COMMENTO DI GIORGIO
Nell’ultima escursione al Palagia, con imerio abbiamo lungamente ammirato la grande croce del Monte Croce e la bella dorsale che lo collega al poco più alto Monte Pilastro, e visto che, almeno sul versante S, non si vede un gran che di neve, decidiamo di provarci solo dopo una settimana, in pieno inverno.
Il Monte Pilastro è una meta nota e solitamente salita dal versante N, dal Vò di Moncodeno e/o dalla bocchetta di Prada, ma si può salire dai suoi tre versanti:
– da N sul versante del Vò di Moncodeno o la Bocchetta di Prada
– da NO sulla dorsale Monte Croce – Pilastro
– da SE dal Passo del Bue, tra il Monte Eghen ed il Pilastro (su questo lato c’è un passaggio con catena -> qui)
Dopo essermi consultato con un esperto (Gabrio) che ringrazio per i suggerimenti ed indicazioni, e vista la presenza di neve sul lato N, preferiamo la salita come cai56 ovvero con partenza da Esino zona Industriale, località Bigallo.
Nella sua relazione tra foto e video, mi era piaciuta la salita al Monte Croce dal Passo di Strecc e la bella dorsale che porta al vicino Pilone.
Partiamo alle 8:05 dalla zona industriale a Q860, ritorniamo per un breve tratto verso Esino per prendere una stradina cementata che sale in diagonale verso delle baite e poi prosegue sempre cementata nel bosco, prendendo quota fino ad un bivio fondamentale con 4 scelte indicate dal paline, siamo in località Costa da Bus 1150mt.
Qui bisogna prendere abbandonare la stradina e prendere il secondo sentiero da sinistra, indicato da un bollo bianco-rosso su un faggio, la direzione Monte Croce NON è indicata.
Inizia una bella salita che alterna qualche strappo a tratti di traverso, sentiero sempre marcato e bollato.
Arrivati quasi sotto alla Cima di Eghen, a Q1517 si prende il sentiero di sinistra che punta verso il Monte Croce, che già si intravvede tra le spoglie cime degli alberi.
Altro bel traverso dove troviamo i primi residui di neve, poi uno strappetto ci porta al Passo di Strecc, da qui si vede bene la vetta ed il percorso da compiere, il tratto più impegnativo della giornata.
Restano 200mt di dislivello, prima un tratto in salita verticale nel bosco, poi un breve traverso porta sotto un canale erboso ed aperto dove un ripido sentierino porta sotto la vetta, che però si aggira verso la dorsale NO e da qui sempre su erba si arriva alla sommità.
Il sentiero anche se nell’erba e paglione è ben marcato dai passaggi e mai difficile, solo ripido.
Arrivo come sempre ultimo alle 10:50 in vetta, dove si trova una grande croce ben visibile già da Esino.
Cima molto panoramica, con magnifica vista sul lago, nel suo tratto centrale con Bellagio e giù fino a Lenno, fino a Menaggio e la Val Menaggina che si apre verso il lago di Lugano. Sotto di noi Esino con le belle cime già visitate dei Pizzi di Parlasco, e le cime attorno ad Esino verso il lago, il Monte Cucco, il Palagia e la Cima di Eghen.
Alle nostre spalle la breve dorsale che porta al Pilastro, ed in basso di 40mt tra la neve ed i larici spogli si scorge il Baitello dell’Amicizia, dopo puntiamo per pranzare.
Sosta ristoratrice, e ripartiamo verso il Pilastro, vista la presenza di neve calziamo i ramponcini, in meno di 15min si raggiunge il Monte Pilastro, cima molto più anonima, qui il panorama si dovrebbe aprire verso il Grignone, ma le nuvole basse lo coprono completamente, si vedono bene la bocchetta di Prada, la Porta di Prada, il Bietti e la dorsale Palagia – Zucco di Sileggio e la lunga Valle di Prada.
