BELVEDERE DELLA MOTTA 1380MT
13 Giugno 2024 – ( 531 )
Parcheggio Cimitero di Livo Q697 – Dangri Q630 – Santuario Madonna di Livo Q742 – Baggio Q930 – Belvedere della Motta Q1340 – Baggio Q930 (pranzo) – ritorno dallo stesso percorso di andata
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Cimitero di Livo (CO) | 700 mt |
KM ANDATA | 2.80 Km 3.75 Km 5.05 km 6.75 km | 0:45 lorde, 5m soste a dangri 1:35 lorde, 10m soste a Baggio 3:10 lorde, 15m soste al Belvedere di Motta 4:15 lorde, 40m soste al pranzo a Dangri |
KM RITORNO | 3.81 Km | 1:30 lorde, 5m soste |
KM TOTALI | 10.56 Km | 7:40 totali e 5:00 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 740 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1030 mt | Max altitudine: 1709mt |
DIFFICOLTA' | E / T2 | Sentieri marcati e bollati fino a Baggio poi solo tracce ma visibili |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 5 | Giorgio, Gimmy, Imerio, Paolo, Gigi |
Come arrivare
Raggiungere la Valsassina da Lecco oppure dalla Statale dello Spluga e salire a Barzio, seguire poi le indicazioni per la funivia.
Parcheggio a pagamento alla partenza della funivia, oppure in paese a Barzio e salire a piedi fino alla funivia.
Acqua sul percorso
- Numerosi ruscelli sul percorso fino al Rifugio Buzzoni
- Non c’è acqua sul lato bergamasco
- Numerosi punti di appoggio ai Piani di Bobbio
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BELVEDERE DELLA MOTTA 1380MT
VISTA DA GIORGIO
E’ un poggiolo erboso a 1400mt che si trova su uno dei costoni SO del Pizzo di Ledù, e più dettagliatamente sotto la Cima di Zoch, che per la costa del Sasso Marcio si collega al Ledù.
Cimetta talmente sconosciuta che su Hikr non esisteva nemmeno il waypoint, che ho avuto il piacere di creare, ed in tanti anni devo dire di aver contribuito parecchio con la creazione di nuovi waypoint.
Ma veniamo all’escursione, che sulla carta si presenta breve, circa 800mt su 5km.
Oggi siamo in cinque: due Girovagando e tre Malnat.
Per la partenza decidiamo di NON pagare il ticket per arrivare in auto al Crotto Dangri, per due motivi, il primo perchè l’escursione si accorcia decisamente, il secondo è per vedere in che condizioni è la strada e quanti parcheggi si trovano, tutto questo in vista di nuovi e numerosi progetti.
Devo anche confessare che per noi Girovagando la zona è assolutamente nuova, sono oltre dieci anni che progettiamo di andare alla Capanna Como e Lago Darenfo ma abbiamo sempre rimandato, una vergogna per noi escursionisti comaschi.
Quindi parcheggio al cimitero di Livo, la zona prende anche il nome dalla vecchia chiesa di San Giacomo.
Siamo a Q700, in questo periodo e giorni infrasettimanali si trova parcheggio di fronte al cimitero ed anche sotto le piante poco oltre.
Ci incamminiamo a piedi lungo la sterrata che diventa a tratti cementata, strada in ordine anche se piuttosto stretta.
Passiamo dalle baite di Casniolo dove lungo la strada si trova una bella fontana.
Dopo qualche sù e giù la strada tende a scendere e perdiamo quota fino a raggiungere il Crotto Dangri, Q650 la minima quota di oggi.
Si passa prima sul ponticello che oltrepassa il Torrente di Val Piana, poi sotto il noto Crotto Dagri, quindi sopra un magnifico ponticello a schiena d’asino sopra il torrente Darengo. Inutile dire che con la neve residua in alto e le incessanti piogge i torrenti sono carichi e scorrono impetuosi.
