Era in programma da tempo, e già sapevo che sarebbe stata particolarmente impegnativa, ma queste cime della Valsolda ancora ci mancano.
Ci sono vari percorsi per salire i Pizzoni, si può partire da Drano, da Dasio nel cuore della Valsolda, oppure da Cima sul lago di Lugano.
Noi decidiamo di fare un anello, quindi partenza da Drano, saliamo per un breve tratto la sterrata/ciotolata che sale verso l’Alpe Serte, fino al bivio a circa 565mt dove troviamo il cartello per i Pizzoni, indicati a 2h.
Si inizia a salire, anzi a salire decisi nel bosco, con qualche zig-zag si guadagna quota raggiungendo la prima elevazione.
Il bosco si dirada ed iniziano le torri di roccia, il sentiero, sempre ben segnalato con bolli bianco-rossi, sale spostandosi sui due lati (lato Valsolda o lato Ceresio) per aggirare torri e guglie.
Ci sono vari passaggi anche un pò esposti ma senza pericoli.
In vari tratti ci si deve aiutare con le mani per risalire dei canali rocciosi.
Raggiungiamo la prima bocchetta marcata.
Bisogna sapere che proseguire verso la cima più bassa dei Pizzoni e verso la Forcola, bisogna percorrere un sentierino lato Valsolda che passa a filo sotto le pareti di roccia, e che raggiunta la cima principale bisogna comunque tornare indietro per proseguire.
Ci sono due canali di comunicazione tra il sentiero per la Forcola e quello per la cima, il primo (salendo da Dasio e Drano) è il più semplice, il secondo prevede di scendere un ripido canale sfasciumato dove qualcuno ha anche piazzato una corda, ma trovandosi lì da tanto tempo nessuno si fida molto.
Torniamo a noi, passata la prima bocchetta risaliamo un ennesimo torrione per discendere alla seconda bocchetta, quella del secondo canale, quello della corda.
I sentieri nei due canali per la Forcola sono entrambi bollati e ben indicati.
Poco sopra questa seconda bocchetta c’è il passaggio chiave di II, si trova incastrato tra due rocce, quindi non esposto.
Si arrampica sul lato sinistro aiutandosi con gli appigli nella roccia.
Superato il passaggio diventa tutto facile, si sale tra rade piante e pratone fino alla panoramica cima Ovest a 1303mt.
La posizione è spendida, basta sporgersi di poco verso Est per vedere che su questo lato precipita di un centinaio di metri tutti verticali e rocciosi, lo si apprezza bene dalla cima E.
Ci fermiamo per una quarantina di minuti, si sta benissimo come temperatura e come panorami.
Da un lato tutta la Piana di Porlezza fino al Lago del Piano e oltre, verso S la valle di Osteno fino alla Val d’Intelvi, ad O il lago di Lugano verso Lugano ed il Monte S.Salvatore, quindi il Monte Boglia, le cime dei denti della Vecchia, infine le tante cime e cimette della Val Solda, molte le abbiamo visitate e tutte meritano. La cima più rappresentativa è certamente il Torrione, la più elevata della Valsolda.
Terminato la pausa, scendiamo fino al passaggio di II dove si disarrampica, quindi ignoriamo il secondo canale per scendere al sentiero per la Forcola (non ci fidiamo per la corda, ed il terreno è molto umido) quindi ritorniamo indietro fino al primo canale, dove si scende ripidi per prendere il sentiero che costeggiando la torre principale dal lato N raggiunge la bocchetta tra le due cime.
Io sono particolarmente esausto, non accompagno gli amici che fanno anche la cima E, ma scendo alla Forcola, dove ci ricompattiamo.
Dalla bocchetta si ammira la maestosità della torre dei Pizzoni 1303mt, ed ancora meglio la si apprezza dalla cima minore 1289mt.
Ricompattati alla Forcola, e devo anche dire un pò stanchi ed affamati, scendiamo veloci al bivacco Alpe Grande, che già abbiamo utilizzato quando siamo saliti al Bronzone. Stavolta lo troviamo molto occupato, un nutrito gruppo del CAI di Menaggio con i giovani sono saliti da Cima e pranzano cucinando qui al rifugio.
Noi ci accomodiamo poco sotto, vicino alle fontane dell’acqua.
Pranziamo e riposiamo, fortunatamente l’acqua non manca perchè di sete ne abbiamo tanta.
Dopo i panini festeggiamo il compleanno di Roberto con prosecco e dolci vari.
Dopo poco meno di 1:30, prendiamo la via del ritorno, con l’intenzione di fare un anello, quindi scendiamo verso Cima, sul sentiero percorso dai giovani del CAI e dai loro accompagnatori.
Inizia una lunga, lunga discesa, molto ripida in quasi tutto il suo percorso, d’altra parte si scende dai 1000mt ai 420mt del primo bivio.
Devo dire una discesa sfiancante, non si vede l’ora che finisca. Arrivati al bivio a Q420 prendiamo il sentiero che traversa verso Pisò.
Scopriremo che si tratta del Sentiero del Funtanin, per la presenza in un angolo boschivo di un fontanile che però troviamo completamente asciutto.
Proseguiamo con saliscendi in direzione Pisò, un bel sentiero sempre vista lago, le bollature scarse e probabilmente poco usato.
Prima di Pisò manchiamo il sentiero che sale e taglierebbe un tratto, proprio non lo abbiamo visto anche avevamo mappa e gps in mano.
Proseguendo sempre in quota attorno i 400mt arriviamo in località Ranco dove incrociamo una strada che porta ad una magnifica villa bianca, Villa Christina. Alla fine della strada cementata prosegue sterrata ma larga, la seguiamo come da nostra traccia e con vari tornanti risale fino a Q570, dove abbandoniamo la strada sterrata per prendere un sentiero che traversa e poi scende sopra Drano, raggiungendo infine la strada chiusa al traffico già percorsa in mattinata, quella che porta all’Alpe Serte.
Da qui in pochi minuti ritorniamo al parcheggio, stanchi ma felici.