PIZZO PIANEZZA 2046MT E DIGA DEL GLENO
30 Ottobre 2024 – ( 552 )
Parcheggio Pianezza Chiesa Q1263 – Baita Napoleù Q1664 – Pizzo Pianezza Q2046 – Baita Napoleù Q1664 – Diga del Gleno Q1500 – Lago del Gleno Q1500 – Chiosco Lago del Gleno Q1543 (pranzo) – Ponte del Gleno Q1152 – Pianezza
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Pianzza Chiesa (BG) | 1263 mt |
KM ANDATA | 1.55 Km 2.40 Km 5.07 km 5.80 km | 1:00 lorde, 0m soste alla Baita Napoleu 2:00 lorde, 10m soste alla vetta Pizzo Pianezza 4:00 lorde, 1h soste alla diga 4:20 lorde, 1h soste al pranzo chiosco sopra il lago |
KM RITORNO | 3.20 Km | 2:00 lorde, 20m soste |
KM TOTALI | 9.00 Km | 7:30 totali e 5:00 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 780 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1036 mt | Max altitudine: 2045mt |
DIFFICOLTA' | EE / T3 | Sentieri marcati e bollati (T3 solo per la vetta, T2 per la diga) |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona in generale |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 9 | Giorgio, Gimmy, Angelo, Francesco, Imerio, Paolo, Giordano, Gigi, Gianfranco |
Come arrivare
Percorsa la A4, si esce a Bergamo e si seguono le indicazioni per la Val Seriana – Passo della Presolana.
Superato il passo, si scende e si raggiunge Vilminore di Scalve, seguendo poi le indicazioni per Pianezza, dove termina la strada. Nei mesi da giugno a settembre, i parcheggi sono in gran parte a pagamento e c’è una navetta che da Vilminore porta a Pianezza.
Acqua sul percorso
- Fontana a Pianezza chiesa
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PIZZO PIANEZZA 2046MT E DIGA DEL GLENO
Imerio da tempo caldeggiava questa idea, noi mai andati a camminare nella bergamasca, se non sconfinando dalle Orobie valtellinesi.
Il percorso in auto è lungo, oltre le 2h30m da casa, e di solito affrontiamo questi viaggi solo per gite significative, ad oggi direi solo per salire dei bei tremilametri in Engadina o Val d’Avers. Ma questa è un’occasione speciale.
Messa in cantiere l’uscita, bisogna aspettare la giornata dal meteo giusto, e per questo è stata lungamente posticipata.
Questa settimana il meteo è decisamente stabile al bello, quindi si parte.
Dopo un lungo viaggio in auto, arriviamo poco dopo le 7:05 di mattina alla Chiesa di Pianezza, il parcheggio più alto per la visita alla diga.
I posti auto non sono molti, ma troviamo parecchi parcheggi liberi, per ora ( a pagamento da Giugno a Settembre).
Scopriremo solo al ritorno che la vetta del Pizzo Pianezza si vede benissimo dal paese, con una grande croce che delimita il punto più alto.
Alle 7:30 siamo in cammino, seguendo le precise indicazioni per la diga.
Ci sia alza sopra il paese di Pianezza arrivando a Q1345 dove si trova il bivio per la diga oppure per la Baita Napoleù, un rifugio/bivacco.
Prendiamo questa direzione e in poco più di 1h siamo al rifugio, sentiero ben segnalato ma sempre bello ripido, ma Imerio ci avverte queste pendenze sono ben più dolci di quello che ci aspetta dopo.
Pausa alla baita Napoleù, alle 8:35 riprendiamo il cammino seguendo le indicazioni “Pizzo”, ci attendono 400mt di dislivello in 850mt di distanza.
Il sentiero è sempre ben visibile e si trovano bollature frequenti, il primo tratto è in bosco di abeti, poi si apre tra i larici ed aggira una pietraia, ultimo tratto su paglione dove fare attenzione.
Le pendenze sono veramente importanti, non molla mai, mai un tratto dove spiana, praticamente GIB (ginocchia in bocca) per poco meno di 1h di cammino.
