L’escursione di oggi prevede un bel giro ad anello tra le due valli superiori della Val Corta a Tartano.
Giusto per fare un pò di geografia del luogo, a Tartano si aprono due valli, la Vallunga e la Val Corta.
Quest’ultima si dirama verso monte in due valli la Val Budria e la Val di Lemma.
Oltre all’anello delle due valli, nei nostri piani ci sono la visita al
Bivacco Viviorobie e come cima il Monte Tartano.
Come indicato dal sito del bivacco, ritiriamo le chiavi presso l’
Albergo Vallunga a Tartano e con l’auto risaliamo la Val Corta fino a dove possibile, la strada è sterrata e cementata, con dei tratti di scolo d’acqua dove un’auto probabilmente non passa.
Parcheggio poco prima delle baite di Barbera e Bagini, qui la Val Corta si biforca, a destra (O) la Val Budria, a sinistra (E) la Val di Lemma.
Iniziamo la salita in Val Budria, molto tranquilla, un primo tratto nei boschi poi nei grandi prati della Casera Val Budria, il sentiero è il 113.
Raggiungiamo la Casera dove si attraversa il torrente.
Davanti a noi l’alta Val Budria si presenta con una parete verticale parzialmente ricoperta di vegetazione e con varie piccole cascate.
Il sentiero risale questa balza sulla destra con una lunga serie di tornanti, dove si attraversano una miriade di ruscelli dove poter risnfrescarsi.
Alle 10:05 arriviamo alla Casera Saroden a 1974mt che domina la valle.
La casera e stalla sono in disuso e ormai in decadimento, la baita è stata invece stupendamente riadattata dai proprietari che troviamo sul posto e con cui facciamo chiacchere ed una breve sosta.
Saputo dove volevamo dirigerci, ci raccomandano di salire sopra la baita e proseguire in salita e non traversare, in basso corre un sentiero, ma in alto corre l’alta via delle Orobie, la GVO.
Raggiunta la GVO il sentiero è marcato e molto battuto, si percorre un traverso che porta sotto il Pizzo del Vento, in basso alla cresta N.
Tocchiamo quota 2120mt, e si apre la vista verso il Monte Tartano e sulla destra la bocchetta di Budria, ci siamo stati il 5-7-2023, salendo dalla bergamasca.
Abbandoniamo la GVO per salire in libera alla cima del Monte Tartano, poco meno di 200mt di dislivello.
Non c’è sentiero, quindi cerchiamo la via più agevole per raggiungere la cresta E, quella che scende proprio alla bocchetta di Budria.
Nessun vero problema, ci si muove tra erba e pietraia, da fare se ben asciutto perchè piuttosto ripido.
Raggiunta la cresta si trovano deboli tracce di sentiero, e con qualche passo di arrampicata, non più del I, si raggiunge la cima con un ometto di sasso.
Panorama veramente spaziale in ogni direzione, sul lato bergamasco il bivacco Zamboni ed il rifugio Balicco, le cime di confine con le Orobie bergamasche dal vicino Monte Fioraro/Azzarini al Ponteranica, al Pizzo di Trona, sull’altro lato il Valegino ed il Cadelle, lontani il Disgrazia, il Fellaria ed il Bernina.
Dopo la sosta puntiamo al passo di Sona, per questo scendiamo e traversiamo senza sentiero fino al passo dove riagganciamo la GVO.
E qui commettiamo il primo errore.
Volendo raggiungere il bivacco, che si trova in Val di Lemma, dovevamo scendere la GVO in direzione O (quindi tornare verso la direzione del Pizzo del Vento) per poi deviare a destra raggiungere la Bocchetta di Lago e scendere.
Noi invece scendiamo in Val Lemma seguendo la GVO, capiamo di non essere nel giusto, ma ormai siamo scesi di un centinaio di metri, quindi al primo bivio prendiamo a sinistra per scendere in Val di Lemma direzione Casera di Sona Alta.
Il bivio NON è segnalato, ed essendo nell’erba diventa difficile riconoscerlo, soltanto vedendo le bollature che salgono più a monte ci si rende conto di questo sentierino, raccomanderei di mettere una palina.
Durante la discesa notiamo, ma serve una buona vista, un sentiero bollato che sale nella direzione giusta, accidenti tocca risalire.
In realtà sono 50mt di risalita in un sentierino sicuramente EE, da fare con attenzione, alle 12:35 siamo al bivacco Viviorobie.
All’esterno la fontana ha acqua a disposizione, benissimo.
Dentro l’ambiente è pulitissimo , ci accomodiamo e consumiamo il nostro pranzo con i panini.
Ho portato due piccole sorprese da condividere con gli amici, la prima un piccolo porcino preso da me qualche giorno fa, stupendo e sanissimo, viene tagliato a fettine sottili, un goccio d’olio e si consuma così o nel panino.
La seconda un dolce comasco, la nuvola, innaffiata da un buon prosecco per festeggiare con gli amici il mio compleanno di domenica scorsa.
Chiuso il pranzo, il dolce e per qualcuno anche una breve pennica, facciamo le dovute pulizie per lasciare tutto com’era, lasciamo un piccolo contributo nella cassetta, chiudiamo e ripartiamo.
Ovviamente scendiamo dal sentierino EE fino al bivio poi su buona traccia fino alla Casera Sona di Sopra.
Qui veniamo ingannati dalla palina sul posto, onestamente poco chiara e che si muove, commettiamo un secondo errore.
Il percorso corretto è direzionarsi verso E scendere alla casera di Lemma bassa sul sentiero 101v e 116.
Noi seguiamo un buon sentiero che dirige verso N, una traccia scende verso valle, bene.
La traccia diventa sempre meno evidente, ma con un pò d’occhio si capisce che c’era un sentiero un tempo, sicuramente caduto in disuso.
Verificato sulla carta, questo sentiero o presunto tale non c’è ma scende nella direzione del torrente, quindi nella direzione giusta.
E’ un bel ravano tra arbusti, rododendri e altro, sempre con l’attenzione per riconoscere le deboli tracce, che comunque ci sono.
Forse perchè il wild ormai è nel nostro DNA, non ci preoccupa molto, a volte tocca tornare indietro perchè la traccia si è persa, ma alla fine arriviamo in basso e attraversiamo il torrente vicino alla casera Fo-ia Redùnda, breve tratto su sentiero poi troviamo una bella sterrata che porta verso valle.
passiamo dall’Orto botanico quindi in corrispondenza di un ponte la sterrata risale, mentre un sentiero costeggia il torrente con indicazione Barbera, è il nucleo di baite viste questa mattina.
Seguiamo quindi il sentiero che costeggia il torrente. Devo proprio dire una cosa, se il tratto sulla sterrata è stato un pò noioso, questo tratto di sentiero permette di vedere le evoluzioni del torrente, le cascate spumose e le pozze di acqua cristallina, merita veramente una visita questo sentiero.
In breve raggiungiamo le baite alte di Barbera e con un pò di fuori pista scendiamo a quelle basse, da qui un ponticello ci porta proprio al bivio tra le due valli ed in breve al parcheggio.