Ritorno veloce verso il baitello, tentiamo un taglione verso il bivacco, ma la neve non è battuta quindi risalita alla dorsale, Monte Croce e discesa su sentiero battuto al baitello.
Il baitello è veramente carino, immerso nei larici ma in bella vista sopra Esino, all’interno camino, legna, tavolone con panche, tenuto bene.
Accendiamo il camino per scaldare l’ambiente ed i panini, quindi pranzo in allegria ed abbondanza come sempre.
Pensavamo di scendere lunga la Costa della Saetta, la dorsale NO del Monte Croce, ma c’è molta neve, è piuttosto ripido e non è battuto, quindi studiamo un altro percorso di discesa, diverso dalla salita.
Scendiamo al Vò di Moncodeno su buon sentiero, marcato e battuto, per buona parte ancora con i ramponcini vista la presenza di neve e ghiaccio.
Arrivati al parcheggio alto, scendiamo verso il parcheggio basso nel canalone innevato della Valle di Cino, arriviamo all’Alpe Natre superiore, qui prendiamo per l’Alpe Bondasca, sentiero 21, con un lungo traverso e saliscendi vari praticamente aggiriamo il Monte Croce e la sua dorsale, per tornare al bivio della Costa di Bus, qui su sterrata-cementata scendiamo sul percorso della mattinata, a Q1015 seguiamo la strada cementata principale, e non il tratto percorso in mattinata, che ci porta a Q935 sulla strada Esino-Ortanella, su asfalto torniamo al parcheggio di Bigallo.
Siamo tutti belli soddisfatti, una bella camminata, due belle cime viste e desiderate, ed un bel anello ancora ad esplorare luoghi nascosti del nostro lago.
COMMENTO DI IMERIO
Il Monte Pilastro era nelle mie cose da fare da tanti, ma tanti anni, perché ogni volta che salivo la Val Meria da Mandello del Lario, mi dicevo che dovevo faro, ma ogni volta andavo verso una meta diversa così, quando la scorsa settimana siamo venuti qui per salire il Monte Cucco e il Palagia e Giorgio mi ha detto: lo facciamo la prossima settimana ?, la risposta è venuta da sé.
Certo la salita da Mandello è più lunga ed impegnativa, ma devo dire che anche fatta da Esino, l’escursione è molto bella perché attraversa zone prevalentemente boscose ma, quando si raggiungono i crinali sommitali tra il Monte Croce e il Monte Pilastro, la vista si apre su panorami davvero superbi, che oggi sono stati un po’ stati limitati dalla presenza di una cappa nuvolosa.
Lascio la descrizione del percorso a quanto puntualmente descritto da Giorgio e ricordo i due punti dove prestare attenzione per non sbagliare percorso:
•il primo è lungo la mulattiera cementata quando si incontrano due paline segnaletiche (Costa da Bus), dove occorre andare a sinistra seguendo gli evidenti segni bianco-rossi sui faggi, anche se non c’è l’indicazione per il Monte Croce
•il secondo è al Passo di Strecc, quando nel bosco si entra nella Valle del Grottone, dove si devono seguire sempre il segni bianco-rossi, ignorando una traccia di sentiero che sale a sinistra dove si trovano alcuni segni blu sulle piante (scorciatoia ?).
Buona anche la scelta di scendere verso il Vo’ di Mocodeno, percorrendo un bel sentiero non molto ripido, che abbiamo trovato innevato solo nella prima parte, mettendo i ramponcini perché la neve era fortunatamente calpestata da passaggi precedenti.
Nei sentieri boscosi abbiamo trovato numerose fatte di cervo, segno che questo ungulato è ben presente in queste zone, unitamente ai camosci che, anche oggi, abbiamo visto numerosi.
Sosta come sempre unica al Baitello dell’Amicizia, dove abbiamo fatto onore al suo appellativo…
Peccato per il tempo che non è stato come quello della scorsa settimana, ma non possiamo lamentarci, tutto sommato siamo riusciti a precedere il maltempo che pare arrivi da domani sera.
Avanti così !!!