La visita in Malsegro era in programma da molto tempo, pur sapendo che il rifugio è normalmente chiuso e dato in uso ai cacciatori nei periodi idonei.
MA … il
Patriziato di Personico, proprietario dei rifugi della Val d’Ambra, Val Nedro e Val Marcri, ci offre la possibilità di ritirare le chiavi, e chiaramente aprofittiamo molto volentieri.
Siamo in tre del nostro gruppo, purtroppo Paolo ha l’influenza, ma c’è l’amico Francesco a farci compagnia. Parcheggio alla diga Val d’Ambra, stavolta poco dopo la corona della diga, dove parcheggiano i proprietari delle baite di Monda, Baresc e Morei.
Primo tratto di salita su ampio sentiero che prende quota con lunghi tornanti, raggiunto Badresc si sale verso Monda, da qui alla baita più alta verso sud, ci siamo già passati quando siamo saliti al Rifugio ai Tor, in quel caso sotto la baita alta abbiamo deviato verso sinistra (sud) nei larghi prati, stavolta proseguiamo in salita, e da qui per noi è tutto nuovo.
Inizia un bel tratto abbastanza ripido (il percorso prevede 3Km e 900mt di dislivello), quasi interamente nel bosco, sentiero visibile e con alcuni bolli rossi (solo rossi) su piante o massi.
Raggiungiamo un bel punto panoramico attorno Q1050 dove facciamo una breve pausa, la vista si apre verso Biasca, la Valle di S.Petronilla e le cime di confine con la Val Poltrinone.
Riprendiamo il cammino sempre con buone pendenze e sempre in bosco di faggi. sbuchiamo nei prati di Laghetto (ma non c’è traccia di laghi o pozze). Si prosegue e a Q1250 circa si deve superare un tratto di roccia dove si trovano anche due brevi tratti con catene, un pò viscidi per la presenza di muschio.
Superato questo salto il bosco diventa una abetaia, passiamo dalla baita di Spruch Q1350 dove pestiamo la prima neve, ancora uno strappo deciso e raggiungiamo la radura prativa di Malsegro, e la prima baita che si incontra salendo con il pannello solare sul tetto è il rifugio.
Abbiamo raggiunto il rifugio in 2:20 totali e 2:10 di cammino, il sito del Patriziato indica 1:45, anche se sono io il freno del gruppo direi che 1:45 è un passo veloce.
Il rifugio è davvero carino, stanza unica con letti sul soppalco, tavolo, stufa e cucinino a gas, c’è tutto l’essenziale.
La stufa ha fumato parecchio per 15/20min tanto che abbiamo dovuto uscire per non diventare degli speck, ma quando si è scaldata ha funzionato alla grande, ed anche il calore era ottimo per il piccolo locale.
Mentre aspettiamo che la stufa smetta fumare nel rifugio attraversiamo il prato ben ricoperto da 25/30cm di neve verso un altro rifugio dotato di pannelli, le chiavi che ci ha dato il Patriziato aprono tutti e due i rifugi, e siamo autorizzati ad usarne uno dei due.
Il secondo rifugio è posto più a sud, dove il sentiero prosegue verso monte in direzione dell’Alpe Carnisera oppure L’Alpe Pianazzora o anche scendere al rifugio Ai Tor. Breve ispezione senza sporcare solo per vedere come è stato arredato, molto carino anche questo, forse un pò più moderno sempre con stanza singola con stufa e cucina.
Tornati al primo rifugio chiaccheriamo e ci scaldiamo prima di pranzare con i nostri panini, ma anche un bel panettone da 1Kg che scaldato nel forno della stufa era a dir poco fantastico, soprattutto bagnato da un ottimo prosecco.
Finiamo con caffè e grappa, poi le pulizie e firmiamo il libro di rifugio.
Non c’è vaglia (come al Tecc Stevan) o cassetta per il versamento, lasceremo un piccolo contributo per la legna consumata restituendo le chiavi.
Il ritorno è veloce e necessariamente sugli stessi passi dell’andata.
Una bella scoperta, direi da approfondire nelle parti superiori, unico neo, ma ben risaputo, che il sole in questa stagione è sul lato opposto della valle.
Cara Val d’Albra a presto !