In vetta una grande croce di legno, il panorama si apre verso la sottostante Valle del Gleno, cerchiamo di vedere il lago e la diga, anche spostandoci sul costone, ma dalla vetta restano sempre nascosti.
Un giretto con il drone mi permette di vedere lago e diga dall’alto, ma devo dire che il paesaggio di cime a 360° è spettacolare, grazie anche ad una giornata splendida, calda e limpida.
Imerio dà un nome alle innumerevoli cime che ci circondano, alcune spettacolarmente rocciose, per noi è tutti nuovo, ci anima la curiosità dei bambini.
Dopo una buona mezz’ora scendiamo verso la baita, con molta-molta attenzione, il sentiero non è mai esposto a parte qualche brevissimo passaggio sul costone, ma è talmente ripido che si scende osservando bene mettere il prossimo passo.
In 40min ritorniamo alla baita Napoleù, altra breve sosta quindi prendiamo il sentiero per la diga, un bel traverso che scende verso il largo sentiero principale di servizio alla diga.
La diga non la si vede se non all’ultimo, quindi percorriamo il sentiero scavato nella roccia e con corrimano di protezione (ma sempre molto largo) con la curiosità di vedere il manufatto e finalmente arriviamo in vista delle Diga del Gleno.
Mi impressionano subito le dimensioni, veramente imponenti, e la sua forma molto diversa dalle tante dighe che ho visto, oserei dire una forma quasi architettonica.
Ci avviciniamo fino a raggiungere il lago e la diga, qui si apre il panorama sul lago e la bella e larga Valle del Gleno, mentre sotto la diga il torrente precipita chiuso e ripido verso il fondovalle.
Decidiamo di fare il giro del lago e raggiunta la sponda opposta (attenzione agli acquitrini nell’attraversare l’immissario del lago), risaliamo al chiosco sopra il lago per consumare il nostro pranzo.
Il chiosco è chiuso e noi lo “occupiamo” pranzando sotto un sole caldo e con una vista mozzafiato verso la testata della valle, il laghetto e tutta la diga.
Alle 13:00 riprendiamo il cammino, lasciando il chiosco ad una folta compagnia di VIP come noi (Vec in Pensiun), teniamo il sentiero alto che porta sopra la parte intatta delle diga, per poi scendere sul lato opposto, dove ho chiesto di fermarci per filmare dal drone l’altro lato della struttura.
La fermata su questo lato è davvero consigliata, per ammirare la diga nella sua interezza, sia la parte “illesa” che lo squarcio causato dal cedimento della struttura.
Per la discesa abbiamo previsto un anello quindi ripido ritorno su ottimo sentiero fino ad un ponticello, ricostruito dopo che il cedimento della diga lo aveva spazzato via, è il punto più basso dell’escursione di oggi, a 1150mt.
Da qui si risale a Pianezza su sentiero segnalato per circa 120mt di dislivello, arrivando alla strada in prossimità del tornate sotto il paesello e da qui in breve alla chiesa ed al parcheggio.
Ci aspetta un lungo e tormentato ritorno per il tanto traffico sia nelle vicinanze di Milano, sia in valle, ma portiamo a casa un’esperienza che non si può dimenticare.
Bravo Imerio a suggerire … ed insistere per questa esplorazione.
VISTA DA IMERIO
Era da un po’ che spingevo per organizzare questa escursione in una zona per me carica di ricordi perché frequentata a lungo fin da ragazzo, quando andavo in colonia a Vilmaggiore, e finalmente oggi siamo riusciti a concretizzarla, con partenza molto mattutina da casa ed arrivo a Pianezza (frazione situata sopra Vilminore di Scalve) poco dopo le 7 del mattino.
L’uscita di oggi ha avuto due aspetti: il primo è stato quello storico, visitando i ruderi della Diga del Gleno, la cui parte centrale crollò per cause ancora non certissime il 1° dicembre 1923, 101 anni fa (ultimamente sta riprendendo quota l’ipotesi dell’attentato dinamitardo unito ad altri fattori inerenti la costruzione del manufatto), portando morte e devastazione in tutta la valle; a questo abbiamo abbinato un altro aspetto più escursionistico, effettuando la salita al Pizzo Pianezza (m 2046), posto in posizione dominante sulla Val di Scalve.
