Oggi gruppo Girovagando quasi al gran completo, manca da tempo il Barba, ma Paolo trova il tempo per l’uscita infrasettimanale, abbiamo con noi anche due Malnat: Imerio e Giordano.
La proposta di oggi è il Pizzo Bello in Valtellina sopra Berbenno, cima ben conosciuta e apprezzata per la splendida vista sia sui Corni Bruciati e Disgrazia sia verso la valle del Lago Scermendone.
Come ci capita spesso ultimamente, non abbiamo fatto i conti con l’oste, ovvero con il meteo.
Devo proprio confermare che le previsioni meteo negli ultimi tempi non sono così affidabili, se dicono pioggia o temporale almeno in montagna si avvera, ma le tempistiche sono alquanto imprecise.
Noi confidiamo su un paio di siti che danno pioggia nel tardo pomeriggio, quindi contiamo di fare la cima e, senza allungare il giro, riuscire a tornare asciutti al parcheggio.
Partenza da Prato Maslino alle 8:00, dopo circa 30min per salire dall’Albergo “La Brace” a Berbenno dove abbiamo fatto il permesso auto.
Seguendo una sterrata verso sinistra passiamo da alcune delle baite poi per prato passiamo a lato della bella chiesetta e ci dirigiamo verso la baite più a monte, qui si ritrova una sterrata che si percorre verso sinistra fino ad un tornate con parcheggio e dove inizia il sentiero con indicato il Pizzo Bello a 2:50
Si percorre un lungo traverso nel bosco praticamente pianeggante poi al bivio Q1600 dove si scende a Gaggio di Monastero, si tiene la destra e si inizia a salire.
Sentiero largo e ricco di ruscelli e da qui si inizia a salire con tratti anche abbastanza decisi.
Raggiungiamo i larghi prati dell’Alpe Vignone, con diverse baite ben sistemate e dove gli alpigiani tengono le mucche al pascolo e producono formaggio, abbiamo potuto vedere di persona la preparazione del giorno.
Si prosegue sempre su prato e sempre con pendenze importanti fino all’ alpeggio alto di Baric con una bella baita ed una presumibile stalla o ricovero.
Poco sopra si trova un bivio, a sinistra si raggiunge il lago Scermendone a destra il Pizzo Bello.
Ci inoltriamo in valle seguendo rare bollature ma visibili, si deve ignorare un sentiero in basso che non si capisce dove si dirige.
Il gruppo si sgretola, Paolo ed Angelo volano verso la vetta ( ci arriveranno ben 40min prima di me …), qualcuno li segue ben distaccati mentre Gimmy ed Imerio aspettano i due ritardatari Giorgio e Giordano.
Paolo mi chiama al telefono dalla vetta, mi dice che sono avvolti nelle nuvole e che tuona ……………
Ignoro l’allarme di Paolo (
scusami Paolo se ho risposto male) e proseguiamo con qualche sosta, raggiunta la bocchetta la cima è lì sopra e con un ultimo sforzo raggiungiamo gli altri mentre inizia a piovere.
Non ho visto i Corni Bruciati, non ho visto il Disgrazia, solo nuvole e tuoni.
La sosta in vetta è brevissima, il tempo di fare la foto tra le nuovole e coprirsi per la pioggia, preoccupano i tuoni che si avvicinano, quindi discesa veloce veloce fino a Baric dove troviamo riparo in una baita/stalla/ricovero materiali.
Pranziamo nell’oscurità del luogo, seduti su bancali, ma almeno siamo all’asciutto.
Fuori piove anche bene, ma non grandina e non vedremo passare il temporale, tuoni e fulmini sono sui monti o verso Morbegno.
Dopo oltre un’ora smette di piovere ma il cielo resta ben coperto, quindi ripartiamo, scendiamo a Vignone dove possiamo vedere le due forme di Bitto preparate la mattina e più in basso un ricovero dove vengono immagazzinate le forme già pronte per una prima veloce stagionatura.
