i colori dell’autunno. Sbuchiamo in una radura prativa con un baitello, è la bocchetta del Nuvolone, la cima è sopra le nostre teste, e sappiamo che per l’esigua altitudine è coperta da vegetazione.
Avendo deciso per un percorso ad anello seguiamo il sentiero che traversa sul lato Est, passa da una piccola grotta (La Madonna del Fungiat) e con breve tiro ripido raggiunte il lato nord della cima, qui deviamo seguendo l’indicazione per
Belvedere del Nuvolone“.
Direi che questo punto panoramico è la parte più interessante dell’escursione, almeno come visuale sul lago.
Ci fermiamo una quindicina di minuti a godere del panorama, poi ritorniamo sui nostri passi per salire alla vetta.
Da segnalare che in corrispondenza della deviazione per il punto panoramico stanno riadattando due baite.
Si sale per una trenina di metri di dislivello per raggiungere la vetta, come detto è immersa nella vegetazione, quindi niente panorami o croci.
Scendiamo dal lato sud, percorso più ripido ed impegnativo anche per il tanto fogliame e le pietre viscide, comunque breve, circa 60mt di dislivello da perdere.
Raggiunta di nuovo la bocchetta del Nuvolone, stavolta proseguiamo sul sentiero di cresta, sentiero sempre ottimamente segnalato.
Passiamo sotto la vetta del Ceppo del Mucchio, raggiungiamo la Bocchetta di Lezzeno, quindi la Colmenetta, aera prativa con baita isolata in splendida posizione, qui facciamo la nostra pausa.
Riprendiamo il cammino sempre sul sentiero di cresta o poco sotto la dorsale, sempre sul lato E per raggiungere infine la strada cementata che porta al Rifugio Martina, che raggiungiamo come punto più alto della nostra escursione.
Da qui prendiamo il sentiero indicato per l’Alpe del Borgo, quindi il sentiero alto e non la strada, poco prima della chiesetta di San Filippo e San Giacomo scendiamo sulla sterrata passando dall’ex Colonia Bonomelli.
Raggiungiamo la strada poco sotto il Parco San Primo, quindi il ristorante Genzianella (chiuso oggi per turno settimanale) e percorriamo la strada fino al bivio con il sentiero per la Pietra di Lentina.
Abbandoniamo la strada per il sentiero nel bosco che scende passando da una enorme faggio secolare, di ben 7mt di diametro.
Ancora un breve tratto di sentiero per sbucare sulla provinciale proprio davanti alla Pietra di Lentina, masso erratico proveniente dalla Val Masino.
Discesa su strada dopo il successivo tornante breve deviazione per vedere una curiosità, suggerita dalla memoria di
roberto59, una tavola rotonda con 12 posti fatta con la stessa pietra dei massi erratici della zona (il tavolo di Rè Artù?).
Bravo Roby meritava sicuramente di vedere questa curiosità, purtroppo non sono riuscito a trovare più informazioni.
Arriviamo all’auto che gocciola, ci cambiamo e risaliamo guidando alla
Polentoteca Gabriele, dove abbiamo prenotato per il nostro gruppo da 9 affamati.
Inutile dire che è la degna chiusura di questa giornata, guardando fuori piove copiosamente, ci è andata proprio bene in tutti i sensi.
VISTA DA IMERIO
Oggi escursione da «piano C», dopo aver scartato due mete inizialmente proposte, ma poi cassate viste le previsioni meteo che danno pioggia sicura al pomeriggio, per cui si sceglie una meta vicina corredata da pranzo con gambe sotto il tavolo (che ogni tanto non guasta, anzi…).
Ci troviamo quindi di buon’ora in località «Prà Filippo», che raggiungiamo dal Passo del Ghisallo, per puntare al Monte Nuvolone, una montagna di moderata altezza (m 1092) che si trova nei boschi situati sopra Bellagio.
Oggi siamo numerosi (in nove), perché oltre ai consueti gruppi di Malnat e Girovagando, con noi c’è anche l’amico Francesco ed iniziamo il nostro cammino chiacchierando alla grande, percorrendo sentieri e alcuni tratti di carrareccia di moderata pendenza prevalentemente nel bosco.
Dopo circa un’ora e mezza di tranquilla escursione, raggiungiamo la boscosa piramide del Monte Nuvolone che saliamo dal versante orientale, non mancando di visitare il belvedere, da cui si gode davvero una vista impareggiabile sul Lago di Como con il promontorio di Bellagio proprio sotto di noi.
Dopo le foto di rito riprendiamo la marcia in senso inverso, rimanendo un po’ più in alto sul crinale boscoso, dove ogni tanto si incontrano baite isolate con relative radure, da cui si aprono dei bei panorami sia verso le Grigne che verso il tratto di lago che va verso Como.
Proseguendo nel nostro cammino raggiungiamo il Rifugio Martina (oggi chiuso) e quindi facciamo ritorno alle auto parcheggiate al punto di partenza, per poi dirigerci al vicino punto dove abbiamo prenotato il pranzo (Polentoteca Chalet Gabriele) dove facciamo onore ai gustosi piatti serviti (per la cronaca, dopo 10 minuti che eravamo seduti ha iniziato a piovere, quindi tutto calcolato!!!).
Quella di oggi è stata un’escursione non impegnativa (durata 5 ore per 12 km percorsi e 770 m di dislivello), quasi sempre nel bosco e con pendenze non esagerate (tra l’altro per me in zone nuove, visto che da qui salivo sempre verso il San Primo), se si esclude la breve piramide del Nuvolone dove, sia per salire che per scendere, bisogna prestare un po’ di attenzione per la presenza di foglie e in caso di terreno bagnato, ma ogni tanto vanno bene anche queste parentesi più tranquille, dove si privilegiano la voglia di stare insieme a dei grandi amici e i panorami che comunque oggi non sono mancati.
Abbondante la presenza di funghi lungo il tracciato (in prevalenza chiodini, in gran parte già «passati»), che qualcuno ha raccolto per farsi un bel risottino.