Sto seriamente considerando di visitare tutte le cime “fattibili” (per noi ovviamente) della Val Gerola, ma a dire il vero anche delle altre 11 valli che ospitano le Orobie Valtellinesi, quindi oggi colmiamo una lacuna, il Monte Rosetta, da non confondere con la Cima di Rosetta visitata lo scorso anno.
Relazioni poche, pochissime direi, una di quelle come, come il Monte Colombana visitato qualche settimana fa, che interessa solo pochi esploratori.
Partenza dal solito Bar Bianco, pagando il ticket per la strada con l’APP.
Avendi già fatto la Cima di Rosetta, cerchiamo qualche percorso alternativo, quindi prendiamo il sentiero che porta all’Alpe Combanina, con baita in posizione dominante verso la valle.
Poco distante ci incuriosisce un altro alpeggio in fase di ristrutturazione, breve deviazione per visitarlo, ha tutta l’impressione di diventare un punto di ristoro con numerosi tavoli all’esterno.
Riprendiamo il sentiero che porta al lago, un bel tiro ripido e verticale prima del traverso che porta al lago di Culino da una direzione diversa da quella fatta da noi l’ultima volta.
Qui facciamo la nostra pausa, la nostra vetta è ben visibile sopra di noi già dall’Alpe Combanina, e soprattutto la bocchetta che si trova tra il Monte Rosetta ed il Monte Combana.
Ora seguiamo il sentiero che porta alla Cima di Rosetta e passa prima da un acquedotto e poi da una baita, la Baita di Cima a 2042m.
Qui abbandoniamo il sentiero ed iniziamo a salire senza traccia fino al rialzo superiore proprio sotto la bocchetta, dove si trova anche un piccolissimo laghetto.
Ora osserviamo con attenzione la bocchetta cercando la migliore via d’accesso.
Notiamo che c’è una debole traccia che traversa nel punto che ci sembra decisamente più comodo, lo vediamo a mezza-costa quindi saliamo senza sentiero per andare a prenderlo.
Scopriremo poi scendendo che prosegue e ci sono anche un paio di ometti non proprio facili da vedere nei prati.
Raggiunto in qualche modo il sentierino in breve siamo alla bocchetta e sulla cresta a 2260m, il panorama si apre sulla bella e selvaggia Val Lesina.
Inziamo a seguire la cresta, primo tratto semplice poi si risale sul ripido tra erba e pietrame fino ad una prima roccia, che bisogna risalire con l’aiuto della mani, ma nulla di complicato.
Proseguendo si arriva di nuovo ad un passaggio in cresta, una sessantina di metri sotto la cima.
Qui siamo ingannati da una traccia che porta verso SE, verso la dorsale E del Monte Rosetta, è un tratto da fare con molta attenzione molto ripido e su terreno accidentato, la traccia svanisce in nulla quindi con un pò di fatica saliamo fino alla vetta.
Probailmente il percorso migliore era salire diretti sulla cresta N, ma ce ne siamo resi conto solo dopo.
Come ci aspettavamo la vetta è molto panoramica, bella vista in tutte le direzioni, soprattutto dominante su tutta la Val Lesina, stupenda vista dall’alto, ma la vista si estende su le vicine cime Orobiche, tante di queste già visitate, la bassa Valtellina con i giganti della Val Masino e Val Malenco, primo su tutti il Disgrazia.
Contrariamente alle previsioni meteo ed a una mattinata di sole, il cielo si è riempito di nuvole grigie, comunque è presto per fermarsi, e soprattutto si vuol tornare al bocchetta uscendo dal tratto finale un pò rognoso.
Scendiamo dal versante N, da dove siamo saliti, cercando di individuare la traccia che poi si perdeva in nulla, scendiamo con attenzione, alla fine scendiamo anche troppo, circa 5mt sotto il quasi-sentierino, risaliti arriviamo al passaggio in cresta, guardando verso la cima ci sembra più semplice salire da questo lato anche se c’è qualche roccetta da superare.
Scendiamo alla bocchetta e da qui al piano inferiore con il piccolo laghetto, alla fine della traccia che sale in bocchetta ci accorgiamo che la traccia prosegue nell’erba attraversando la conca in direzione del Monte Combana passando a sinistra (scendendo) della pozza.
L’idea è di salire anche la Cima di Rosetta, io e Gimmy ci siamo
già stati ma Giordano, unico Malnat presente, gli piacerebbe vederla, è anche l’unica delle cime visibili con una bella croce dominante.
Ci fermiamo a Q2100 per pranzare sopra dei grandi massi, consumiamo in nostri panini con chiacchere ed allegria, sotto la bella mole della cima conquistata oggi.
Durante il pranzo inizia a gocciolare, accidenti non era proprio previsto, quasi intenzionati a saltare la seconda Rosetta per paura di prendere troppa pioggia.
Fortunatamente sono poche gocce, ma ci fanno pranzare più velocemente del previsto.
Dal punto dove abbiamo pranzato si vede una traccia di sentiero che traversa in salita verso la Cima di Rosetta, traccia ben citata da
cai56.
Risaliamo su erba e colleghiamo alla traccia che seguiamo, ad un punto si allarga e addirittura passa sopra un muro a secco abbastanza alto, lascia ben sperare nella prosecusione del sentiero.
Ma poco dopo la traacia si perde nel paglione, e non vediamo ancora la bocchetta sotto la Cima di Rosetta, quindi proseguiamo senza traccia nella giusta direzione ma alla fine siamo saliti troppo e ci colleghiamo al sentierino che sale al Monte Combana, quindi discesa alla bocchetta ed ultima salita alla croce della Cima di Rosetta.
Incredibilmente è tornato il sole e si sta proprio bene, la vista dalla croce è notevole, giù in Val Gerola fino all’abitato di Rasura, verso l’Alta Val Gerola con Pescegallo e la sua diga, ancora la diga di Trona ed il Pizzo omonimo, proprio sotto di noi il Lago di Culino, e verso NO le cime del Pizzo Olano e Pizzo dei Galli dove spiccano le croci di vetta.
Dopo la pausa per godere del panorama, decidiamo di percorrere la direttissima della Rosetta in discesa, la ricordavo bene (fatta in salita) e devo proprio dire che è spacca-gambe, ritornati al Bar Bianco le ginocchia sono ben affaticate e ringraziano per il meritato riposo.