Fino a Dangri, 40min di cammino tranquillo per poco meno di 3km, come detto è discesa, quindi tutto il dislivello è negli ultimi 2km.
Si sale su largo sentiero acciottilato fino alla bella chiesetta di Livo, e si prosegue sempre su largo sentiero che con innumerevoli svolte raggiunge il borgo di Baggio, con numersoe belle baite dislocate tra Q950 e Q1000.
Arrivati alla fontana, il sentiero “normale” piega a sinistra e con un lungo percorso raggiunge la Val Darengo, per risalire infine l’ultimo ripido balzo che porta alla conca del Lago Darengo.
Direi che la maggioranza degli escursionisti conosce Baggio come punto di passaggio e la sua fontana.
Risaliamo nelle strette viuzze del paese fino all’ultima baita più in alto, dove sulla sua sinistra prosegue il sentiero verso Motta.
Il sentiero è indicato anche su molte carte online, si perde un pò nella sua parte iniziale coperto da alte felci, ma si intuisce bene il percorso.
A Baggio abbiamo avuto il piacere di parlare con alcuni locals, stupiti dalla nostra voglia si salire a Motta, e ci indicano due possibili percorsi, quello diretto segnato sulla carta ed uno che scende ad ovest di Motta con dei zig-zag tra le varie baite, questo percorso non è indicato dalle mappe, ma solitamente se collega le baite o alpeggi si riesce a distinguerlo.
Decidiamo comunque di raggiungere Motta con il sentiero più battuto, NON ci sono bolli ma sono evidenti i segni di passaggio.
Sopra baggio un bel tiro verticale di poco più di 100mt poi si traversa verso destra (E) fino alle baite di Possoro dove si trova un pozzetto dell’acquedotto ed un altra fontanella.
Su questo traverso sono d’impiccio le tante e alte ginestre che invadono il sentierino, con un paio di passaggi da fare con passo sicuro perchè sotto il versante è ripido, ma veramente niente di preoccupante.
Da Possoro altro tiro ripido che si porta sulla destra di Motta (quindi verso E) nella breve Val Grande dove si trovano dislocate tante baitelle di pietra, tutte in stato di abbandono.
Arrivati a Q1360 un ultimo tiro ci porta alla sella della Motta, da qui ci dirigiamo a sinistra (S) verso il Belvedere, indicato da una bella croce in legno a Q1380 (un pò sbilenca a dire il vero), croce ben visibile dal parcheggio e dalla strada verso Dagri.
In effetti è il punto più panoramico di Motta, vista che spazia dal Lago di Como fino a Bellagio, alle montagne dell’ Alto lago, con il Cavregasco (il monte più alto del comasco), il vicino Usciolo ed il Sasso Camoscè che nasconde la vetta del Duria.
Sul lato E is Sas Piz, quasi anticima del Duria, e di fronte la inconfondibile sagoma del Legnone ancora ben innevato nella parte finale.
Il cielo pulito dai temporali della notte rende tutto chiaro e nitido.
Ci fermiamo una buona mezz’ora, poi decidiamo di studiare il percorso di discesa suggerito da locals, quindi risaliamo la dorsale verso le baite di Motta, anche queste la maggior parte in rovina.
Vedere tante baite disperse sui pendii fa capire la difficoltà ma anche la ricchezza della vita del passato, valori che sono andati completamente perduti.
Raggiunta la baita più alta ed anche oltre ci spingiamo in diversi punti per cercare la traccia di sentiero, in effetti vicino alle baite si intuiscono vecchi passaggi, la lo stato delle baite indicano che quei percorsi sono in disuso da decenni, e si perdono nella vegetazione che orami si è ripresa gli spazi che l’uomo teneva puliti in passato. In aggiunta erba bagnata dalla notte piovosa suggerisce di non rischiare su questi pendii comunque molto ripidi, quindi alla fine decidiamo di scendere dal sentiero di salita.