Discesa come detto molto veloce per paura di prendere ancora acqua o peggio, la sola distrazione guardare nel bosco ai lati del sentiero alla ricerca di qualche boletus, ma senza successo.
Rientrati a Prato Maslino ci fermiamo a comprare il formaggio prodotto a Vignone in una fattoria, e da qui rientriamo asciutti al parcheggio.
VISTA DA IMERIO
Pizzo Bello (m 2743) con fuga dalla cima.
Tra le mete proposte per oggi, la scelta cade sul Pizzo Bello situato nella bassa Valtellina; su questa montagna ero salito in solitaria una ventina di anni fa (o forse più) e quello che ricordavo erano la cresta finale (un po’ ripida ma breve e non particolarmente esposta) e la lunghissima stradina quasi tutta asfaltata (ora a pagamento) che si deve percorrere in auto da Berbenno per salire di 1300 m ed arrivare a Prati Maslino, dove si inizia a camminare.
Dopo aver superato le belle baite del nucleo seguendo una stradina sterrata, il sentiero volge a sinistra per compiere un lungo traverso in un bel bosco di conifere fino ad arrivare in una radura dove inizia il secondo tratto del percorso, che si mantiene sempre ripido fino alla cima.
Dapprima si superano le baite dell’Alpe Vignone, oggi popolate da una quarantina di mucche, per poi giungere a quelle di Baric, ultimo alpeggio dove le mucche verranno spostate la settimana prossima; da quest’ultima alpe il sentiero sale ripido verso il versante di sinistra per raggiungere un colletto da cui parte il breve tratto di cresta che porta in cima al Pizzo Bello.
I momenti salienti della giornata sono stati:
1) la visita alle baite di Vignone, dove abbiamo potuto parlare con due ragazzi (complessivamente sono in quattro, compreso il pastore «senior») e vedere dal vivo la produzione del bitto, il re dei formaggi di queste zone, a partire dal momento del riscaldamento del latte (da 300 l di latte si ricavano due forme dal peso di circa 12 kg/cad.) alla stagionatura, che avviene in una baita dal pavimento bagnato da circa 10 cm di acqua corrente per mantenere fresca e costante la temperatura. Non mi stanco mai di dire che questi pastori sono persone (quasi «eroi») che con il loro duro lavoro riescono a mantenere in vita la montagna.
2) l’arrivo sulla cima, sulla quale siamo giunti in ordine un po’ sparso, che però abbiamo subito dovuto abbandonare per l’anticipato arrivo del maltempo (il meteo dava il temporale in arrivo nel pomeriggio); solo il tempo di fare la foto di vetta e poi l’inizio della pioggia con un vento teso e il brontolio dei tuoni sempre più vicini, ci hanno fatto ovviamente lasciare in tutta fretta la cresta (brutto posto quando ci sono i fulmini) per scendere velocemente dal versante risalito.
3) il momento del pranzo che, seppur consumato in una rustica baita adibita a stalla/magazzino in zona Baric, non ha minimamente intaccato la consueta voglia di stare insieme e così, mentre fuori pioveva, con tutta calma abbiamo potuto consumare il nostro pranzo tra le solite battute e la voglia di stare in montagna in compagnia.
Al termine della pioggia abbiamo ripreso la via del ritorno ripassando dalle baite di Vignone per giungere infine a Prati Maslino dove abbiamo acquistato del formaggio proveniente proprio dall’Alpeggio di Vignone.
E’ stata una bella salita dal discreto impegno (circa 1250 m di dislivello) dove purtroppo il maltempo anticipato non ci ha permesso la vista dalla cima del Pizzo Bello, ma questo fa parte del gioco e ogni tanto si deve mettere in conto anche questa evenienza.
Ottima come sempre la compagnia degli amici della Girovagando tra i quali questa volta ho potuto anche rivedere l’amico Paolo; ora il gruppo si frammenterà per le vacanze estive, ma la voglia di ritornare sui monti ci farà presto riunire: buone vacanze!