E’ da quando conosco Imerio che si parla di Valgrande, decantando le bellezze selvagge, i tanti sentieri e bivacchi dislocati sui vari percorsi.
Corte Buè è quello che più spesso ha nominato e che più spesso ambiva ad accompagnarci.
Gli altri Malnat lo conoscono già, ma per noi era “fuori zona”, ma considerate le condizioni meteo dei giorni precenti, oggi sembra il momento giusto.
Andiamo così a scoprire quest’angolo situato ai confini meridionali della Valgrande.
Il percorso e le tappe intermedie le ha già ben descritte, come sempre, l’amico Imerio.
La salita al Monte Faiè, un pò impegativa negli ultimi 200mt che salgono ripidi nel bosco, vale sicuramente la pena per i grandi panorami che si ammirano da questa cima sui piccoli e grandi laghi (Verbano, d’Orta, Mergozzo, Varese) ma anche sulla Val d’Ossola, il gruppo del Rosa, la pianura padana e le cime ancora ben innevate della ValGrande.
Dopo il Faiè un bel pezzetto in cresta, amo molto le creste soprattutto se panoramiche, discesa alla bocchetta per prendere il bel sentiero che scende a Corte Buè.
Lungo il sentiero sempre ben marcato bisogna solo fare attenzione alle deviazioni, comunque ben segnalate con paline.
In discesa Imerio ci indica e spiega i resti della teleferica che portava legname, si vedono le basi di cemento, ma il bosco ha riconquistato tutti gli spazi liberi. Sempre camminando ci indica Corte Buè, nonostante l’avevo vista nelle fotografie vista dal vero fa sicuramente un certo effetto.
E’ sostanzialmente un paesino, purtroppo quasi totalmente diroccato, posto su un costone prativo, tra i pochissimi prati a questa quota.
Arriviamo molto presto, poco dopo le 10:30, e questo ci permette di girare ogni angolo a curiosare nei vari piani delle case, tra i resti di una storia passata ma non così dimenticata.
Devo dire che sono rimasto molto impressionato dal luogo, è intriso di storia, i muri e gli interni delle abitazioni diroccate ti parlano delle loro vicissitudini, è proprio un paesino in mezzo ai boschi, oggi in mezzo al nulla.
Come da tradizione dei Malnat oggi pranzo con trippa scaldata nel rifugio Serena, uno dei pochi edifici sistemati, un ottimo appoggio per gli escursionisti, non c’è molto ma è un riparo sicuro con stufa e legna.
Per il pranzo occupiamo dei tavoli nella zona più aperta, adibita anche come area elicottero, la vista è spettacolare verso la valle ed essendo al sole si sta veramente bene.
Dopo oltre 3h30 di permanenza prendiamo la via del ritorno, come programmato da Imerio giro ad anello un pò più lungo dell’andata, e che comprende 300mt di salita dopo pranzo …
Non solo, considerato che gran parte del percorso è un sù e giù su un lungo traverso, tutto il dislivello lo si fa all’ultimo per raggiungere la bocchetta a Q1050 che poi scende all’Alpe Ompio.
Cosa dire ancora? sicuramente un luogo che ti resta dentro, capisco ora bene l’insistenza di Imerio
Alla prossima