Questa è una sfida personale, voglio provare a salire al Colmegnone dal lago.
Ci sono molte combinazioni possibili, le più semplici partono dalla strada del Bisbino a diversi punti intermedi, poi si cresce di “intensità” partendo da Cernobbio, da Rovenna, da Moltrasio, da Carate, ed anche qui con possibili combinazioni di andata e ritorno.
Sapendo che Roberto e Gimmy sono già saliti da alcune di queste vie, ne devo trovare una insolita, ma molto insolita.
Molte delle vie citate raggiungono la bella cresta e panoramica cresta SE del Poncione di Laglio (Colmegnone), ma per salire dalla cresta N, quella che guarda verso Brienno bisogna partire da Torriggia, Brienno oppure dalla frazioncina di Laglio Germanello.
Troviamo parcheggio proprio in Via Germanello, scendiamo e torniamo tra le strette vie del paesino, commettiamo un errore uscendo dal paese, ma tornando di poco indietro troviamo bollature blu ed una scritta Monti di Germanello.
Da qui in poi si sale, e si sale “intensamente”.
Poco sopra al paese troviamo i lavori di sistemazione del torrente che tanti ha fatto a Laglio, stanno costruendo uno sbarramento di protezione ed un ponticello, passati oltre il sentiero è largo e selciato sale senza tregua con una moltitudine di tornanti, tipico di questo versante del lago.
Mi fa sempre una grande impressione vedere questi larghi e ripidi sentieri lastricati di pietre lisce, con i canali di scolo ravvicinati, muri a secco che trattengono il ripido o ripidissimo terreno.
Ancora più impressione scoprire nel bosco ormai fitto un gran numero di baite molte di queste anche a 2 o tre piani, ormai diroccate, chiaro segno di un passato di grandi fatiche e sacrifici.
Il sentiero è sempre evidente fino agli alpeggi più alti, i Monti di Germanello e Alpe Pian Nar, si è sempre nel bosco, la vegetazione è così fitta che rarissimi sono gli squarci per vedere verso il basso il lago.
Dopo gli alpeggi (direi tutti diroccati o malconci) il sentiero si fa molto meno evidente, ma aiutano le bollature BLU.
A dire il vero ci sono rari bolli bianco-rossi classici, e qualcuno giallo, ma conviene fare affidamento sui numerosi bolli blu sulle piante o sulle pietre, basta solo fare un pò di attenzione.
Sopra Q1000 seguire questi bolli è quasi necessario per districarsi nel ripido bosco tra rocce e pietrame come fondo. Attorno Q1900 si esce finalmente all’aperto, un breve tratto di traverso verso N ci porta in un bel pratone dove finalmente abbiamo una bella visuale sul lago e le tante cime attorno.
Ci troviamo sotto delle pareti rocciose, ci si porta sotto la parte terminale verso destra su prato ripidissimo, quindi si traversa su prato ancora più ripido, proibito inciampare.
Qui le bollature non si vedono, è tutto paglione, ma aiuta la presenza di una piccola croce in mezzo al prato, in un punto molto ripido, non serve raggiungerla.
Meglio spostarsi rapidamente al bordo del bosco che riprende a lato del prato e da qui si ritrovano prima deboli tracce poi sempre più evidenti tracce di sentiero che portano alla cresta N, dove finalmente le pendenze diminuiscono.
Si raggiunge una prima elevazione ancora nel bosco di faggi, da cui si vede la vicina croce di vetta, che raggiungiamo in breve tempo.
Siamo soli, è ancora troppo presto (10:30), per gli altri escursionisti che seguiranno nelle ore successive.
Godiamo di panorami in vetta grazie ad una giornata molto limpida purtroppo, o meglio dire grazie a, un vento gelido che ci obbliga a coprirci bene e soprattuto ad accorciare la sosta in vetta.
Come da programma, scendiamo per pranzare ai Murelli, alle 11:00 siamo al bel rifugio e ci godiamo relax ed un bel sole aspettando l’ora di pranzo.
A mezzogiorno, pranziamo con gustosi piatti di polenta, per poi prepararci al ritorno dopo ben due ore e trenta di sosta.
Per scendere ritorniamo verso il Colmegnone, ma prendiamo subito un sentiero bollato BLU che scende sotto il fianco SE dal Colmegnone verso la Punta della Forcoletta. Il sentiero è sempre un selciato in buone condizioni, segno che questo percorso è sicuramente molto più frequentato della nostra salita in mattinata.
Aggirata in basso la Punta della Forcoletta scendiamo ai Monti di Nar, moltr baite abbandonate, qui incrociamo un sentiero ufficiale marcato bianco-rosso che va verso sinistra. Inizio bello largo e selciato quasi piangeggiante poi prende a salire di circa cinquanta metri, il fianco della montagna si fa sempre più ripido ed aperto, si capisce subito che il sentiero deve superare in alto due pareti rocciose.
Qui incontriamo un tratto decisamente impegnativo, il sentierino aperto sul lato destro a precipizio, si restringe a poco più della larghezza dello scarpone, il terreno è scivoloso dalla pioggia della notte, fortunatamente per un lungo tratto c’è una fune di sicurezza che aiuta a superare più o meno tranquillamente questo tratto ostico.
Sono poco meno di 10min adrenalinici dove l’attenzione deve essere massima.
Superato il tratto attrezzato si raggiunge un piccolo prato arrivando all’Alpe Narim, qui le baite sono messe meglio, alcune sicuramente in uso.
Discesa ovviamente sempre ripida su sentiero non sempre pulito per tornare alle baite di Germanello, quindi un traverso ci porta dritti-dritti al parcheggio.
Sfida vinta, con un certo orgoglio, tutti contenti per una escursione per nulla banale.