Discesa tranquilla fino a Baggio dove troviamo alle 11:25 troviamo posto su un terrazzo con magnifica vista valle e lago, l’ideale per la sosta pranzo.
Si sta talmente bene che ci fermiamo per ben due ore, poi scendiamo alla fontana di Baggio dove incrociamo il sentiero classico e da qui scendiamo alla chiesetta di Livo, quindi a Dangri.
Qui troviamo ora molta gente, in gran parte stranieri ed in ebike, e varie auto.
Proseguiamo a piedi lungo i quasi 3km della strada che riprende quota lentamente, circa 60mt di risalita.
Arriviamo al parcheggio ci cambiamo, prevediamo due soste: la prima all’osteria Sant’Anna di Livo per la tradizionale birra dopo-escursione e la seconda alla panoramicissima chiesa di Santi Eusebio e Vittore a Peglio, una breve ma consigliata sosta lungo il ritorno.
Che dire ancora, tutti soddisfatti il giretto pur breve ma intenso ci ha portato in zone sconosciute, e che aprono idee per nuovi percorsi, quindi ci torneremo di certo, stavolta in auto fino a Dagri per poi poter proseguire ben oltre la meta di oggi.
VISTA DA IMERIO
Pur essendo passato altre volte in questa valle, devo dire che non avevo mai notato la meta di oggi (Belvedere di Motta), il cui rilievo, sormontato da una rudimentale croce di legno, si confonde con la Costa Sasso Marcio, che porta verso il Ledù.
Essendo l’escursione non troppo lunga, abbiamo preferito percorrere a piedi anche la stradina prevalentemente pianeggiante (che di solito si percorre in auto pagando un ticket) che dal cimitero di Livo porta fino al Crotto Dangri.
Dal crotto inizia poi una bella mulattiera che, con pendenze ripide, conduce al bel nucleo di Baggio dove di norma si segue il sentiero a sinistra per la Val Darengo che porta al Rifugio Como, alla Bocchetta del Ledù e ad altre tante mete; se invece si sale verso le ultime baite alte di Baggio, ecco che si intercettano delle tracce di sentiero, dapprima flebili e poi più evidenti, che rimontano i versanti alle spalle delle baite e che conducono al Belvedere di Motta.
Il percorso non è mai difficile, anche se oggi, con l’erba ancora molto bagnata per la pioggia di ieri, occorreva un po’ di attenzione nell’effettuare alcuni traversi (altre note sul percorso sulle didascalie delle foto).
Indubbiamente notevole il panorama che si gode dal belvedere, che spazia su una buona parte del Lago di Como e su una serie di cime dell’Alto Lario, Pizzo Cavregasco in primis; molto interessanti anche le numerose baite disseminate un po’ ovunque che, anche se in gran parte diroccate, testimoniano che queste zone erano molto sfruttate per il pascolo, anche se su pendii molto ripidi.
Per il ritorno abbiamo provato a cercare altri sentieri per fare un giro ad anello, ma non abbiamo trovato niente e quindi abbiamo rifatto il sentiero percorso in salita; durante una sosta per guardare alcune baite abbiamo visto una cerva allontanarsi fugacemente.
Ritornati a Baggio abbiamo cercato un posto comodo per il nostro pranzo, che abbiamo consumato in compagnia con la consueta allegra convivialità.
Anche se non lunghissimo, è stato comunque un bel giretto, con dislivello di poco superiore ai 1000 m, con sviluppo di 11,20 km che abbiamo superato con 5 ore di cammino (soste escluse).
Oggi abbiamo anche avuto (purtroppo) l’incontro con le zecche, rinvenendone una sulla schiena di uno di noi, che poi se ne è trovate altre due un paio di giorni dopo.
E ora non rumane che tornare in queste zone per raggiungere qualche meta più ambita, che qui certo non mancano!
BELVEDERE DELLA MOTTA 1380MT
BELVEDERE DELLA MOTTA 1380MT
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