Oggi, e possiamo proprio dire finalmente, rientra Gimmy, dopo quasi due mesi di assenza.
Il rientro e’ purtroppo rovinato dal meteo che da’ acqua tutto il giorno, due motivi per decidere un’uscita tranquilla e con possibilita’ di raggiungere una capanna o rifugio dove poterci riparare e asciugare dal freddo e dall’H2O.
Giorgio propone un’ uscita insolita, in una zona nuova, qualcosa da scoprire rende sempre piacevole una camminata., partenza da quota “spiaggia”, metri 270 slm e salita fino al rifugio Alpe di Lai, a 1110mt (circa) nella selvaggia Valle di Moleno, rifugetto sempre aperto, si trova sulla via che porta alla piu’ famosa Alpe di Gariss a 1422mt, un’ ora circa di cammino dal rifugio Alpe di Lai.-
Siamo in valle di Moleno, una delle tante valli del Ticino, vermanete poco conosciuta.
Gruppo composto dal sottoscritto, Giorgio, Brown, Barba, Angelo e appunto il rientrante Gimmuzzo, come detto siamo in valle Moleno, una valle laterale della Riviera (la Leventina inizia poco a N), che parte dalla Cima dell’ Uomo e dal Poncione di Piota, e scende ripida nell’ ultimo tratto, verso Moleno e Preonzo e’ solcata dal Riale di Moleno (con vari contributi da valli laterali), le cui acque confluiscono nel Ticino.
Il parcheggio e’ a Moleno, 270mt, preparazione e vestizione da pioggia e alle 7:50 iniziamo la salita, una freccia indica Valle Moleno, comunque si sale a fianco al torrente verso la piccola centrale elettrica.
Il sentiero arrampica subito molto deciso, lo sapevamo, si arriva in quota con un salita abbastanza diretta, per poi andare in quasi piano per circa 3 chilometri.
Si sale con zig-zag continui per guadagnare quota, alle 8:50 siamo a Penn, 725mt, ed alle 9:00 al bivio a 766mt dove si congiunge un altro sentiero che sale da Moleno, piu’ lungo, ma molto meno ripido.
Durante la salita abbiamo anche avvistato, a circa 20 metri da noi, un grosso cinghiale.
Per me, come per i miei compagni, si trattava della prima volta, un incontro tutto sommato un po’ angosciante, giorni prima ho visto su National Geographic un video di tre cacciatori caricati da un grande maschio, uno dei tre era a terra ferito ad una coscia gravemente…………
Vedere il cinghiale correre veloce e saltare, un animale da 100 chili circa ha stimato l’esperto Brown, mi ha un po’ preoccupato, meno male non veniva nella nostra direzione.
Ovviamente il tutto ci coglie talmente impreparati che di fotografare l’incontro non se ne parla proprio.
Quando raggiungiamo il ponte di Ripiano a quota 952mt, sono le 9:57, una sosta e’ necessaria, per gustarsi uno scenario naturale veramente notevole, verso monte il torrente scorre tranquillo, facendosi strada nella neve e nel ghiaccio, verso valle precipita con una grande cascata, in una enorme pozza naturale nella roccia, e continua con salti successivi sempre chiuso in una gola rocciosa.
Impressionante quanto bello, attraversiamo il ponte, una palina ci indica la direzione per Alpe di Lai ed e’ da qui che incontriamo parecchia neve, ci sono dai 20 ai 40cm e solo grazie al gps proseguiamo sicuri e decisi, siamo abbastanza compatti, Paolo davanti batte la pista che scorre sul lato destro orografico (lato S della valle) del Riale di Moleno, noi seguiamo in ordine in fila, in qualche punto facciamo fatica a trovare la via, il nostro e’ il primo passaggio, attraversiamo un ponticello in legno, ormai siamo vicini, alle 10:30 raggiungiamo il rifugetto, apriamo le finestre ed accendiamo il camino.
La costruzione e’ in gran bel posto, immerso nel bosco, il tetto sistemato da non molto, due localini, uno con camino, tavolo con 4 sedie, cucinino a gas, un secondo, adiacente, con 4 posti letto.
Fuori piove, anzi verso mezzogiorno sembra acqua mista a neve, ma noi siamo tutti attorno al camino, asciugandoci ed asciugando gli indumenti bagnati.
L’ atmosfera e’ piacevole, anche senza strumenti musicali, siamo tutti delle vere sole in fatto di musica, siamo in amicizia e regna sempre tanta-tanta allegria, ed e’ in questo clima che tiriamo fino alle 13:30, per iniziare le pulizie.
Dopo 20 minuti di lavoro e tempo necessario per scattare la foto di gruppo, alle 13:50 iniziamo il ritorno, con un occhio di riguardo per Gimmy ed il suo ginocchio, che proprio in discesa si faceva sentire, ma alla fine tutto sara’ ok, tutto tranquillo senza incidenti o problemi di discesa.
Alla palina del bivio a 766mt, decidiamo di proseguire diritti, anziche’ scendere a destra da dove eravamo saliti, alla fine scopriremo che il percorso e’ decisamente piu’ agevole e dolce, certamente piu’ lungo (+1,6 chilometri), la pioggia intensifica, Paolo decide di sfoggiare la sua invenzione, si copre con un ombrellino fissato allo zaino, che lascia le mani libere …
Alle 15:35 siamo di ritorno al parcheggio, ora piove bene, ma il tempo di cambiarsi, bere il the caldo che Paolo offre tutte le volte, ci chiudiamo in auto per il ritorno, ben stipati (siamo in sei) con zaini ed accessori, escursione tutto sommato tranquilla, non impegnativa, ma certamente non banalissima, ciao raga ogni tanto ve lo ricordo, “bisogna crederci”.
Ascolta.
Piove/ dalle nuvole sparse./ Piove su le tamerici/ salmastre ed arse,/ piove su i pini scagliosi ed irti,/ piove su i mirti/ divini,/ su le ginestre fulgenti/ di fiori accolti,/ su i ginepri folti/ di coccole aulenti,/ piove su i nostri volti/ silvani,/ piove su le nostre mani/ ignude,/ su i nostri vestimenti/ leggieri,/ su i freschi pensieri/ che l’anima schiude/ novella,/ su la favola bella/ che ieri/ t’illuse, che oggi m’illude,/ o Ermione.
Gabriele D’Annunzio, “La pioggia nel pineto” 1903