BIVACCO AMICI TRE VELINE
COMMENTO DI IMERIO
Quando a novembre Giordano, Paolo e io, avevamo fatto il giro delle tre Veline, partendo da Bignugno e tornando da Cicogna, passando da Velina Baserga (una delle tre Veline, anzi è la quarta…) avevamo visitato il bel bivacco presente nel sito, pensando ad un ritorno con un gruppo più numeroso (Girovagando + Malnat) in maniera da organizzare anche un bel pranzo in compagnia.
Oggi finalmente siamo riusciti nell’intento e, dopo aver preso contatti per prenotare la struttura ed esserci sincerati sulla percorribilità della stretta stradina Rovegro – Cicogna (sono in corso dei lavori di consolidamento), prima delle 8.30 ci siamo messi in cammino dalla piccola capitale della Val Grande.
Percorsa la comoda sterrata che passa da Corte Merina, si seguono le indicazioni per Velina Baserga e, una volta imboccato il sentiero di mezzacosta che si mantiene alto sulla riva idrografica sinistra del Rio Val Grande, è impossibile sbagliare percorso perché fino alla meta non ci sono bivi o deviazioni.
Il sentiero, sempre nel bosco, non è difficile e mai particolarmente esposto, anche se presenta alcuni tratti (soprattutto verso Velina) abbastanza ripidi dove sono presenti delle catene e dei gradini infissi della roccia che aiutano nella progressione, certo bisogna fare un po’ di attenzione, come sempre si deve quando si percorrono i sentieri valgrandini; durante il cammino si incontrano i ruderi delle baite di Montuzzo, Crosane e Uccigiola, mute testimonianze di una civiltà contadina scomparsa.
Dopo circa due ore abbondanti di cammino siamo quindi giunti a Velina Baserga, dove abbiamo scartato a malincuore l’eventualità di salire a Velina Alta o di scendere al Ponte di Velina, essendo arrivati un po’ in là con l’orario.
Sul posto eravamo attesi da due simpatici ragazzi dell’associazione (Piero, che abita in una baita contigua, oggi era assente), Fabio e Flavio, che ci hanno messo a disposizione il comodo e spazioso bivacco e dove abbiamo subito iniziato la preparazione del nostro pranzo, organizzato con cura e con prodotti e bevande tutti portati nei nostri zaini.
Pranzo veramente d’eccezione cucinato dal nostro chef Gimmy e dai suoi aiutanti, che abbiamo consumato come sempre con grande allegria e amicizia, invitando anche i due ospiti presenti, proprio un bel momento!
Terminata la lunga sosta mangereccia e conseguente pausa digestiva, dopo aver lasciato le eccedenze culinarie ai due ragazzi e lasciata l’offerta per l’uso del bivacco, abbiamo ripreso la via del ritorno percorrendo lo stesso tracciato fatto all’andata.
E’ stata una bella escursione trascorsa prevalentemente nei boschi, non durissima (circa 700 m di dislivello per 5 ore di cammino, con gli zaini però abbastanza pesanti) e con la ciliegina del pranzo, che ha visto solo il nostro Nevio un po’ sofferente per la mancanza di allenamento, mentre il rientro di Luigi è andato alla grande; durante la salita a Cicogna abbiamo visto dall’auto un bel capriolo che per un po’ ci ha preceduti lungo la strada.
Meteo eccezionale, che continua a presentare giornate con un clima già decisamente primaverile: avanti così e un saluti agli amici che oggi non hanno potuto essere presenti.
E lungo la strada del ritorno consueta sosta all’ormai fidelizzato GiangiBar in quel di San Bernardino Verbano.
COMMENTO DI GIORGIO
Era nell’ aria …
E su questa frase ci si potrebbe ricamare sopra alla grande, come tornare a casa dal Lucomagno con le portiere dell’auto aperte, ma questa è tutt’altra storia.
Imerio ha lungamente decantato la selvaggia bellezza della Val Grande, e di questo piccolo angolo delle Tre Veline, dove individuato un bel rifugio di appoggio, ci ha costruito attorno una breve ma intensa passeggiata.
Una lunga serie di sù e giù, passaggi attrezzati, catene e ferri per gradini, direi che proprio non è mancato nulla.
Non è mancata di certo l’allegria e l’amicizia in capanna, non è mancato il cibo (anzi …), non è mancato l’alcool.
Forse è mancato l’allungo per la visita alla Velina Alta, ma le tempistiche non lo consentivano.
Aggiungo il mio parere sul percorso: certamente non è banale, è un pò più faticoso al ritorno, forse anche la pancia piena ha contribuito, ma c’è un pò più di dislivello al ritorno, vari tratti attrezzati almeno due da fare con attenzione, anche se il terreno era in situazioni ideali, senza ghiaccio e terreno asciutto.
Pranzo alla grande, ottimo il riso (BRAVO chef!), anche se qualcuno aveva da dire per i pezzi troppo grandi della salsiccia …