Partiamo quindi di buona lena dalla piazzetta della graziosa frazione (da cui già si vede la croce della cima), entrando da subito nei boschi di latifoglie che stanno a monte dell’abitato e, dopo circa una ventina di minuti di cammino, incontriamo la palina segnaletica indicante la Baita Napoleù, alla quale giungiamo seguendo il sentiero ben marcato che sale decisamente sul versante sud del monte.
Raggiunto il bivacco (abbastanza spartano ma ben tenuto), dopo una breve sosta ripartiamo seguendo il sentierino indicato alle spalle dell’edificio, per affrontare l’ultimo tratto, che sarà quello più impegnativo: la traccia sale infatti seguendo la linea di massima pendenza e soprattutto nell’ultima parte, quando termina il bosco e si superano alcune brevi pietraie, la salita è particolarmente faticosa, costringendo qualche volta all’uso delle mani per progredire.
Raggiunti finalmente i 2046 m del Pizzo Pianezza dopo 800 m di salita ininterrotta, ci concediamo una bella mezz’oretta di sosta per le foto di rito, il volo del drone, ma soprattutto per ammirare il panorama che si gode a 360°, comprendendo soprattutto tutta la Val di Scalve e le belle cime che la circondano: il Pizzo Tornello, il Cimone della Bagozza, il Pizzo Camino, la Presolana (la regina delle Orobie), il Monte Gleno, ecc., insomma un vero spettacolo.
Ritornati alla Baita Napoleù per lo stesso percorso fatto nella salita, imbocchiamo il sentiero verso destra che in leggera discesa contorna tutta la base del Pizzo Pianezza, per portarci ad incrociare il sentiero 411 (che sale da Pianezza) nel suo tratto più suggestivo, ovvero quello scavato nella roccia e a picco sul Torrente Gleno che, con andamento pianeggiante, ci conduce finalmente ai ruderi della Diga del Gleno che possiamo ammirare in tuttala sua imponenza, passando tra i due tronconi rimasti in piedi dopo il crollo della parte centrale.
Compiuto il giro del laghetto in senso antiorario, ci alziamo leggermente sulla sponda soleggiata per sostare al chiosco in legno aperto da qualche anno (oggi chiuso), dove approfittiamo dei tavolini posti sotto una tettoia per la sosta pranzo.
Ripreso il cammino, per variare il percorso del ritorno, decidiamo di percorrere il sentiero che scende verso Nona – Bueggio, posto sul lato idrografico destro della valle, fino a raggiungere il Ponte del Gleno, attraversato il quale risaliamo alle auto parcheggiate a Pianezza che raggiungiamo prima delle 15.00. (La salita alla Diga del Gleno da Pianezza può essere fatta da tutti, perché breve e non molto faticosa).
Oggi eravamo in nove (con la new entry Gianfranco, che si è ben difeso sulla ripida salita al Pizzo Pianezza) e abbiamo goduto di una giornata dal meteo eccezionale, in una escursione non lunghissima (9,5 km per 1015 m di dislivello e 5,5 ore di cammino effettivo) ma dal giusto impegno e ricca di significati legati ai panorami del Pizzo Pianezza ma soprattutto ai ruderi della Diga del Gleno, la cui storia con il conseguente dramma non può lasciare indifferenti e che, devo dire, ha appassionato tutti i partecipanti di oggi perché nei giorni precedenti all’uscita, sono girati diversi filmati e note tecniche sul nostro gruppo WhattsApp e quindi siamo arrivati preparati a questa visita: un grazie particolare agli amici di oggi!
E per finire, sosta per la consueta birra e visita alla Latteria Sociale Montana di Scalve a Vilmaggiore, un vero punto di riferimento per i formaggi della valle.
PIZZO PIANEZZA 2046MT E DIGA DEL GLENO
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